Nei giorni dal 24 al 27 ottobre 2013, si è svolto a Salerno, presso il GRANDE HOTEL SALERNO, Il Convegno Nazionale dell’Apostolato del Mare, dal titolo MARITTIMI, bisogni e strutture. Al centro la persona. Il convegnoha preso spunto dalla Convenzione Internazionale sul Lavoro Marittimo (Maritime Labour Convention MLC) del 2006 entrata in vigore lo scorso 20 agosto leggendola, non poteva essere diversamente, alla luce della Dottrina sociale della Chiesa e in particolar modo dell’enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI, per trovare risposte concrete ai bisogni reali dei lavoratori marittimi, tenendo primariamente di vista la persona umana.I lavori iniziati nel pomeriggio del 24, sono stati aperti dal Direttore Nazionale dell’Apostolato del mare don Natale IOCULANO, che ha fatto anche da coordinatore tra i vari interventi. Dopo aver ringraziato per la loro presenza, malgrado i loro molteplici impegni S.Em. Cardinale Angelo BAGNASCO Presidente della Confederazione EPISCOPALE ITALIANA (CEI) e il Vescovo promotore della Stella Maris S.Ecc. Francesco ALFANO della Diocesi di Sorrento-Castellammare, non che le Autorità Civili e Militari , l’Amministrazione Comunale per il sostegno dato alla riuscita della manifestazione e tutto lo staff dell’Hotel per la calorosa accoglienza, ha evidenziato l’importanza di tale Convegno, essendo il primo a svolgersi dopo la costituzione dell’Ufficio Nazionale per l’apostolato del mare in seno alla Segreteria Generale della CEI, cosa questa che dimostra la sollecitudine e l’attenzione dei Vescovi verso questa particolare categoria di lavoratori : I marittimi. Ha quindi ceduto la parola a S.Ecc. Francesco ALFANO che nel suo breve intervento, per dare maggior spazio al Cardinale BAGNASCO, rammaricandosi di non poter essere presente per tutta la durata dei lavori essendo impegnato nei giorni seguenti nel Convegno Ecclesiale Diocesano, evidenziava come “il mondo della gente di mare è un settore molto particolare nel vasto campo del lavoro e non sempre messo bene a fuoco e la nostra pastorale deve tenere conto di tale particolarità avendo problemi che non si riscontrano in altri ambiti lavorativi e quindi aprirsi alle richieste ed esigenze dell’uomo di mare con scelte coraggiose che siamo chiamati a fare e la presenza del Presidente della CEI ci conforta e ci sprona ad agire ed è segno di tale volontà. Se i problemi vengono messi a fuoco dalla comunità cristiana, allora avremo assolto al nostro compito”. Concludeva dicendo che “se dal confronto e dal dibattito che seguirà verranno fuori risposte concrete, allora si è raggiunto lo scopo” . Dopo i saluti, il Cardinale Bagnasco, ricordava come da molti anni essendo Vescovo di Genova, città di mare, conosce bene i problemi legati non solo alla realtà portuale, ma anche quelli della gente di mare, gente che appartiene “ ad un mondo con dinamiche e caratteristiche proprie, spesso non conosciuto o ignorato, ma di grande ricchezza umana, di cui la Chiesa si fa compagna”. Ha quindi sottolineato come nella Sacra scrittura del mare se ne parla sin dall’inizio e molteplici sono nella tradizione i riferimenti ad esso e i primi Apostoli erano pescatori, tanto che la Chiesa si concepisce come la barca di Pietro “. Ricordava come l’80% delle materie prime al nostro fabbisogno vengono trasportate via mare e come il settore marittimo contribuisce al PIL nazionale con il suo 2, 6%, cosa questa non certamente trascurabile. Riguardo poi ai problemi del lavoro marittimo, ha con forza segnalato come ancor oggi vi siano orari di lavoro e ritmi quasi proibitivi con condizioni di sicurezza spesso pericolose. Non ha inoltre taciuto sulla non sufficiente tutela dei loro bisogni specifici del personale femminile, presente a bordo oggi in maniera più massiccia che in passato. Per quanto riguarda il lato occupazionale, ha fatto notare come oggi, alcune Compagnie di Navigazione, impieghino personale extra-comunitario“ la cui dignità viene spesso svilita da un impiego logorante e scarsamente retribuito”. Si domandava quindi “Se l’uomo deve essere al centro dell’attività lavorativa, a quali misure di benessere deve aspirare. La Convenzione Internazionale sul lavoro marittimo è indubbiamente un segnale positivo e la pastorale del mare devefare da ponte tra