7/5/14 Napoli. Parla l’ultrà: «Ecco come entri allo stadio anche se hai il Daspo»

7 maggio 2014 | 00:00
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7/5/14 Napoli. Parla l’ultrà: «Ecco come entri allo stadio anche se hai il Daspo»

di Giuseppe Crimaldi

Eludere i controlli e riuscire a entrare negli stadi introducendo materiali esplosivi e armi bianche, ma anche quando si è destinatari di un provvedimento di Daspo. Ecco la testimonianza di due protagonisti.
Entrare allo stadio nonostante il Daspo? E' un gioco da ragazzi, così come è facile eludere le maglie dei controlli ai tornelli e introdurre sugli spalti fumogeni, petardi, bombe carta e persino i coltelli. V.I. e M.A. accettano di raccontare uno dei tanti episodi che sabato 3 maggio hanno caratterizzato l'appuntamento di finale di Coppa Italia a Roma trasformandolo in una serata di vergogna per il calcio italiano; lo fanno a una sola condizione: quella di mantenere l'anonimato: e per questo li chiameremo Giovanni e Luigi.
Giovanni e Luigi prima di essere amici sono entrambi tifosissimi del Napoli. Ma Luigi, ultrà azzurro abbonato di curva A al San Paolo ha un problema: mesi fa si è visto notificare dalla Questura un provvedimento di Daspo (il divieto di assistere a manifestazioni sportive); venne identificato e segnalato in occasione di una partita disputata al San Paolo tra Napoli e Juventus e tutto questo gli è costato caro. Ma alla finale di Roma tra Fiorentina e Napoli Luigi non avrebbe rinunciato per nulla al mondo. Ed ecco la soluzione….
A consegnare la chiave magica che ha aperto le porte dell'Olimpico al daspato sarà l'amico Giovanni. "Possiedo la tessera del tifoso da quando è stata istituita – dice Giovanni, 35 anni, che lavora in una caffetteria della zona collinare di Napoli – anche se la uso poco perché da quando mi è nato il secondo bambino non ho più tanta possibilità di fare le trasferte. La settimana scorsa Luigi mi ha chiesto di prestargliela, e io l'ho fatto". Inutile chiedere il perché, o domandare a Giovanni se avesse calcolato i rischi ai quali si sarebbe esposto se qualcuno agli ingressi dell'Olimpico avesse verificato foto e identità che non corrispondevano tra il possessore e i dati riportati sul documento. "E' una cosa che si fa sempre – spiega Giovanni – I controlli sono inesistenti, e la conferma è arrivata anche in questo caso".
A parlare adesso è Luigi. "Siamo partiti per Roma in cinque, sabato mattina. Avevo il biglietto e la tessera di Giovanni in tasca. I quattro amici che erano con me erano tutti "puliti", solo io ho il Daspo. Abbiamo superato tutti i controlli, prefiltraggi e filtraggi vari e anche ai tornelli nessuno ha visto che quella che esibivo era la tessera intestata a un'altra persona".
Luigi accetta anche di raccontare come gli ultrà più violenti riescono a introdurre esplosivi e spranghe di ferro rivestite di plastica in modo da farle sembrare leggerissime e innocue aste che fanno da sostegno alle bandiere. "Il piano – spiega – prevede un afflusso dei gruppi organizzati in due momenti. La prima fase consiste nel far affluire ai canccelli d'ingresso della curva di non più di 100-150 tifosi. Tutti "puliti": documenti in regola e, soprattutto, niente addosso in modo da superare anche una perquisizione personale".
Poco dopo, basta una mezz'ora, scatta il piano vero e proprio. "Dopo una trentina di minuti arriva il gruppo più grosso: 1000-1500 tifosi, i quali cominciano a pressare, a fare casino, a urlare. Tra questi ci sono i ragazzi che hanno addosso le bombe carta, che in genere si nascondo negli slip". A quel punto si crea una inevitabile ressa difficile da gestire, soprattutto dagli steward che sono ai tornelli e che – ricordiamolo – non hanno alcun potere di polizia nrlla funzione che svolgono. Inevitabilmente, anche per evitare che la tensione salga tra i grupi ultrà ancor prima che siano riusciti a entrare allo stadio, il flusso degli ingressi viene accelerato. E i controlli alleggeriti.
Tutto molto semplice, insomma. "Il metodo del prestito dei documenti e della tessera del tifoso è diffusissimo – concludono Giovanni e Luigi – A noi fa ridere vedere gente che ancora si scandalizza quando sente certe storie. A Roma ci saranno stati centinaia di napoletani che lo hanno sperimentato, e per quel che ne sappiamo tutti, ma proprio tutti sono riusciti a entrare e a vedere la finale senza problemi".

Fonte:Ilmattino.it mercoledì 7 maggio 2014 – 10:04   Ultimo agg.: 12:15

Inserito da Alberto Del Grosso