Scoperta dal sindaco Tito la targa in marmo
META – Una donna di grande cultura e di immensa umanità e che della scuola ne faceva il suo mondo ha finalmente avuto un largo intitolato a suo nome.
Il piazzale di fronte alla stazione della cittadina costiera ed in cui, a pochi metri, si trova il Liceo ‘Publio Virgilio Marone, nel quale insegnò per trentacinque anni, che portava il nome V F Gioia, oggi porta quello di una persona che è stata anche e soprattutto maestra di vita.
Alla cerimonia che si è tenuta nel medio pomeriggio, alle ore 18,00, sono intervenuti il sindaco Giuseppe Tito, l’assessore alle Politiche Sociali, Istruzione e Rapporti con le frazioni Angela Aiello, ed i consiglieri Laura Attardi, Maria Laura Gargiulo e Mario Starita, delegato all’Urbanistica – Lavori Pubblici – Demanio- Spiagge, nonché il parroco don Gennaro Starita.
Per Meta “la professoressa Celentano rappresenta una grande memoria “, così si è espresso nel suo breve discorso il primo cittadino, che poi ha continuato: “Abbiamo accolto con piacere questa iniziativa”. Ha ricordato inoltre che ella è stata per trentacinque anni insegnate del liceo metese. Una donna che della scuola ne faceva la sua vita e spesso ne parlava con molti, e con gli alunni aveva un rapporto intenso, ma loro dava anche degli insegnamenti di vita.
Questo suo tipo di vita ha portato ad Ernesto Anastasio a scrivere un libro dopo che le fece un’intervista due giorni prima della sua morte, ‘Filo di pensiero. Dialogo sul mito con Laura Celentano’.
Una conversazione che Ernesto Anastasio confezionò, in forma sonora, con la docente del liceo classico Publio Virgilio Marone di Meta, Laura Celentano, che smuove molte emozioni. In questo conversare salta in vista non solo l’estrema erudizione di un'insegnante che aveva dedicato la sua vita alla scuola, ma il ricordo di quel suo particolare argomentare, saltabellante da epoche e luoghi culturali diversi, che lungi dall’essere un percorso muscolare intellettuale. E questo rappresentava il suo modo di ‘formare’ gli studenti, non solo allo studio – essenzialmente logico – delle lingue cosiddette morte, ma al ‘corso dei pensieri della vita’. In questo discorrere si spazia dalle idiosincrasie di Platone nei confronti della scrittura, alle basi ed al significato del Mito; dagli aedi e dai poeti, ai tragici – Eschilo, Sofocle, Euripide – fino al passaggio di civiltà, dalla vendetta privata all’amministrazione della giustizia con la nascita della polis. Da Cicerone a Tiberio e Tacito ed alle traduzioni dell’Antico Testamento di San Girolamo, per poi, magicamente, ritornare al punto di partenza: il mito.
Un volume che è stato presentato ne ‘Il Giardino della Gallina felice’ ed in cui, insieme all’autore, si ci è inerpicati in come è nato, parlando in modo specifico di una donna che ha voluto lasciare un’impronta, non sol ai suoi alunni ed alle persone che aveva intorno, ma anche al liceo dove ha insegnato.
Con la benedizione del parroco Don Gennaro Starita e la scoperta della targa da parte del sindaco Tito il largo davanti alla stazione metese ha cambiato nome.
Le foto di Rosario Criscuolo
GIUSEPPE SPASIANO