Positano: tra frammenti di storia ed echi di leggenda torna tra noi la Madonna della “Mamma e Figlio”.
A volte capita che lungo il cammino della nostra vita, ci imbattiamo in una serie di coincidenze, che, come le molliche di pane della favola di Pollicino, ci mostrano la strada verso una meta a prima vista nascosta. Qualche tempo fa scrivevo su queste stesse pagine, il resoconto di uno strano avvenimento. Una delle due Madonne sommerse della Mamma e Figlio si era spostata di diversi metri con tutto il suo scoglio. Dicevo che responsabile del fenomeno probabilmente era stata una mareggiata invernale più forte del solito, questo perché la nostra razionalità ci impone di dubitare del fatto che un’immagine sacra possa dare un segno per comunicarci che forse è arrivato il momento di tornare alla vista dei propri fedeli, dopo settant’anni di permanenza sott’acqua. D’altronde non è la prima volta che la nostra Patrona ricorre a questi segni per indicare ai suoi figli la giusta direzione. Come quando, appena arrivata sulle nostre sponde, nonostante gli sforzi dei positanesi di riportarla ogni sera nell’ormai perduta chiesa di San Vito, tornava puntualmente il mattino dopo nel luogo originario del ritrovamento. Solo dopo diversi giorni di via vai i nostri increduli concittadini del tempo si convinsero che era proprio in quel posto che dovevano costruire la sua Chiesa.
La storia del siluramento e del conseguente crollo in mare dello scoglio Mamma e Figlio avvenuto il 2 febbraio 1943 è universalmente nota, quelli che invece restano ancora da svelare sono gli avvenimenti legati alla presenza su quello scoglio di alcune immagini raffiguranti la Madonna di Positano. Questo imponente faraglione in realtà era costituito da due scogli distinti, vicini, ma non attaccati, la Mamma e il Figlio appunto. L’impatto con il siluro non provocò l’immediata distruzione di entrambi, ma solo del Figlio e di parte della Mamma, che restò in piedi per diversi anni prima di arrendersi alla furia delle onde. Attualmente in fondo al mare sono ancora riconoscibili due distinte maioliche raffiguranti la nostra Madonna. La prima si trova leggermente più a largo rispetto a quella residua parte emersa che ancora rimane dello scoglio originario. Si tratta di un’unica piastrella di ceramica delle dimensioni di 25×25 cm incastonata in una cornice di stucco e raffigura la Vergine in primo piano con sullo sfondo un paesaggio positanese. Attualmente è a testa in giù a riprova che il pezzo di scoglio su cui era collocata si girò su se stesso al momento del crollo. Ed è proprio questo scoglio che dopo settant’anni di immobilità, improvvisamente, l’anno scorso, si è avvicinato di diversi metri verso terra. Possiamo ritenere con una certa sicurezza che questa maiolica fosse originariamente collocata sullo scoglio denominato “Mamma”, ma non sappiamo nulla su quando questo avvenne e su chi ne fu l’artefice. Qualcuno pensa che la posa potrebbe essere stata successiva al siluramento, quasi un ex voto per lo scampato pericolo. L’altra Madonna invece si trova più verso terra a circa tre metri di profondità sulla faccia laterale di uno scoglio isolato. Si tratta di un bellissimo pannello di 6 mattonelle 20×20 cm raffigurante la Madonna con il Bambino con sullo sfondo un inusuale cielo notturno con la luna, quattro stelle e due velieri. In alto un’iscrizione che non lascia dubbi sulla sua origine: “Maria S.S. di Positano”. La postura e gli ornamenti di questa Madonna, sono il chiaro indizio che l’ignoto ceramista si sia ispirato alla statua dell’Assunta venerata nella Chiesa Madre di Positano. Questa immagine era sicuramente collocata sul Figlio probabilmente sull’ultimo anello dello scoglio, scagliato lontano dalla forza dell’esplosione. Purtroppo questo pannello è attualmente molto rovinato, tanto che nella mia ultima visita di qualche giorno fa non sono riuscito a riconoscere nemmeno un frammento dell’antica bellezza. La prima Madonna si muove, l’altra lentamente svanisce, non si poteva restare indifferenti di fronte a quello che appare un richiamo, un invito a non far scomparire un altro pezzo della nostra storia, della nostra fede. E’ così arriviamo ai giorni nostri, alla telefonata di Daniele di quest’inverno. Daniele è una delle anime pulsanti della “Festa del Pesce” e mi aveva sempre parlato della necessità che questa manifestazione, facesse qualcosa di concreto, di “materiale”, che restasse visibile ai nostri occhi e andasse oltre il momento effimero, anche se esaltante, del giorno della Festa. Al telefono parlavamo dello spostamento dello scoglio con la prima Madonna, quando all’improvviso e quasi in contemporanea lo stesso pensiero ha inondato le nostre menti. Perché non realizzare una riproduzione di questo pannello ceramico, che riportasse dopo oltre settant’anni, quest’immagine di nuovo tra noi, che ne perpetuasse il ricordo e ne rinnovasse la motivazione per la quale era stata posta lì dai nostri avi, proteggere le loro case e le loro barche dalla furia del mare e degli eventi, non ultimo quella tragica guerra che ne decretò la fine. Detto, fatto, una rapida consultazione tra gli altri amici della Festa del Pesce ed il progetto parte. Della realizzazione dell’opera viene incaricato l’artista Marco Salerno e non a caso, passo tutti i giorni davanti alla sua bottega, sotto il palazzo Perrella, lo vedo lavorare con passione, e realizzare pezzi unici, mai banali o commerciali, la migliore garanzia che avrebbe fatto un lavoro di mente e cuore. Marco accetta l’incarico e così parte una lunga gestazione, con diversi problemi da risolvere, in primis la ricostruzione delle parti mancanti del pannello lavorando solo su poche e sbiadite foto subacquee. Quello che proprio non è ricostruibile viene affidato alla fantasia di Marco, con la consapevolezza di non voler realizzare una fotocopia, ma un’opera che risenta comunque della sensibilità del suo autore. A luglio le 6 mattonelle escono dal forno, la Madonna è pronta per tornare tra noi. Verrà posta sull’anello centrale dello scoglio che si trova a pochi metri dalla Madonna sommersa e sarà benedetta da Don Giulio durante la processione per mare del 14 agosto. Speriamo che questa iniziativa incontri il consenso dei positanesi, convinti che ogni popolo ritrovi la propria unità attraverso la condivisione delle proprie tradizioni e del proprio patrimonio comune.
Paolo Marrone (Utente dal Web)