Piano di Sorrento ha festeggiato l’Arma dei Carabinieri (FOTO)
Ha 200 ma non li dimostra
PIANO DI SORRENTO – La Città di Piano di Sorrento, oggi 4 giugno ha festeggiato e reso omaggio ad un’istituzione dello stato italiano, l’Arma dei Carabinieri che proprio il 5 giugno in occasione della festa del corpo compie ben 200 anni.
I festeggiamenti sono iniziati con l’omaggio ai Carabinieri Caduti nell’adempimento del proprio dovere con la deposizione di una corona d’ alloro al Monumento ai Caduti, sito sul piazzale antistante il palazzo di città del comune costiero. Erano presenti sia i sindaci che i rappresentati delle amministrazioni comunali da Vico Equense a Massa Lubrense, non ché il padrone di casa, il sindaco Prof. Giovanni Ruggiero. C’erano anche le rappresentanze dei Locamare di Sorrento e di Piano di Sorrento, della Guardia di Finanza, del Vice questore Antonio Vinciguerra e del Comandante della Compagnia Carabinieri di Sorrento Leonardo Colasuonno, accompagnato dai comandanti di Stazione di Sorrento e Piano di Sorrento, i Marescialli Nicola Mariniello e Daniele de Marini. Poi si è entrati nel vivo per il bicentenario della Benemerita con l’esibizione della Fanfara Carabinieri del 10° Battaglione Campania di Napoli, diretta dal Maresciallo Aiutante s. U. P. S. M° Marco Smarra, oggi assente per regioni di servizio e sostituito dal M° sostituto Brigadiere Rosario Maggio, che nel suo repertorio annovera brani classici e moderni e che si è esibita in vari concerti oltreché all'accompagnamento di numerose cerimonie militari. Oltre alla fanfara, si sono esibiti i ragazzi dell’ orchestra della Scuola Media ‘Amalfi – Massa’. Nel suo indirizzo di saluto il primo cittadino carottese si è rivolto principalmente ai ragazzi delle scuole cittadine presenti, invitandoli idealmente a porgere nell’occasione una “carezza” all’Arma dei Carabinieri, cioè a stringersi attorno a coloro i quali lavorano a volte anche senza essere sotto le luci dei riflettori per la nostra sicurezza ed incolumità. Dicevamo duecento anni, si due secoli di storia che hanno accompagnato la nostra bene amata Italia in tutte le sue glorie, traversie e vicissitudini, infatti con l’istituzione delle Regie Patenti del 13 luglio1814, integrate con altre emanate il 15 ottobre1816, il Re di SardegnaVittorio Emanuele I di Savoia istituì i Carabinieri Reali, un corpo armato che, sul modello della gendarmeriafrancese, aveva compiti sia civili, che di ordine pubblico e polizia giudiziaria, che militari a difesa della Patria e polizia militare. I primi militari che composero il neonato Corpo Armato, furono scelti fra quelli dell'Armata Sarda che più si distinguevano per buona condotta e saviezza e che sapessero anche leggere e scrivere, mentre per gli Ufficiali vennero scelti dall'Arma di cavalleria, la più prestigiosa dell'Esercito. Prima dell’ Istituzione del Corpo dei Carabinieri, i compiti di polizia erano affidati dai Savoia ai Dragoni di Sardegna, corpo creato nel1726 e composto da volontari. Passata la Rivoluzione e Napoleone, per affermare la Restaurazione, i Savoia sentirono la necessità di un’istituzione affidabile e capace di assicurare il controllo del territorio contro le influenze interne. Le idee dell'illuminismo erano ancora molto diffuse ed occorsero decenni per assimilarne gli ideali di libertà e l'Austria era un vicino potente, influente e pericoloso. Nacquero così i Carabinieri Reali. Dal punto di vista militare si trattava di un corpo di fanteria leggera, era, cioè, un corpo elitario rispetto alla fanteria di linea. L'arma tipica era ovviamente la carabina che, per rispetto alla tradizione, non è ancora stata del tutto rimossa dalle ordinanze. Il 23 aprile1815, quindi appena nove mesi dopo la loro istituzione, perì in servizio il primo di una lunga lista di Carabinieri: Giovanni Boccaccio fu ucciso a Vernate (Cuneo) con un colpo di fucile da un pericoloso fuorilegge evaso dal carcere di Cuneo, Stefano Rosso, detto "il Sardo". Dal quel primo caso affidato agli uomini della Benemerita nel 1815 ne è passata di acqua sotto i ponti fino ad arrivare ai giorni nostri, l’arma ha sempre saputo coniugare il tempo con il progresso e mano a mano si è sempre saputa adeguare e mettersi al passo con le epoche che ha attraversato. Infatti se guardiamo al periodo subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, gli strascichi di odio che, per via delle tante armi ancora in circolazione, facilmente si trasformava in efferata violenza. Nella loro lotta quotidiana per il mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblici, nel 1946 ben 101 carabinieri furono uccisi in servizio ed altri 757 furono feriti. Per fronteggiare la difficile situazione, loro ricostituirono i loro Battaglioni mobili composti da 9.000 uomini. In ossequio ai risultati del referendum del 2 giugno, il 13 successivo, re Umberto II lascia l'Italia non prima di aver sciolto i Carabinieri Reali dal particolare giuramento di fedeltà che li legava alla sua persona. L'Esercito Regio rinasce nell'Esercito Italiano e l'Arma dei Carabinieri Reali venne rinominata "Arma dei Carabinieri", la prima arma del nuovo esercito e l’8 Dicembre 1949 Papa Pio XII, su richiesta del monsignorCarlo Alberto di Cavallerleone (ordinario militare), proclama la Madonna ‘Virgo Fidelis’ patrona