il porto , la comunità e la cittàcon iniziative volte alla conoscenza, al coinvolgimento e recupero psicofisico dei marittimi, per essere in linea con quanto previsto alla Regola della Convenzione che recita: Ogni Stato Membro deve garantire che le strutture sociali di assistenza a terra , ove esistono siano facilmente accessibili. Lo Stato Membro deve altresì promuovere lo sviluppo di strutture sociali di assistenza, quali ad esempio quelle elencate nel Codice in porti designati, per fare in modo che i marittimi in questi porti abbiano accesso a strutture e servizi sociali di assistenza adeguati. In questo campo i centri Stella Maris, braccio operativo dell’Apostolato del mare, svolgono un’azione meritevoleperché con la loroaccoglienza dei naviganti, nobilitano la stessa comunità locale , divenendo segno del messaggio di Cristo. Non ha taciuto sul problema delle navi abbandonate, ove si trovano lavoratori in condizioni alle volte precarie e senza che nessuno si preoccupi delle loro condizioni come sefossero invisibili, ad eccezione dei centri Stella Maris, che vengono loro in aiuto.Se quindi si è predisposti ad aiutare gli altri, si deve essere perseveranti in tale aiuto e tale servizio non può avere termine. “Il fuoco che si accende in noi deve essere sempre alimentato” e l’annuncio di salvezza deve essere portato in maniera esplicita con le opere. E’ la Carità che deve disporre a questa via:” e questo con l’impegno e la formazione adeguata sia dei Cappellani di bordo che di tutti coloro che si impegnano in questo campo nella prospettiva di servizio e per fare crescere “ la vita buona del Vangelo”. Un lungo e sentito applauso ha salutato la conclusione dell’intervento, dopo il quale Don Natale IOCULANO ha fatto notare come nei nostri porti nell’ultimo anno siano transitati ben 5.200.000 marittimi, cifra questa che deve fare riflettere. Dava quindi la parola a S.Ecc.Mons. Luigi MORETTIArcivescovo di Salerno – Campagna – Acerno, che ringraziava gli organizzatori per aver scelto come sede del Convegno Salerno, e rivolgendosi all’Autorità Marittima, metteva in evidenza la grande cooperazione data sin dal primo momento alla locale Stella Maris nell’opera di assistenza ai marittimi scalanti con le loro navi il porto e, sottolineando l’opera dei volontari della Stella Maris, non sottaceva il fatto che gli stessi devono essere adeguatamente preparati. I Lavori del giorno venivano chiusi con un momento di preghiera guidata da S.Em .Cardinale Bagnasco. Il giorno 25, l’inizio lavori sono stati preceduti dalla preghiera a Maria SS Stella del mare. Subito dopo il Presidente presentava il Coordinatore Osservatorio Giuridico Legislativo della Conferenza Episcopale Italiana Prof. Avv. Venerando MANCUSO che nella sua relazione evidenziava il tema del suo intervento e cioè quale percorso legale seguire, secondo le nuove normative vigenti e il Diritto, per individuare e dare forma statutaria alle singole Associazioni Stella Maris, alla luce della nuova Convenzione sul lavoro marittimo 2006, per poter meglio sviluppare l’attività di volontariato della Stella Maris. Ha tenuto a evidenziare che non avrebbe trattato pertanto temi che esulano da detto campo, quali ad esempio problemi fiscali inerenti la vendita di prodotti nei centri Stella Maris o altri problemi. Dopo ampia e articolata esposizione, con riferimenti ad articoli di Legge, è, emerso che il miglior inquadramento giuridico sia quello conforme ad Associazioni, ma vi è la necessità di revisione e unificazione degli attuali Statuti delle singole Associazioni. Al termine gli sono stati posti dei quesiti riguardanti l’attività delle singole Associazioni alle quali ha, per la sua parte, dato risposte esaustive. L’intervento successivo vedeva impegnato l’Ammiraglio Felicio ANGRISANOComandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera che trattava il tema: Un porto a misura di Welfare. L’ammiraglio introdotto egregiamente da Don Ioculano che lo definisce in modo più che appropriato come persona che riesce a far innamorare le persone. Egli che è pure presidente del comitato nazionale del Welfare ha sostanzialmente diviso il tema in due punti:
- La sicurezza che lega l’attività delle Stelle Maris nell’ambito dove le stesse assistono i marittimi che sbarcano nei porti.
