SORRENTO CATTEDRALE NATALE IN CORO

27 dicembre 2013 | 09:04
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SORRENTO CATTEDRALE NATALE IN CORO

Il coro dei Pueri Cantores della Cattedrale di Sorrento, si presenta all’appuntamento del Natale con il suo speciale concerto. Una parte di queste giovani ragazze, mentre le ho viste con la divisa Skuatoboy, sono apparse col camicione e il crocefisso da corista, perchè il gruppo della cattedrale sta partecipando alla caccia al tesoro. Accompagnati dai Maestri Ercolano e Ambrosino, hanno dato prova di grande versatilità, da musiche più moderne a canti antichi.

dal sito della Cattedrale di Sorrento :

Tutti i fanciulli del mondo canteranno la pace di Dio. Questa frase pronunciata da Mons. F. Maillet, fondatore della Federazione Internazionale dei Pueri Cantores, lasciò nel mio cuore una profonda eco fin dai primi anni di Seminario e fece maturare in me il desiderio di formare un coro di Pueri Cantores a Sorrento”.
Ci piace iniziare così, con le parole del suo fondatore, il compianto don Antonio Izzo, questa pubblicazione per ricordare le nozze d’argento tra i ragazzi e la Musica Sacra. Sono passati venticinque anni da quando don Antonio, nell’ottobre del 1967, si mise all’opera per realizzare il suo grande desiderio, quello di formare un coro di Pueri Cantores. Allora raccolse trenta ragazzi, scegliendoli dalla scuola media del Seminario e anche dalle scuole elementari. Con grande costanza ed impegno i ragazzi incominciarono a provare i canti per la liturgia domenicale, rinunciando a futili svaghi, per dedicare alcune ore settimanali ad imparare i canti. L’entusiasmo dei ragazzi era grande. Né venne meno l’incoraggiamento dei compianti Arcivescovi Mons. Carlo Serena e Mons. Raffaele Pellecchia, che videro sorgere il coro, come pure quello, negli anni successivi, di Mons. Antonio Zama e del suo attuale successore alla Cattedra Episcopale Sorrentina-Stabiese, Mons. Felice Cece. A questo si accompagnò il sostegno, indispensabile, del defunto Parroco don Pietro Maresca e quello di don Pasquale Ercolano, Parroco della Cattedrale. Il coro esordì, se così possiamo dire, in occasione delle Sante Quarantore nella Basilica di Sant’Antonino ed il suo battesimo ufficiale avvenne la notte di Natale, sempre nel 1967, durante la Messa di mezzanotte in Cattedrale, eseguendo la Messa Pastorale a tre voci del M° Can. Francesco Saverio Fiorentino. Da quel lontano Natale iniziò una lunghissima stagione di impegni che ha visto il coro accompagnare il servizio divino non solo in Cattedrale, ma in tutte le Chiese di Sorrento e dell’intera Archidiocesi in occasione delle più importanti festività.
Il 22 novembre 1968, festività di Santa Cecilia, patrona della musica, il coro fu iscritto e affiliato alla “Foederatio Internationalis Pueri Cantores“, con sede a Roma, entrando così a far parte di quell’inesauribile esercito di ragazzi e giovani che in tutto il mondo portano col canto un messaggio di pace, accomunati e affratellati nella lode del Signore. Da allora, ogni anno, si svolge la cerimonia di vestizione di nuovi cantori che vestono per la prima volta l’abito bianco, il cingolo e la croce di legno, segni distintivi del coro. Con l’affiliazione alla Federazione Internazionale il coro ha avuto modo di partecipare a numerosi Congressi Internazionali come quello, in Olanda, a Roma, a Londra, a Vienna, nonché a molti nazionali, come membro dell’Associazione Italiana Santa Cecilia.

Come si diventa un buon cantore?
Rispondiamo con le parole del caro e indimenticato don Antonio: “Buona volontà, musicalità, assiduità e puntualità e, naturalmente, voglia di cantare”. Per incoraggiamento valga la famosa di frase di Sant’Agostino, frase che don Antonio Izzo ripeteva spesso: “Chi canta prega due volte” aggiungendo “e chi bene, tre!”.
Il coro, intanto, dagli iniziali trenta elementi cresceva in qualità e quantità, affinando e migliorando le sue doti musicali, grazie all’abnegazione, la bravura e, perché no, la pazienza di don Antonio. Il coro era divenuto parte integrante della sua vita. Per i cantori egli non era solo la guida musicale, ma anche un maestro di vita, improntata ai valori umani e cristiani, sull’esempio dell’insegnamento di San Giovanni Bosco. Era sempre con il coro nelle attività di tempo libero, nei ritiri spirituali, nelle gite-premio. Padre e amico bonario di tutti, era, però, inflessibile e rigoroso nelle sue funzioni di maestro del coro. La sua severità non era un difetto, ma un pregio se è vero che è valsa a far crescere quell’affiatamento, quel solido vincolo di amicizia e, soprattutto, quell’amore per una istituzione che, dopo venticinque anni dalla costituzione del coro, è ancora viva e vitale. Nel corso di questo quarto di secolo centinaia di ragazzi e di ragazze (entrate a far parte del coro dal 1974), hanno vissuto questa entusiasmante esperienza di vita. Le voci dei soprani e contralti dei primi amici sono diventate, col progredire degli anni, quelle dei tenori e dei bassi. I ragazzi e le ragazze di ieri sono oggi diventati seri e bravi professionisti nella vita, buoni padri e buone madri di famiglia. C’è chi ormai adulto e avendo messo su famiglia, non disdegna di indossare la tunica bianca, il cingolo e la croce di legno per continuare ad elevare al Signore la sua preghiera, marcando, se ce ne fosse il bisogno, ancor di più la sua testimonianza di fede.
A questa gioiosa ricorrenza, a questa festa del canto, non tutti saranno presenti e ciò copre di un velo di tristezza che offusca la gioia di chi sarà presente. Chiamati dal Signore …ai campi eterni, al premio che i desideri avanza… essi sono sempre vivi nel ricordo e nel cuore di tutti i cantori. (A. F.)