
Avrebbero dovuto raccogliere i rifiuti derivanti dagli scarti delle loro aziende secondo le norme vigenti. Invece, nottetempo, li sversavano illecitamente nel torrente Vernotico di Gragnano, causando abbondanti schiume e alterazione del colore delle acque. Ma l’attività non è passata inosservata e così, a seguito di un’articolata indagine, la Guardia Costiera di Castellammare ha segnalato alla Procura della Repubblica i titolari di cinque ditte con sede a Pimonte. Tutti sono accusati di aver compiuto attività di smaltimento e gestione illecita di rifiuti pericolosi e danneggiamento di acque pubbliche. Gli uomini della guardia costiera, attraverso osservazioni notturne, prelievi di acqua inquinata nel Vernotico e verifiche documentali, hanno accertato e documentato la condotta ai danni dell’ambiente compiuta dagli indagati. A conclusione delle indagini, sono cinque le ditte chiuse, tutte di Pimonte. In particolare, sono finiti nei guai i titolari di un’azienda zootecnica che abbandonavano sul suolo rifiuti derivanti dall’allevamento di bovini (letame e deiezioni degli animali) e sversavano illecitamente gli stessi nel torrente. Su ordine della Procura di Torre Annunziata inoltre la stalla, costruita in maniera abusiva con materiale di risulta (lamiere e legno), è stata posta sotto sequestro mentre gli animali sono stati sgomberati. Il tutto è stato comunicato agli uffici competenti del Comune di Pimonte e dell’Asl, i quali sono intervenuti sospendendo la licenza per la somministrazione del latte e per la produzione di prodotti caseari. Ma nel mirino delle forze dell’ordine è finito anche il titolare di un frantoio, sorpreso a smaltire illecitamente, tramite spandimento sul suolo adibito a coltivazione, le acque di vegetazione miste alle acque di pulizia dei macchinari e del piazzale dell’azienda. Lo stesso usava prodotti chimici per la pulizia, i cui esausti dovevano essere classificati prima di essere smaltiti. Ma non è tutto. Sempre a Pimonte, infatti, la Guardia Costiera, ha sequestrato due falegnamerie e un’azienda di lavorazione infissi di alluminio, sprovvista di autorizzazione per l’immissione in atmosfera. La notizia è stata accolta con grande soddisfazione dai membri del comitato «Gragnano non può chiudere», che a più riprese avevano segnalato l’emergenza alle forze dell’ordine e alle istituzioni. «Questa storia non poteva andare avanti – affermano – e oggi non possiamo che complimentarci con le forze dell’ordine per la brillante operazione messa a punto. Speriamo che questo blitz metta fine, una volta per tutte, a questo scempio che dura ormai da anni».Francesco Fusco Il Mattino