- Ciò che deve legare a quei marittimi a cui la legge, quella degli uomini che giustamente riconosce il non diritto dell’abbandono dei cani sull’autostrada, che punisce chi abbandona gli anziani però non punisce chi abbandona i marittimi .
I due punti sono introdotti previo ringraziamento ai presenti che con l’opera silenziosamente svolta riescono a comunicare pienamente e ad essere capaci di arricchire il cuore con l’accoglienza cristiana e ad operare perché esistano nel mondo la giustizia e la carità che portano quell’invito che il Signore ci ricorda e ci rinnova costantemente esortandoci a riconoscerci tutti fratelli.
E quindi parte proprio dai marittimi abbandonati: ”fino ad oggi sono stati abbandonati 851 marittimi (sempre amorevolmente assistiti) in 48 situazioni diverse ed oggi abbiamo ancora 5 navi con equipaggio a bordo mentre per 13 gli equipaggi sono stati rimpatriati ma le navi stazionano ancora nei porti italiani e, l’analisi dei dati fa riflettere sul fatto che queste navi hanno un’età che va dai 44 ai 21 anni. Questi dati ci inducono a pensare che bisogna prevenire, almeno laddove possibile, il fenomeno di questi marittimi abbandonati. Attraverso un impianto normativo più completo già abbiamo realizzato una bozza di provvedimento che imponga agli armatori di navi che hanno una certa età anagrafica di disporre una somma a favore dell’agente marittimo raccomandatario che permetta quanto meno il rimpatrio dei marittimi in caso di necessità. Al di là di questo poi un’altra norma che deve permettere di accelerare la vendita giudiziale delle navi abbandonate di cui non si riesce a rintracciare l’armatore onde rendere più agevole la movimentazione nei porti”. Quindi prosegue con le sue considerazioni allacciandosi al discorso della sicurezza : “Ma se il cuore legge la razionalità del pensiero e dei comportamenti e detta i ritmi dell’intensità, vi conforti molto di più il sapere che la responsabilità morale castiga con maggiore forza, con maggiore veemenza, con maggiore impetuosità chi si macchia di tali nefandezze ed inquina la rispettabilità dell’uomo”. Quindi quale sicurezza : “Alla sicurezza come offerta di dignità per il marittimo non solo imbarcato, ma di colui che si trova solo in terra straniera senza assistenza alcuna se non quella offerta dalla Stella Maris” E lancia un’idea che è anche un appello “ Sento parlare di volontariato, io credo che anzicchè parlare di solidarietà bisognerebbe parlare di esigenza di quella sola famiglia che è la società armatoriale. Credo che il punto cruciale , il cuore pulsante di questo sistema dovrebbe essere l’armatore. Stella Maris infatti si pone nei confronti del marittimo come un’alternativa a chi di quella famiglia ne estranea alcuni. L’offerta di solidarietà altro non è che l’offerta di amore cristiano e sarebbe molto più bella se fosse offerta d’amore del padre verso il figlio. Credo che le Stelle Maris dovrebbero essere alimentate proprio da quelle società armatoriali dalle quali questi marittimi sono stati abbandonati. Trovare in un locale Stella Maris un computer su cui compare la scritta : donato dall’armatore x” probabilmente non sarebbe solo un’offerta di carità cristiana, di misericordia, ma sarebbe una manifestazione d’affetto che lega l’armatore al proprio figlio marittimo. Questo permetterebbe alla Stella Maris di fare qualcosa in più dell’aiuto materiale, permetterebbe di agire meglio in tutte quelle cose che vanno ad incidere sull’animo delle persone. L’abbandono è qualcosa di tremendo, per un marittimo è il declino totale : uccide perfino la fede nella speranza. Siate consapevoli che portate speranza a queste persone con quel senso di fratellanza che è la capacità di sapersi donare con quella silenziosa generosità che accomuna i grandi uomini di cuore, la gioia di sentirsi in pace con se stessi, con i propri cari, ossia l’essere uomini di buona volontà. Ciò che più rimane impresso nel rapporto con questi poveri pellegrini è lo sguardo, il volto stesso che invoca aiuto, giustizia, invoca quel rispetto tradito, invoca amore, affetto che voi della Stella Maris dell’Apostolato del Mare non fate loro mancare. Dobbiamo coinvolgere in questo il datore di lavoro. Sono convinto che non è un costo, ma un’investimento. La sicurezza poi, quella sicurezza che molto spesso trova ostacolo in una burocrazia irreale una burocrazia che è dannosa solo perché viene utilizzata per assolvere le incapacità a gestire il proprio ruolo. La