Una serata tra aneddoti, musica ed il libro ‘L’isola delle zie’
SORRENTO – Il leggero venticello che soffia sulla costiera da quel sapore frizzante alla serata della presentazione del libro ‘L’isola delle zie’ del noto giornalista Antonio Lubrano che parla della vicenda di un giovane procidano che si inerpica ad indagare sul presunto omicidio dello zio.
Con la notorietà che lo contraddistingue ancora oggi anche al di fuori del piccolo schermo che lo ha consacrato con le note trasmissioni ‘Mi manda Lubrano’ e poi ‘Mi manda Raitre’, il noto giornalista per strada è sempre all’attenzione della gente che lo rivorrebbe nel piccolo scatolo che manda immagini sonore.
Nel Chiostro di San Francesco, sempre per l’ambito di ‘Sorrento Gentile’, con una Giuliana Gargliulo che lo ‘sprona’ e la moglie Mariella Lava che incontrò negli studi Rai della Fiera di Milano, il noto giornalista e conduttore si lascia andare sia a vari aneddoti che racconta volentieri anche sottolineandoli nei vari punti che a parlare del libro.
Il folto pubblico che già dalle ore 19,00 assiepava il trecentesco monumento storico della città del Tasso, ha goduto di una particolare serata di chi con la sua trasmissione ha scoperto varie truffe ai danni dei cittadini, non solo ma gli sprechi della pubblica amministrazione e tante altre situazioni poco chiare. Ed appunto con una di queste, una truffa, che egli inizia a carburare nella frizzante serata sorrentina. E narra che si trovava in un autogrill sull’autostrada vicino a Roma, allora scese dall’auto tutto ben avvolto nei suoi indumenti e con il suo cappello che lo ben nascondeva gli si avvicinò una persona che gli voleva vendere una telecamera giapponese del valore di 2milioni di lire per 500mila. Lui, che già quel tipo di telecamera che era costruita in truciolato con le lucette che si accendevano e che era ‘Made in Brescia’, l’aveva mostrata durante la sua trasmissione, si tolse il cappello e si mostrò all’uomo che disse che con quello che il giornalista faceva vedere lui non vendeva nulla. Tra una canzone ed un’altra del duo sax-cantante: Lello Palma ed Enrica De Petrillo, narra che è “nato a Procida ed ho ambientato il romanzo nella mia isola per parlare dei marinai, perché essa ha un istituto nautico di uomini di mare che hanno onorato le leggi del mare (l’allusione forse è al comandante Schettino)”. E qui narra la vicenda accaduta al padre che “quando fu salvato fece per prima evacuare i naufraghi”. Lui è stato l’unico nella sua famiglia a non intraprende la cosiddetta ‘via del mare’: “Tutti in famiglia siamo marinai da sette generazioni, solo io ho tradito”. E questo porta ancora il discorso sul libro e sul ragazzo isolano Carluccio Mazzella che ha preso come prototipo per parlare della vicenda che lo avvolge perché lo spinge ad indagare sul presunto assassinio dello zio. È l'inizio di un'avventura a ritroso nel tempo, alla ricerca di verità nascoste nel passato e nei sentimenti della sua simpatica e complicata famiglia. Il romanzo nel suo intreccio di personaggi, ricordi e tumulti emotivi offre un quadro vivace e coinvolgente di solitudini incrociate, passa attraverso situazioni caratterizzate da equivoci, fraintendimenti e rivelazioni, e conduce infine il protagonista alla consapevolezza della complessità della vita. Un viaggio immaginario su un'isola di pensieri e parole, dove una tiepida brezza senza tempo sfuma i confini tra passato e presente, realtà e fantasia.
Ma gli aneddoti non si fermano e parlando della canzone ‘Torna ‘a Surriento’, del fatto dell’ufficio postale e del ministro Zanardelli, anzi racconta di quando ha “ricevuto da un cittadino da Sant’Agnello di Sorrento una lettera su cui era scritto che i politici non si mettono d’accordo per la nomina del primario dell’ospedale. Allora avendo il ministro in una mia trasmissione gli chiesi cosa ci voleva per avere la nomina di un primario. Il ministro rispose che ci voleva un’opera lirica”.
Ma a lui questa non è servita per raccontare sia il suo libro che quello che gli è accaduto sia nella sua lunga carriera da giornalista di denuncia che nella vita. Alla fine la goliardica ed intrigante serata si chiude con la canzone del noto compositore e direttore d’orchestra, Salve D’Esposito, ‘Anema e core’.
Le foto di Rosario Criscuolo
GIUSEPPE SPASIANO