A Cava de’ Tirreni il 21 ottobre prosegue la “Lectura Dantis Metelliana” con il XXXI Canto del Paradiso
Nell’ambito del 41° ciclo di letture dantesche organizzato dalla “Lectura Dantis Metelliana”,
martedì 21 ottobre 2014 alle ore 18, nell’Aula Consiliare del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, Silvia Zoppi dell’Università “Suor Orsola Benincasa di Napoli” commenterà il canto XXXI del Paradiso. Coordinerà i lavori la direttrice dell’Associazione, Lucia Criscuolo, che declamerà anche il testo.
Il canto 31°, ambientato, come il precedente, nell’Empireo, il “ciel ch’è pura luce”, è contraddistinto dall’addio a Beatrice. Dante, abbagliato dalla bellezza della candida rosa, si volge
verso la sua donna per interrogarla, ma al suo posto vede un vecchio venerando. “Credea veder Beatrice e vidi un sene / vestito con le genti gloriose”. Dopo averla perduta due volte, la prima per il disamore di lei; la seconda per la morte che l’aveva rapita giovanissima, osserva Borges, il “fedele d’amore” di un tempo la perde per la terza volta. Beatrice, che pur si trova a distanze siderali dal pellegrino dell’assoluto, si volge e gli sorride per l’ultima volta; poi ritorna per sempre “all’eterna fontana”.
Il vecchio che ha preso il posto di Beatrice è San Bernardo, la terza guida di Dante. C’era bisogno di una nuova guida? Perché proprio San Bernardo? Prevale il misticismo o il razionalismo?
A questi e ad altri appassionanti interrogativi risponderà Silvia Zoppi, che sarà presentata al pubblico da Fabio Dainotti.
La studiosa ha dedicato la sua attenzione tra l’altro alla letteratura italiana del Novecento, con particolare riguardo a figure e momenti di storia letteraria, che vanno dai futuristi a Ungaretti, di cui ha curato la pubblicazione dell’epistolario, comprendente la corrispondenza intrattenuta con il critico letterario Leone Piccioni. In questo campo di ricerca ha offerto importanti contributi.
In occasione dell’evento sarà esposta un’ opera di Maria Raffaele, su cui si soffermerà in sede critica il presidente della “Lectura”, Paolo Gravagnuolo.
Magrina Di Mauro