dei carabinieri e fissa al 21 novembre la ricorrenza (anniversario della battaglia di Culquaber). Nel 1962, ad opera del Generale Giovanni de Lorenzo, l’Arma subisce la prima riorganizzazione, infatti assunto il comando presiedette la prima riunione dello stato maggiore confrontandosi con una variegata compagine di ufficiali che, anche nelle uniformi descrivevano le condizioni di confusione nella quale comandi, strutture e procedure dei carabinieri si trovavano da dopo la disfatta bellica, facendo fatica a riorganizzarsi. La guerra persa, nonostante fossero passatati quasi 20 anni, sortiva ancora effetti di non poca gravità, sia nelle esigenze di ricostruzione e riorganizzazione, sia nelle ambasce economiche, che costringevano lo Stato a fare affidamento sui prestiti americani. Cominciò, così, con l'uniformazione delle uniformie la richiesta allo staff dello stato maggiore di indicare le ortodosse uniformi ordinarie per ufficiali, sottufficiali e truppa. Proseguì snellendo la burocrazia e l'amministrazione e curò particolarmente la formazione destinando i suoi migliori ufficiali, per periodi più o meno lunghi, alle scuole così che fossero, usando una sua espressione,più preparate a prepararli. Approfittando della recrudescenza della criminalità nelle città, rinegoziò l'accordo Carcaterra che destinava i Carabinieri alle zone rurali e la Polizia alle aree metropolitane. Creò le gazzelle ed intuì l'importanza dell'uso degli elicotteri non solo per assolvere ai compiti militari ma anche di ordine pubblico (soprattutto il contrasto al brigantaggio) e pensò anche ad un numero unico di pronto intervento che non riuscì a realizzare solo per problemi tecnici. Si presentava nel cuore della notte nelle stazioni periferiche per vedere come veniva interpretato il principio delsempre in servizio, concedeva inattese licenze premio ai meritevoli ma comminava anche dolorose punizioni. Dettò anche le specifiche tecniche per i fornitori allo scopo di adeguare e rinnovare l'armamento in uso. Non trascurò neppure la componente militare, con la creazione di una divisione militare, ottenuta dalla riorganizzazione dell' 11^ brigata meccanizzatache venne armata con 130 carri M47 ed una flotta di autoblindo ed altri veicoli corazzati minori. Volle anche la ricostituzione del battaglione carabinieri paracadutisti. La fine degli anni sessanta videro i vertici dell'Arma dei Carabinieri al centro dell'inchiesta relativa al cosiddetto Piano Solo. Dopo questa riorganizzazione voluta dal Generale de Lorenzo, i carabinieri sono stati protagonisti del contrasto a varie forme di criminalità, nate sul territorio nazionale sulla scia del Brigantaggio avutosi durante il periodo dell’Unità d’Italia. Basti pensare alla Brigate Rosse che hanno avuto nel Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa (poi Prefetto della città di Palermo e vittima insieme alla giovane consorte Emanuela Setti Carraro di un agguato mafioso), il più strenuo competitore fino a quando il fenomeno terroristico non fu debellato dal territorio nazionale. L’Arma dei Carabinieri non è impegnata solo sul territorio Italiano ma anche in numerose missioni all’estero. Particolarmente significativo è il contributo che ha assicurato con i Reggimenti MSU (Multinational Specialized Unit), operanti nei Balcani nell'ambito delle missioni NATO, la cui origine risiede nella necessità di colmare ilsecurity gap, ovvero l'area grigia tra la missione militare e le forze di polizia civile che spesso non sono in grado o non intendono intervenire in operazioni di ordine pubblico. A partire dal 1982 sono stati in Libano, Somalia, Bosnia,Kosovo, Cambogia, Timor Est, Mozambico, Afghanistan ed Iraq, solo per citare la missioni più importanti. Oggi i carabinieri impegnati all'estero sono ben oltre mille. Anche in questo tipo di attività il debito di sangue pagato è stato notevole. Negli anni 2000 poi l'Arma era parte integrante dell'Esercito Italiano con il rango di "arma" (definita «prima arma dell'Esercito»); attraverso l'art. 1 della legge delega 31 marzo 2000, n. 78, i Carabinieri vengono elevati a forza armata autonoma con rango di Forza Armata, nell'ambito del Ministero della Difesa. Ciò permise anche ad essa di avere come Comandante Generale un Ufficiale generale proveniente dai suoi ranghi. Il primo comandante generale, proveniente dalle sue stesse fila, è stato nel 2004 il generale di corpo d'armata Luciano Gottardo. In precedenza il comandante generale dell'Arma era tratto da Ufficiali Generali in possesso di peculiari caratteristiche provenienti dall'Esercito. Al fine di contrastare in maniera sempre più efficace la criminalità organizzata, all’interno dei Carabinieri, sono nate delle specialità atte a recrudere in modo definitivo il fenomeno malavitoso come: 15 ottobre 1962: Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente; 1º giugno 1965: Servizio aereo carabinieri; 3 maggio 1969: Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale; 18 ottobre 1977: Gruppo di intervento speciale; 1 maggio 1982: Comando carabinieri Banca d'Italia, 19 ottobre 1992: Comando carabinieri antifalsificazione monetaria; 5 dicembre 1994: Comando carabinieri politiche agricole; 1 ottobre 1997: Comando carabinieri per la tutela del lavoro.
Le foto di Rosario Criscuolo
GIUSEPPE SPASIANO