Queste Giornate Professionali del Cinema viste da Positanonews, il giornale online della penisola sorrentina e costiera amalfitana, ci hanno dato l’occasione di vedere dal vivo due grandi del mondo della celluloide ieri sera , la Città del Tasso capitale del cinema in Campania in questi giorni si apre anche al pubblico con continui ed interessanti eventi che stiamo seguendo con nostri operatori Lucio Esposito con servizi video per il web, Antonino Pane con le foto. Dal palco del teatro Tasso di Sorrento, il regista Marco Bellocchio e il figlio attore si raccontano, sul lavoro e in famiglia. Incontro con pubblico e giornalisti dilettevole e ben condotto con anche l’inserimento di clips significative. I pugni in tasca 1965, Nel nome del padre 1972, Vincere 2009, Diavolo in corpo 1986, Sbatti il mostro in prima pagina 1975, Gli occhi la bocca 1982: scorrono le immagini dei film di Marco Bellocchio al cinema Tasso di Sorrento in occasione delle Giornate del cinema. Il critico Mario Sesti modera l’incontro tra Marco e Piergiorgio, padre e figlio, regista ed attore. Sesti parla di musicalità del racconto nei film di Marco Bellocchio. “Ho visto tutta la mia vita scorrere in questi frammenti”, dice Marco. “Nella carriera di un regista ci sono dei film che rappresentano uno snodo, riprendono temi cambiandone la direzione”, spiega: “L’ora di religione si distacca da I pugni in tasca, la separazione del personaggio di Castellitto dal fratello è non violenta”. Ne “I pugni in tasca” il protagonista uccide madre e fratello disabile. “Io non ho mai utilizzato i suoi film di grande ribellione contro di lui. Ciò non toglie che gli scontri tra noi siano stati epici, portando anche ad allontanarci per alcuni periodi”, afferma il figlio attore Piergiorgio. “Oggi il nostro rapporto è di confronto, discutiamo ad alta voce, ma non c’è più rabbia”. “Penso che Sorelle mai è stato un film di formazione professionale ma che ha risolto molti conflitti familiari, risolvendo i suoi conflitti, Marco risolve quelli della famiglia. In questo film anche il ruolo di mia sorella è fondamentale nel nostro rapporto di padre-figlio”. “Il parricidio non è di uccidere il padre in modo violento, ma di trovare la propria libertà e quindi la propria identità – afferma Marco Bellocchio -. Auguro in tal senso a tutti di liberarsi dei propri padri e delle proprie madri”. La balia 1999, Buongiorno Notte 2003, Bella addormentata 2012: altri titoli con Marco regista e Piergiorgio nel cast. Il padre lo ha voluto sul set spesso col camice ed anche altri registi lo hanno scelto per quel ruolo di medico che lui ormai definisce “il mio cavallo di battaglia”. A Piergiorgio non piace rivedersi (“gli attori sono già di per sé troppo narcisisti”). “Sono figlio di un’attrice e di un regista che voleva fare l’attore – dice -. Mi sono formato alla bottega di Marco Bellocchio”. “Il rapporto dialettico padre-figlio si è trasformato nel momento in cui Piergiorgio dieci anni fa ha deciso di fare l’attore”, afferma Marco. Ora figlio e padre sono attore e regista e dialogano. “Non sempre si fa notare che un attore è straordinariamente bravo perché straordinariamente diretto – dice il figlio attore Piergiorgio -. Il tuo talento d’attore è solo una cosa in più al film”. “Un regista deve possedere una capacità ricettiva forte e saper modificare la propria idea perché l’attore ti suggerisce spesso sul set qualcosa che ti arricchisce”, conclude il padre regista Marco.