6/4/14 Rassegna teatrale 2013/1014Teatro MAV Ercolano “voci e suoni del ‘600

30 marzo 2014 | 00:00
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6/4/14 Rassegna teatrale 2013/1014Teatro MAV Ercolano “voci e suoni del ‘600

Riceviamo e pubblichiamo

MUSICHE ORIGINALI – ARRANGIAMENTI – DIREZIONE MUSICALE

M° Luigi D'Arienzo

LE VOCI

Federico Branca – Pina CariniIleana Ciranni – Paola Ciranni – Daniela Esposito

Brunella Ganora – Enzo LiccardoMaria Mauro – Giovanna Moccia – Carlo Palermo Rosanna SodanoPeppe Tagliaferri

I MUSICI

Francesco Acampora – flauti

Giancarlo Orlando Cafazzo – chitarra

Suena Carnevale –tammorra

Benedetta Catalano – clavicembalo

Brigitte Catalano – mandola

Filidei Catalano – compositore –  mandolino

Giuseppe Maddaloni – fisarmonica

Vittorio Oriani – voce, flauto traverso, ciaramelle

Isabella Parmiciano – violino

Anna Maria Sodano – castagnette e percussioni

LE DANZATRICI

Manuela Barbato – “Star vicino al bell’idol” – coreografia propria

Paola Ciranni “ Danza, danza fanciulla gentile” – coreografia propria

le piccole Claudia Cannatello, Louise Carini, Camilla Tucci

“Mo’ ca lo juorno arriverà” e “Sto Core Mio” – coreografie di Pina Carini

                      Le allieve di portamento dell'Accademia Moda Maria Mauro – “Li ffigliole”-

coreografia di Mary Carmen

GLI ATTORI

Yvonne Carbonaro – narratrice

Paola Ciranni – figlia

Lucia Oreto – madre, janara

Francesca Borriello – prima fata, popolana

Giada Reale – seconda fata, popolana

Isabella Parmiciano – terza fata, popolana

Pierfrancesco Di Mauro – narratore –  mercante – principe – "Vaiasseide"

Vincenzo Scippa – narratore, principe –"Vaiasseide"

figuranti

Carla Capone, Emanuela De Simone, Cinzia Morelli, Maria Petraccone, Paola Ricci,                            Anna Maria Sodano, Giovanna Teta, Luciana Vassallo

COSTUMIFrancesca Colica e Sartoria Associazione Concerto Giacomo Maggiore

CREAZIONI SPECIALI ESCLUSIVE Stilista Maria Mauro –Accademia Moda

SCULTURE IN SPUGNA –  Carlo Palermo

SCENOGRAFIA CON MASCHERE BAROCCHE – scultore Giancarlo Ianuario Solaris

SCENOGRAFIA DIGITALE –  selezione iconografica e sequenza – Yvonne Carbonaro                                                                         –  rielaborazione e ottimizzazione – Felice Garofano

SI RINGRAZIA ARCHITETTO SEBILLO MARCELLO – PROGETTAZIONE D'INTERNI

Napoli – Via G. Bruno, 169 – 0813654405 – 3491480433                                                                                                                                    

Rassegna teatrale “Teatroinversi” 2013/14

Teatro del MAV di ERCOLANO

Domenica 6 aprile ore 17,30

ASSOCIAZIONE ARMONIA

(info – caringius@libero.it)

in

VOCI E SUONI DEL ‘600

REGIA e ADATTAMENTO TESTI

Yvonne Carbonaro

       PROGRAMMA

(L’AMORE E LA DONNA)                 

Oi nenna nenna

Le 7 cotenelle (dal Pentamerone di GB Basile)                                  

Angelarè

Li ffigliole 

Sta bellezza che laude (GB Basile)“ Oi ricciulina”

dalla Vaiassaide (di Giulio Cesare Cortese)

Musica (dalla satira prima di S Rosa)

Star vicino al bell’idol (Salvator Rosa)

Mo' ca lo juorno arriverà (Filidei Catalano)

Danza danza fanciulla gentile (Francesco Durante)

Ammore (Capasso-Biondi)

Sto Core Mio (O Di Lasso)

‘No Police (B Donato)

Vecchie Letrose (AWillaert)

La Janara (A. Perrucci)

(LA STORIA, LA LEGGENDA, LA SPERANZA)

In galera li panettieri

Berardina (da “Le giornate di Masaniello” di Y Carbonaro)

