Sergio De Santis presenta venerdì 11 Luglio il suo libro a Villa Fondi
PIANO DI SORRENTO – Leo è un professore che verso i trentacinque anni sente di avere qualche incertezza e siccome gli piace il mare, lavora ogni giorno per correggere la rotta dei suoi alunni che sembrano una flottiglia di zattere improvvisate.
Allora cerca di mettere sulla rotta giusta la nave della sua classe lavorando come lavora la carena di un’imbarcazione poiché essa genera il moto per portarla avanti, e con il mare di fronte, nella neoclassica e lussureggiante Villa Fondi, l’autore presenta venerdì 11 Luglio, alle ore 21,00, il suo libro ‘L’Opera Viva’ nell’ambito de i ‘Salotti del venerdì’ e degli 'Eventi in libreria in Mondadori'. L'avvincente ed intrigata serata di questo testo nel quale secondo Sergio De Santis anche nelle persone la parte sommersa è quella decisiva, il resto è solo apparenza, sarà moderata da Vincenzo Astarita e Mario Mongiovi. A trentacinque anni, Leo che è insegnate ed ama il mare, si sente di avere non molte sicurezze e delle rotte da correggere: la sua e quelle dei suoi alunni. È un insegnante delle scuole superiori che ogni giorno cerca di condurre in porto, come una nave, sana e salva una classe che a volte gli sembra una flottiglia di zattere improvvisate, che sono destinate a perdersi nella tempesta del proprio tempo. Ed ecco che dalla zattera alla nave il passo è breve ma sostanziale, perché la nave ha la carena che è l'opera viva ed è la parte sommersa di un'imbarcazione, quella che lavora con l'acqua per generare il moto, mentre l'opera morta, ossia la parte visibile, è solo il guscio esterno. Egli è convinto che anche nelle persone ci sia la parte sommersa che è poi quella decisiva. Come ogni marinaio, Leo incontra una sirena incantatrice, ma per fortuna – così come sostiene – riesce a tapparsi le orecchie in tempo, come fece fare Ulisse ai suoi marinai quando passarono davanti alle isole delle sirene, le isole de Li Galli. Nonostante che abbia una patente nautica, preferisce navigare a vista, senza mai lasciarsi troppo andare e forse sospetta che sia proprio questo a guastare i suoi rapporti con le donne, gli amici, i colleghi, ma non con gli alunni, perché sono loro l'oceano sul quale a volte si distende per riposare e sentirsi vivo. Come se per lui loro sono come un rilassarsi ed un uscire fuori dal normale. Ma questo solo per poco tempo, perché è lui a dover tenere strette le cime che gli lanciano dai banchi ed evitare che la sua flottiglia naufraghi. E di naufragi Leo ne ha grande esperienza, anche sulla terraferma, ed ha imparato che esso può insegnare molto, purché si sia pronti a riprendere subito il mare e si abbia qualcuno a cui raccontare lo scampato pericolo. A riprendere quella navigazione in mare aperto che è l'educazione di ragazzi che della vita devono apprendere tutto; un tema che ci riguarda sempre e ci emoziona e che si fa ancora più intenso in virtù di una scrittura esatta ed energica come un colpo di remo. Una trasmissione di valori morali e culturali nutrita di suggestioni letterarie che è calata nel quotidiano, attentissima alle persone ed alle cose, di cui sa captare e restituire con immediatezza le asperità e le dolcezze, il lato tragico e quello comico, tutta la bellezza che si nasconde appena sotto la superficie.
Tutto questo immette in questo suo ‘racconto’ Sergio De Santis che è nativo di Napoli, ma che attualmente vive a Roma, dove insegna storia e filosofia nei licei. Ha collaborato con i quotidiani ‘La Repubblica’ ed ‘Il Mattino’ di Napoli. I suoi racconti sono apparsi non solo su varie riviste letterarie, da ‘Linea d'ombra’ a ‘Nuovi Argomenti’, ma anche nelle antologie Decalogo (Rizzoli) e Luna Nuova (Argo). Nel 2000 ha pubblicato la raccolta di racconti ‘Malussìa, Storie del vulcano muto’ (Avagliano), mentre nel 2005 ‘Cronache dalla città dei crolli’ (Avagliano), finalista al premio Strega 2006. Ed in penultimo, prima di questa sua ultima avvolgente e significativa pubblicazione, nel 2010 è uscito per Mondadori ‘Nostalgia della ruggine’, premio Napoli 2010.
Sergio De Santis
GIUSEPPE SPASIANO