burocrazia quella malsana è lo scudo di chi in maniera vigliacca non vuole svolgere appieno il proprio ruolo. L’incapacità di svolgere il ruolo delle funzioni per le quali noi amministratori siamo stati chiamati a dare il meglio di noi stessi. Chi non è capace, chi non è in grado, chi non vuole abbia il coraggio di andar via. La burocrazia quella vera, è quella che invece è il sale della democrazia.” Ciò lo porta come un fiume in piena ad un’altra considerazione:” Nel sistema economico attuale, in ogni tipo di relazione non possiamo permetterci di perdere del tempo. Nell’insieme se è vero che siamo affidabili, è pur vero che questa affidabilità non può non tener conto del tempo. La lungaggine molto spessa arida, sciocca uccide anche la speranza. Dobbiamo essere più attivi non dobbiamo aver paura delle ombre che ci perseguitano se siamo fino in fondo convinti di fare del bene, di fare bene il compito che la legge ci ha affidato; nel sistema burocratico diamo spazio alla nostra intelligenza, alla nostra inventiva, alla nostra fantasia per essere elementi inseriti in un sistema che ha come fine il bene altrui. Bene che, mi accorgo, tante volte viene fatto in silenzio. Molto spesso però ci si trova fare del bene che ha bisogno di pubblicità perché il sistema italiano, il sistema dell’economia, il sistema del mercato ha bisogno di emergere. Ciò significa che un Corpo un’istituzione stenta ad emergere e questo molte volte mi fa sentire in difficoltà con me stesso. Molte volte ci sentiamo mortificati nel nostro lavoro, ma sono convinto che il tempo è galantuomo: ci darà ragione. Non ci sta dando Papa Francesco proprio questa lezione? Questa lezione di umanità essenziale quando ci dice che il rispetto delle regole diventa un rispetto secondario rispetto a quel bene primario che è il bene degli altri? Continua auspicando nella conclusione: ”Se qualche comitato non riesce a produrre quelle che sono le aspettative, non solo nostre, ma quelle dei marittimi, cerchiamo di dargli una mano, facciamo da stimolo affinchè questa macchina dell’affetto, questa macchina del calore produca tutti quegli effetti di cui il nostro cuore ha bisogno per continuare a sperare.
Sono continuati gli interventi con il dottor Puija e la professoressa Beretta che hanno rispettivamente illustrato la situazione dei marittimi alla luce delle nuove normative introdotte con l’MLC 2006. Particolarmente interessante il percorso esplicitato dalla professoressa Beretta che integra sapientemente ILO-MLC con il cammino della Stella Maris all’interno dell’Apostolato del Mare nell’esposizione dei concetti di carità e verità e del come parlare di welfare della gente di mare significhi in realtà parlare di welfare nella più globale delle industrie e la differenziazione che fa tra spazio e tempo ispirandosi a papa Francesco il quale parla proprio di dinamica di spazio e tempo che sono le cose concrete nelle quali viviamo con una profondità ricca di intuizioni quando dice “non facciamoci rubare la speranza,non permettiamo che sia vanificata con soluzioni e proposte immediate che ci bloccano nel cammino che frammentano il tempo trasformandolo in spazio”.
Spiega” Sembra difficile ma è proprio così: mi faccio la mia bella risposta, mi confeziono la mia strutturina, mi confeziono il mio involucro, ogni localino in cui faccio le mie cose. Abbiamo frammentato il tempo cioè l’andare e venire, il dinamismo; ho creato un’istituzione, ho bloccato lo spazio. Lo spazio ha a che fare con il potere, il tempo ha a che fare con il processo, il tempo ha a che fare con l’andare e il venire, con il camminare. Il tempo è sempre superiore allo spazio, lo spazio cristallizza il processo, il tempo proietta verso il futuro e quindi a camminare con speranza e quindi credo che questa sia la strada da seguire per passare dalla strada della globalizzazione dell’indifferenza alla globalizzazione della solidarietà che è in certo senso la cifra che papa Francesco ci consegna per l’azione sociale nel nostro mondo.
Il convegno ha fine la domenica del 27 ottobre dopo due giorni in cui tutti i partecipanti provenienti dalle realtà portuali di tutta Italia hanno costituito dei gruppi di lavoro formulando sintesi e proposte attuative per il Direttore.
Abbiamo voluto riportare questo lungo e dettagliato resoconto perché portandolo a conoscenza di tutto il mondo marittimo possa essere di stimolo a quanti vogliono avvicinarsi alla “Stella Maris”.
VINCENZO ASTARITA – MARIO MONGIOVI’