Napoli. Nuovo Teatro Sancarluccio. Tutto il mondo è palcoscenico. Programmazione.






liberamente tratto
presenta
TUTTO IL MONDO
È PALCOSCENICO
Rassegna di teatri, di ed intorno a mastro William Shakespeare (o quel che volete)
Direzione Artistica GIANMARCO CESARIO
Direzione organizzativa ANTONIO GARGIULO per centro studi NEXTRA
Relazioni Esterne TIZIANA BEATO
Segreteria ANDREA AXEL NOBILE
Progetto grafico LUCIANO CORREALE
Ufficio Stampa ANTONIO MOCCIOLA per HERMES COMUNICAZIONE
hermes.comunication@gmail.com tel.+393920368048
Nuovo Teatro Sancarluccio
Via San Pasquale a Chiaia, 49 – Napoli – Tel: 081 410 44 67 – 081 544 88 91 – Mail: suoniescene@lib
Orario spettacoli : 21,00 Costo biglietto € 12,00
In origine era “Liberamente tratto”, una rassegna ideata per saggiare il modo con cui i giovani under 35 vedono i grandi autori classici. Dopo una serie di vicissitudini organizzative, la prima edizione prevista per quest’anno prende il nome di “Tutto il mondo è palcoscenico” e si occupa del teatro di William Shakespeare, in occasione dei 450 anni dalla nascita, e quella che era una rassegna per giovani leve diventa un osservatorio su cinque modi per fare teatro, utilizzando la poetica del Bardo, da parte non solo di compagnie under 35.
Ci è sembrato doveroso che a Napoli l’assenza di una manifestazione che ricordasse una ricorrenza così importante, riguardo al più grande autore teatrale di tutti i tempi, fosse modestamente colmata dalla nostra proposta, e così ecco che si comincia con un’intensa settimana in cui vedremo uno spettacolo in cui si alterneranno musica sonetti e brani della drammaturgia shakespeariana, a cura del giovane Fabio Pisano, un focus sulle figure femminili che animano le opere del nostro, a cura di Cinzia Mirabella con la partecipazione di Alessandra D’Ambrosio, una rivisitazione storica su Re Francesco di Borbone (conosciuto come Francischiello), in cui vengono utilizzati i versi dell’Amleto, in un parallelismo fra le due figure estremamente affascinante, realizzato da Carmine Borrino, una rilettura dagli inediti toni della commedia per la tragedia di “Othello” per cui Andrea Cioffi utilizza un cast costituito da giovani attori ex allievi della scuola dello Stabile di Genova, insieme ad attori (ed anche non attori) multirazziali, grazie ad un progetto di integrazione in collaborazione con associazioni attive in questa specifica missione, ed infine, a chiusura degna della manifestazione, un’anticipazione di un progetto su “Riccardo III” a cura di Riccardo De Luca, in cui Roberto Azzurro presta voce e volto, uno spettacolo che intendiamo anche come una sorta di arrivederci alla prossima edizione di questo che pur essendo nata come spin-off di “Liberamente tratto” (che nel 2015 sarà dedicato al vincitore di Teatro Match, Bertolt Brecht) abbiamo tutta l’intenzione di rendere una rassegna autonoma di teatri di e intorno a Shakespeare
Gianmarco Cesario
direttore artistico
MERCOLEDÌ 21 MAGGIO
Associazione Eventi Mediterranei
SHAKESPEARE IS LOVE
regia e riscrittura Fabio Pisano
con Ciro Giordano Zangaro, Titti Nuzzolese, Edoardo Sorgente
all’arpa Valerio Gargiulo
I 450 anni di William Shakespeare si riducono a zero, di fronte i suoi immortali e trasversali capolavori.
Questo spettacolo, è pensato per gratificare il pubblico con la poesia, i monologhi e i dialoghi più significativi del percorso artistico-letterario di questo immenso autore teatrale, misurate con interpretazioni talvolta singolari, che ne risaltino ancor di più la poetica.
Ripercorreremo le sue tragedie, le sue commedie, in particolare estrapolando monologhi che hanno divertito e commosso il pubblico di tutti i secoli, rileggeremo i suoi sonetti, dedicati al misterioso <<fair friend>> e alla nuova ispiratrice, definita <<dark lady>>, e ascolteremo i dialoghi più belli delle sue opere teatrali.
Ad accompagnare la prosa e i versi, il suono live di un’arpa.
Il tutto per un’ora di teatro e doveroso omaggio a Shakespeare, e ai suoi immensi capolavori.