A mugliera ‘e Masaniello (da F Russo su musica di Luigi D’Arienzo)

Auciello grifone (Anonimo)

Cient’anni arreto (da Velardiniello in stesura del’600)

Napoli Felice su Tarantella di Masaniello (L D’Arienzo)

NOTE DI REGIA

“Voci e suoni del ‘600” si presenta come un continuum spettacolare con cui ho cercato di ricostruire in forma onirico-poetica l’atmosfera di divertimento legata all’attività teatrale in lingua locale della Napoli del tempo, diffusa in piazze, feste, e nelle “conversazioni" barocche dei salotti che, come ai tempi di GB Basile e fino alla rivolta del 1647, miravano al trattenimento e al riso nell'intreccio e contaminazione delle forme musicali ed espressive colte con quelle popolari. Quella commistione, dunque, che fu propria di quel secolo di grandi contrasti e di sconvolgimenti epocali: eruzione, rivoluzione, peste, terremoti, ma anche di una ricchissima  creatività artistica, che ha segnato la storia, i saperi e il volto della città.

Non volendo azzerare la stratificazione che i secoli hanno accumulato nel nostro vissuto attuale, questa ricostruzione, pur se essenzialmente basata su documenti tratti dall’enorme giacimento culturale del ‘600 napoletano, rifugge da pretese rigoristiche di carattere didattico-filologico in funzione di una creazione “barocca”, quindi immaginifica e mirante a stupire, ma emotivamente collegata con il presente

pertanto:

* I recitativi costituiscono un libero adattamento dei testi letterari per riduzione teatrale di fiabe, citazioni di versi con allitterazioni e metafore, stralci di poemi e di cronache d’epoca, insieme a brani di mia produzione.  La lingua è in buona parte un napoletano del ‘600 lievemente semplificato per una più agevole fruizione.

* Per la selezione iconografica che funge da scenografia virtuale, partendo dalla pittura napoletana di allora, sconfinamenti nell’immaginario visivo fino ai contemporanei mirano a sottolineare l’universalità e attualità dell’umano sentire. Per una maggiore adesione delle immagini al racconto, un esperto le ha ottimizzate, con manipolazione e ritocchi sui grandi quadri d’autore. Per fiabe e leggende ho privilegiato figure surreali o fantastiche fuori dal tempo.

* I brani musicali di autori storicizzati insieme a canzoni popolari e leggende di anonimi, sono stati appositamente rielaborati dal Maestro per il coro polifonico, con la totale riscrittura delle partiture, e accostati a composizioni sue o di altro musicista del gruppo.

* Le danze, pur ispirate allo stile coreutico dell’epoca, presentano passi e movimenti che liberamente scaturiscono da moderne interpretazioni e sensibilità delle coreografe e delle danzatrici.

* I costumi si rifanno al gusto secentesco come da storia del costume, ma molti sono fantasiose ideazioni esclusive offerte da una nota stilista

* Gli oggetti di scena alludono alla ridondanza decorativa barocca nelle immaginose e personali creazioni dei nostri scultori.

Il ricorso a tutti i suddetti linguaggi teatrali è scaturito da un attento lavoro di ricerca sul “barocco” napoletano e su alcuni dei suoi aspetti peculiari per una fantasia frizzante tesa al recupero di radici e d’identità, ma tesa allo stesso tempo alla riflessione e al confronto su questioni sempre attuali  e tra loro intrecciate: l’amore e la donna (e dunque la concezione che se ne aveva: idealizzata e adorata nelle canzoni d’amore sia popolari che colte, ma descritta in ben altra luce nei testi letterari che ci rimandano spicchi della vita reale di allora e della mentalità corrente); il malcontento verso i governanti (esemplificato nella più significativa pagina di storia di quei tempi che insieme alla peste di qualche anno dopo stravolse ritmi e senso della vita); l’immaginario perpetuato dalla tradizione (in quel tanto di favolistico riportato da una leggenda contadina, visto che le leggende insieme alle credenze su fate e streghe “janare” permeavano la visione del vivere); infine la speranza di un futuro migliore (nel richiamo nostalgico ad una mitizzata età felice a confronto con le difficoltà del quotidiano e l’anelito ad un’era nuova di felicità).

Il progetto è stato realizzato grazie alla splendida partecipazione di più gruppi di artisti di varia formazione e differenti abilità espressive, oltre che di grande talento e professionalità, tutti riuniti sotto l’egida dell’Associazione Armonia.

            Yvonne Carbonaro