Dalla Cattedrale di Sorrento “In Comunione con … l’Italia’
Messa celebrata in diretta televisiva
SORRENTO – Stamattina la comunità parrocchiale della Cattedrale di Sorrento si è unita in comunione con il resto della nazione italiana attraverso la trasmissione in diretta su Rete 4 della Santa Messa dalla Chiesa dei Santi Apostoli Filippo e Gicacomo.
Un tempio quello della Cattedrale di Sorrento che una volta era ubicato sul luogo ove sorge l’attuale Cimitero Cittadino, poi in seguito venne spostata all'interno della cinta muraria, nella chiesa dei Santi Felice e Baccolo, durante il X secolo, in attesa della costruzione di una nuova, la quale fu terminata intorno all'XI secolo e consacrata dal cardinale Riccardo de Albano, il 16 marzo 1113, alla Vergine Assunta e ai santi apostoliFilippo e Giacomo. Durante il corso degli anni subì notevoli ampliamenti come quelli voluti dal vescovo Domizio Falangola, nel 1450 e dal cardinale Francesco Remolines, nel 1505. Dopo l'invasione dei Turchi che avvenne nel 1558, essa fu totalmente ricostruita nel 1573 per volere del vescovo Giulio Pavese ed assunse l'aspetto attuale, in stile barocco, a seguito dei lavori di inizio Settecento, portati avanti dai vescovi Didaco Petra e Filippo Anastasio. Unico cambiamento degno di rilievo è la facciata, che è stata completamente rifatta nel 1924 in stile neogotico, dopo che una violenta tromba d'aria danneggiò l'intera struttura. Mentre nel 1936 tutte le opere pittoriche presenti all'interno della chiesa furono sottoposte a restauro. La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta dal giovane sacerdote e vicario parrocchiale della Cattedrale di Sorrento, Don Roberto Imparato che è stato accompagnato dai canti liturgici del Coro dei ‘Pueri et Juvenes Cantores’ della Cattedrale di Sorrento, fondato nel 1967 dal compianto Don Antonio Izzo e diretto dal M° Ugo Ercolano con all’ organo il M° Maria Cristina Converso. Durante il saluto liturgico rivolto dal celebrante all’inizio della Santa Messa, il pensiero nella Solennità della SS.ma Trinità è andato agli ammalati, agli anziani, a tutte le persone sole ed infine a tutti coloro i quali per una qualsiasi ragione sono impossibilitati nel recarsi in chiesa e lo fanno attraverso il mezzo televisivo. Durante la sua breve omelia, Don Roberto ha un po’ evidenziato il fattore solitudine, infatti ha narrato un episodio di qualche giorno fa quando si è trovato parlando con un suo confratello, un monaco camaldolese, al quale ha chiesto cosa pensasse della solitudine. Bene il monaco ha semplicemente risposto che quando la sera rientra nella sua cella, egli non è più solo ma da una sono diventate quattro persone nello stare insieme ed è sempre in compagnia del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo e della SS.ma Trinità. Continuando nell’omelia, l’officiante ha invitato tutta l’assemblea a sperimentare la consapevolezza della compagnia di Dio quando si è presi nella morsa della solitudine, in quanto solo il Padre Celeste è sinonimo di Amore e di Fedeltà. “Amare Dio nella nostra solitudine -continua Don Roberto- vuol dire amare tre persone in una Padre Figlio e Spirito Santo”. La celebrazione poi è andata avanti con la professione di fede, la liturgia eucaristica, i riti di comunione, i quali sono stati accompagnati dal canto della preghiera semplice scritta da San Francesco d’Assisi ‘Signore fa di me uno Strumento’. Pronunciando la benedizione solenne e chiedendo ai fedeli di essere portatori del Cristo a tutti e con il canto ‘Jesus Christ you are my life’ (inno della GMG di Roma Torvergata in occasione del Giubileo dell’anno 2000 voluto da S. Giovanni Paolo II°), si è conclusa la celebrazione eucaristica, che ha visto ancora una volta protagonista la fede in una realtà spesso distratta da altri valori come quella di Sorrento.
GIUSEPPE SPASIANO