GIOVEDÌ 22 MAGGIO
Associazione Eventi Mediterranei
OFELIA E LE ALTRE
Elaborazione scenica di Cinzia Mirabella
con Alessandra D’ Ambrosio Cinzia Mirabella
Lo spettacolo prende in esame il tema straordinario e spinoso vicino al paradosso di un teatro (quello elisabettiano), che esclude fisicamente la donna dalla scena per reintegrarle come principio. Per cui non potendo fare a meno di essa nella vita , come nell’immaginazione , nel pensiero, come nella rappresentazione, quegli stessi maschi si fingono femmine permettendo al teatro di assurgere ad una delle sue funzioni più catartiche e cioè ,quella di permettere ai maschi di rappresentare l’altro che più temono e desiderano: La donna.
La maschera femminile rivela così,un significato ineliminabile dell’ esperienza umana,e sotto questa luce si analizzeranno in maniera anche ironica, tutte le eroine più significative del teatro Shakesperiano.
VENERDÌ 23 MAGGIO
CrascTeatrodiRicerca
in collaborazione con
ArtgarageTeatro
FRANCISCHIELLO
Un Amleto re di Napoli
Uno studio shakespeariano di e con
Carmine Borrino
con musiche di Lino Cannavacciuolo
Disegno audio Fiore Carpentieri
Assistente alla regia Laura Angulo Diaz
Direttore tecnico Stefano Scotto Di Luzio
Assistente produzione Fabrizio Vezzi
Organizzazione Veronica Grossi
Ringraziamento speciale a : Gino Balestrieri
Uno studio che parte dall’ approfondita ricerca sulla figura di Francesco II di Borbone e approda alla sovrapposizione “spettrale” col giovane principe di Danimarca. I rapporti drammaturgici dell’Amleto di Shakespeare che si fanno pre-testo per raccontare, combaciando alla perfezione, con ciò che accadeva alla corte di Napoli nell’estate del 1860. L’assoluta fede cristiana di Francesco II, che lo rende sicuramente gran conoscitore di S. Agostino, tra i primi cristiani a parlare di essere e non essere; il tradimento subìto da un “cousin” ( cugino); l’esitante azione – reazione al tradimento e alla vendetta; il rapporto giovane-re col padre defunto ricordato e riconosciuto come gradissimo sovrano; l’ambiguo rapporto d’amore e devozione tra Francesco II e Maria Sofia, come Amleto e la giovane Ofelia; l’attesa del condottiero generale Garibaldi, come l’attesa del giovane Fortebraccio: il suo arrivo, la sua delusione, i morti, la morte e la calunnia, la deposizione illegittima di un re, l’inganno, l’incarico a un ennesimo Orazio di raccontare bene la vera storia; Il 14 febbraio, giorno di S. Valentino, cantato dalla follia di Ofelia e ultimo giorno del regno delle due Sicilie; atto I scena prima: Piazzola davanti al Castello di Elsinore
Notte fonda. FRANCESCO è al suo posto di guardia…
Un’intuizione che si fa studio, una ricerca che sperimenta l’efficacia, l’efficacia che si con-forma, la forma che diventa performance.
SABATO 24 MAGGIO
Incompiuti teatro
OTHELLO di William Shakespeare
con (in o.a.)
Valentina Badaracco Daniela Camera
Andrea Cioffi Alex Marano
Daniele Pitari Alessio Praticò
Valerio Puppo Papi Touré
Musiche di Lele Pontoni
Esecuzioni musicali di Lele Pontoni e Andrea Savoia
Consulenza ai costumi di Chiara Piccardo
Adattamento e regia di Andrea Cioffi
Si ringrazia Irene Ferroni, Patrizia Farina,
La comunità di san Benedetto e Leopoldo
Fare le note di regia dell’Otello sembra un po’ come fare la critica didascalica della Bibbia.
Si rischia di mettere la lingua nel sacro. Di diventare blasfemi.
La mia volontà, del resto, è che tutti si sentano toccati nel profondo come me al contatto con questa commedia.
Sì, una commedia.
Venezia.
Un innamorato e un altro innamorato.
Il primo è ricambiato dalla sua giovane innamorata; il secondo, sciocco, non è amato.
Un furbo servitore dei due padroni, contro il servo ingenuo, segue i propri scopi.
L’innamorata perde il fazzoletto, pegno d’amore, la servetta lo trova e lo cede al servo che ama, lui lo cede al servo onesto e su di lui casca la colpa. E poi ci sono Vecchi, Dottori e Capitani spacconi.
Una commedia.
In tutto e per tutto un canovaccio di commedia dell’arte, più che altro.
Del resto siamo in Italia e il teatro in Italia è questo.
Shakespeare lo sa bene.
Otello no.
