AMICIZIA E INNAMORAMENTO – OPININIONI E CONSIDERAZIONI.
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L'amicizia è un legame, una relazione e un sentimento tra due o più persone, caratterizzato da una rilevante carica emotiva e fondante la vita sociale del singolo individuo. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca. L'amicizia non prevede l'esclusività affettiva: gli amici possono cioè frequentare altri individui a scopo amoroso, sessuale, relazionale ecc. senza che il rapporto vicendevole di amicizia ne risulti compromesso.
L’amicizia ha un forte contenuto etico, gli amici si trattano l’un l’altro meglio degli estranei, un po’ come dovrebbero trattarsi tutti gli uomini. L’amicizia aspira a un ideale di perfezione morale. Se questo è vero, ne deriva che noi sceglieremo come amici coloro che si comportano in questo modo perlomeno nei nostri riguardi, che si comportano moralmente bene con noi. Noi, a nostra volta, saremo scelti se ci comporteremo in modo analogo, se agiremo in un modo che il nostro amico ritiene esemplare. Ciascuno, nei riguardi dell’amico, deve comportarsi in modo esemplare. E’ questa che gli antichi chiamavano amicizia seconda virtù (o secondo il valore) e la regola di allora continua a valere perfettamente oggi.
Quanto detto significa che noi scegliamo, come amici, tutti coloro di cui abbiamo stima, coloro che ammiriamo. Nient’affatto, noi possiamo stimare una persona, ammirarla e, ciononostante, non diventare suo amico e non desiderare neppure di diventarlo. L’amicizia non può esistere senza stima, non può esistere senza un reciproco comportamento morale. Però l’amicizia non è solo stima, non è solo ammirazione. E’ anche amore. L’amicizia è la specifica forma di amore che ha, come suo oggetto, una persona che apprezziamo e che si comporta in maniera eticamente corretto, perlomeno con noi.
L’innamoramento istituisce i criteri di giudizio rivelando il valore di ciò che è, qualunque cosa sia; è la rivelazione di ciò che ci appare come oggetto del desiderio. Nell’amicizia, invece, i valori ci devono essere già. Certo, in un amico noi apprezziamo qualità, aspetti a cui non avevamo dato importanza e valore. Ma socialmente, il valore preesiste. L’amico è colui che ce lo rivela che si comporta in conformità con esso. Dell’amato noi apprezziamo un movimento dei capelli, una smorfia, un capriccio. Dell’amico apprezziamo le buone qualità intellettuali, morali, la simpatia, la vivacità, la sollecitudine che ha per noi. Chi diventa con certezza nostro amico? Colui che, a nostro giudizio, anche gli altri avrebbero dovuto apprezzare. Amicizia è dare il dovuto, riconoscere una qualità, una virtù che era lì perfettamente visibile, ma che gli altri non apprezzavano perché erano indifferenti o perché odiavano. L’amore per l’amico non ce la fa stravedere, ce la fa soltanto vedere, non ce lo fa sopravvalutare, ce lo fa soltanto giudicare equamente. I criteri di giudizio sono universali . Tutti, a parole, sostengono di rispettarli. Però non lo fanno. L’amico è colui che li rispetta nei miei riguardi, non li dimentica. Ed io faccio lo stesso per lui.
Amico è perciò colui che ti rende giustizia. Giustizia in senso profondo, vitale. La vita stessa può essere giusta o ingiusta. L’amico che apprezza una tua qualità che nessuno aveva valorizzato, che ti stima per qualcosa che gli altri disprezzano, ti rende giustizia in questo senso profondo. L’amico è dalla tua parte, combatte con te e, se necessario ti vendica. Per questo ci rende giustizia.
Per apprezzare una qualità ci vuole una disposizione benevolente. L’amico è benevolente. Vede ciò che siamo e ci aiuta ad essere noi stessi. Gli altri sono indifferenti. Il loro cuore è freddo e, perciò, non vedono neppure che cosa siamo in realtà.
Solo l’amico ci vede per ciò che siamo in realtà. Solo l’amico ci vede per ciò che siamo. Può avvenire che sia uno sconosciuto colui che ci rende giustizia, colui che viene verso di noi tendendoci la mano. Costui allora, sia pure per un istante, è nostro amico.
Riconoscere un valore significa anche vedere dall’interno. I valori non sono solo comportamenti, sono anche sensibilità, sfumature dell’animo. Ciò che da all’amicizia il suo carattere disinteressato e sublime è il fatto che l’amico riconosce e da valore anche a nostre virtù che non servono a niente.