Otello italiano non lo è, questi sadici giochi non li conosce e davvero non sa che potrebbe finire bene; questi scherzi non li accetta.
E’ una commedia che, infatti, finisce male. Finisce terribilmente ma lo capiamo solo quando ormai è troppo tardi. In fondo come le migliori commedie potrebbe portare da un momento all’altro al lieto fine che casualmente, e soltanto casualmente non arriva.
La scena allora si sposta a Cipro, in terra neutrale.
Qui le maschere cadono, una dopo l’altra, goffamente, terribilmente.
Maschere che sono più vicine a noi di quanto vogliamo, superbamente, ammettere: perché non c’è nulla di più umano di uomini che per nascondere le proprie paure, per perseguire i propri sogni, fingono d’essere altri uomini. Con modi eccessivi, violenti, barbari.
Viviamo in un mondo d’eccessi e ci costringiamo in un teatro spesso o finto o neutrale;
finto perché sprovvisto di quelle grandi, enormi, reali esigenze che affliggono l’animo umano; neutrale perché ancorato a dei modi realistici che di realistico poco anno.
Il nostro è un mondo di maschere grottesche; e lo è anche quello di Shakespeare.
Troppo presi a prenderci sul serio, per prendere sul serio le nostre emozioni, che di mediocre non hanno niente.
DOMENICA 25 MAGGIO
Compagnia Teatro EXPERIMENTA
PRELUDIO A LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III DI WILLIAM SHAKESPEARE
con Roberto AzzurroRiccardo De Luca
Annalisa RenzulliFrancesca RondinellaSalvatore Veneruso
l'apparente presenza di Antonio Mocciola
elaborazione musicale della canzone “Greensleeves” Giosi Cincotti
assistenti alla regia Roberta De PasqualeMichele Romano
scene, costumi, organizzazione Roberta De Pasquale
drammaturgia e regia Riccardo De Luca
Preludio perché ci sono immensi Riccardo III nella storia e non si può non fare i conti con loro, per quanto immaginando questi conti un giocoso incontro/scontro.
Preludio alla ingarbugliata storia, quella con la esse maiuscola, di Riccardo di Gloucester, dal sapore teatral/didattico ché se ne sappiamo qualcosa in più comprendiamo meglio a fondo.
Preludio a quello che sarà il nostro Riccardo III, con le chiavi di lettura in mostra, assieme ad alcuni personaggi e alcune scene del primo atto che ci davano la possibilità di fare "play" e ci rendevano il preludio un gioco a sé.
"La tragedia di re Riccardo terzo". Lo chiamerò così, come l'originale, perché dà un senso di coinvolgente paragone: il titolo “Riccardo III” fa pensare subito alla storia di "quel" personaggio, invece “La tragedia di re Riccardo terzo” sollecita a pensare che il protagonista non sia la storia di un solo uomo ma “la tragedia”, che è la tragedia di tanti, io credo di tutti gli uomini.
Riccardo è la macchina umana del potere spietato, quella migliore, quella più potente. Totalmente affascinante, per questo. Noi ci abbandoniamo a questa macchina, alle sue bugie, alle sue malefatte, alla sua capacità di essere disumano, perché Riccardo è quello che tutti noi vorremmo essere: l'uomo che punta l'obiettivo senza remore né variazioni perditempo.
Quello che vorremmo avere è il POTERE, e questo si acquista solo con l'assoluta DETERMINAZIONE, senza umani cedimenti. E poi l'ultima, sublime capacità, che forse è la vera molla sottesa a tutto ciò: il DIVERTIMENTO. La capacità di svolgere le proprie nefandezze, le corse di sangue, le irripetibili sconcezze, divertendosi. Immensa è l'attrazione psicologica di Gloucester su tutti i personaggi, esattamente la stessa che i grandi uomini politici, i grandi statisti, i condottieri di tutti i tempi, esercitano sulla psiche anomica e frustrata dei comuni attori sociali: è una forma d'amore, d'imitazione, di appartenenza, quella fuga dalla libertà di cui Eric Froom ritiene essere la responsabile di qualunque abdicazione del proprio essere e la pone in relazione alla nascita delle grandi dittature.
Ma non sempre è così. Essa si manifesta in tutti i regimi, più o meno democratici, perché è di tutti gli individui, nascostamente, anche del piccolissimo insignificante uomo, imitare, emulare, voler essere, seppure in sogno, come il tiranno, come il potente, e se non ce la fanno, è perché conservano rimasugli di coscienza, di umanità, di patetici tentativi, inutili e dannosi, di salvarsi l'anima. E qui periscono. Il principe dei disumani sarà, tout court, il principe. E gli altri saranno nulla.
Riccardo De Luca