L’amicizia è la forma etica dell’eros. Amico è colui che intuisce ed evoca la parte migliore di noi, la parte più buona, più umana, spontanea, sincera, non invidiosa, gentile. Il fatto che l’amicizia abbia una così forte componente etica, rende vera l’affermazione “ dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Gli amici sono il ritratto oggettivo della moralità della persona. Essi ci indicano il rigore, la sua intransigenza, ma anche il suo amore per l’intelligenza, la sua creatività e perfino la sua tolleranza.
Gli esseri umani non sono tutti uguali, ci sono i sobri e gli alcolizzati, i sinceri e i mentitori. L’intrigante alla fine, si circonda di intriganti, chi ama il potere e il servilismo sarà circondato da persone servili. Chi ricatta sarà ricattato. Le mafie, le consorterie sono basate sulla parità reciproca.
Voltaire scrisse “L’amicizia è un tacito contratto fra due persone sensibili e virtuose. Dico “sensibili” perché un monaco, un solitario, può essere una persona dabbene e vivere senza conoscere l’amicizia. Dico “virtuose” perché i malvagi hanno soltanto dei complici, i gaudenti dei compagni di baldoria, i cupidi dei soci, i politici raccolgono attorno a sé dei partigiani, i soliti sfaccendati hanno delle relazioni, i principi dei cortigiani, ma solo gli uomini virtuosi hanno amici. Cetego era complice di Catilina, e Mecenate cortigiano di Ottavio; ma Cicerone era amico di Attico”
Abbiamo detto che l’amicizia è la forma etica dell’amore. Ma l’amicizia è anche preferenza. Essere amico è sempre anche essere più amato di, essere preferito a qualcuno, a qualcun altro, alla immensa massa anonima degli altri. E’ il sentimento di due fratelli ciascuno dei quali vuol essere scelto, vuole una attenzione in più per se. L’amore della madre uguaglia, livella, è veramente identico. La richiesta del singolo individuo si scontra con questa uguaglianza assoluta. L’amicizia è la richiesta di una attenzione personale. Ciascuno vuole essere amato per se stesso, al di sopra di tutto, soltanto per pura inclinazione: che il mondo intero gli venga sacrificato, Non abbiamo allora qui la radice di ogni privilegio e di ogni ingiustizia? Scrive perciò Kierkegaard: “ Proprio per questo il cristianesimo diffida dall’amore profano e dell’amicizia, perché la predilezione, la passione… sono, in fondo, un atto di egoismo”. Per Kierkegaard l’amore cristiano può esistere perciò, solo come dovere. Il cristianesimo ci dice che è un dovere amare il prossimo. L’amore allora, non è una inclinazione spontanea, un moto della passione, un sentimento. E’ un imperativo etico, una scelta della volontà. Ma possiamo noi imporci come dovere di amare qualcuno? Di provare simpatia per lui? No, noi possiamo imporci di amare qualcuno, di provare simpatia. Amore e simpatia sono sentimenti spontanei, non possono essere suscitati a volontà. Io posso cercare di amare il mio nemico ma, al massimo, potrò fare delle azioni a suo favore. Potrò scacciare tutti i pensieri malvagi che mi vengono in testa; porgendogli l’altra guancia, dargli tutto il mio denaro. Ma non potrò suscitare in me tenerezza e simpatia, sincera amicizia. San Francesco dicono, ci riusciva. Ma è appunto considerato un santo, e un santo dotato di una capacità di amore straordinaria.
L’amicizia ama ciò che apprezza e apprezza ciò che ama. Essa non è perciò più meritevole, è un sovrappiù rispetto al dovere. L’amicizia ha un senso solo in quanto gli esseri umani hanno bisogno di amore, di considerazione personalizzata da parte di altri esseri umani. L’etica impersonale fa progredire l’organizzazione sociale, ma solo l’amore rende vivibile la vita. In ospedale il medico deve curare tutti ugualmente bene, ma sarà la madre che tiene la mano del bambino che piange. Poiché il bambino ha bisogno di cure come gli altri, ma anche di sua madre che è solo sua e di nessun altro. La vita è fatta di entrambe le cose. Mentre l’organizzazione sanitaria migliora, l’amore della madre resta lo stesso. Così è l’amicizia. Non pretendiamo che essa dia più di quanto può dare. Non illudiamoci, però, di poterne fare a meno.
Alberto Del Grosso
Nota: Alcuni passi tratti da “L’amicizia” di Francesco Alberoni