NA 27/11/14-Salotto Cerino “Il mondo greco nell’opera di Ettore Capuano”

4 dicembre 2014 | 00:00
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NA 27/11/14-Salotto Cerino “Il mondo greco nell’opera di Ettore Capuano”
NA 27/11/14-Salotto Cerino “Il mondo greco nell’opera di Ettore Capuano”
NA 27/11/14-Salotto Cerino “Il mondo greco nell’opera di Ettore Capuano”
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NA 27/11/14-Salotto Cerino “Il mondo greco nell’opera di Ettore Capuano”
NA 27/11/14-Salotto Cerino “Il mondo greco nell’opera di Ettore Capuano”

Il 27 Novembre u.s. presso il salotto Cerino, presente l’autore, si è tenuta la conferenza-salotto “Il mondo greco nell’opera di Ettore Capuano.

L’evento è stato aperto da Grazia Cerino che ha introdotto i relatori: Carlo G. Alvano  e Rosario Ruggiero che oltre alla relazione sull'opera di E.Capuano, si  è esibito al pianoforte  suonando due pezzi classici.

Grazia Cerino, come di consueto, ha letto alcuni versi di suo padre, sommo poeta Salvatore Cerino.

Parola passata poi a Carlo G: Alfano che ha chiosato sulle opere di Ettore Capuano.

Di seguito una sintesi di quanto ha esposto Carlo G. Alvano.

“IL MIO NOME E’ NESSUNO: Al tempo di Omero leggere era difficile perché non esistevano libri nel senso che intendiamo oggi. La scrittura era riportata su supporti fisici di cera, di terracotta o marmo. Questa fisicità la rendeva necessariamente breve, senza segni d’interpunzione o separazione tra le parole, sino all’uso dei volumen e dei rotulus, fogli di papiro o pergamena arrotolati e poi dei codex, il primo insieme di pagine rilegate. Senza più limiti di spazio, si rese necessario inserire l’interpunzione per dare un senso alle frasi compiute e di conseguenza  la lettura divenne più agevole. Nella cultura greca la lettura era limitata a documenti personali e quella pubblica era spesso delegata ad un lettore o schiavo, una persona di rango più basso. Esisteva poi l’aedo, il cantore, colui che narrava al pubblico senza leggere  e che spesso inventava gli eroi come i personaggi fantastici nelle fiabe dei bambini. Non avendo un testo era egli stesso autore di ciò che raccontava. Per queste sue capacità poetiche era considerato una figura sacra e veniva tradizionalmente ritratto come cieco in quanto, essendo tale non subiva distrazioni ed affinando le capacità sensibili poteva entrare in contatto direttamente con le divinità e le Muse dell’arte che parlavano attraverso di lui. Per ovvie ragioni di tempo non poteva narrare i poemi per intero, ma diremmo oggi a puntate. Doveva quindi possedere una buona memoria ed una grande fantasia. Omero che era un aedo, veniva quindi raffigurato come un cieco e quando intervenne la scrittura senza interpunzione il miglior modo per poter divulgare i suoi racconti omerici fu l’esametro, un tipo di metro che risalente al periodo protostorico della cultura greca, per la sua cadenza e musicalità rendeva più agevole la comprensione dell’eroismo delle gesta epiche. Con l’intervento dell’interpunzione, l’esametro si prestava poco ad essere tradotto, perché occorreva interrompere la sua ripetitiva continuità e metter spazio tra le parole. Per compiere tale passaggio nella metrica italiana si prestava meglio l’endecasillabo in cui gli accenti seguono le sedi più varie, pur avendo di norma un accento fisso sulla quarta o sulla sesta sede. Per questa sua duttilità l'endecasillabo è stato a lungo il verso più utilizzato per tradurre i classici di Omero. A differenza dei suoi predecessori Capuano ha compiuto uno sforzo per ritornare all’origine ed introdotta una innovazione, poiché per rispettare l’antica tradizione greca esametrica e renderla comprensibile al lettore ha inserita una limitata interpunzione, in maniera discreta, gentile che non altera il ritmo della poesia, essendo egli stesso un poeta più che un traduttore. Ma Capuano è andato oltre ed ha fatto di più. Memore sì della tradizione ma consapevole del futuro, ha pubblicato la sua ODISSEA anche in ebook, un nuovo modo per creare  libri. Come le preistoriche tavolette di cera anche l’ebook ha una tavoletta ma è di plastica. La scrittura non si stampa ma può essere stampata. Può essere letto ma anche ascoltato come avveniva al tempo dei greci, non solo individualmente ma da tutto il mondo. Non si vede ma ci segue ovunque perché è sempre in tasca all’interno di un telefono cellulare. Così Capuano ha creata una saldatura con il mondo classico e quello moderno, e pur essendo di un’altra epoca non fa parte di quel 70% di italiani che soffre di analfabetismo funzionale. Egli è uno di quegli autori che attende l’approvazione dell’art. 17 della legge di stabilità che equiparando l’iva sugli ebook a quelli cartacei ne favorirà la diffusione. Omero ha avuto anche un altro grande pregio: quello di aiutarci a sopportare le avversità della vita. Chi non ha mai detto la mia vita è un’odissea? È la metafora dell’uomo costretto sin dalla nascita a superare  fatti funesti per poter vivere al fine di arrivare alla morte. Il peregrinare di Odisseo, i naufragi, le privazioni, tutte affrontate e sopportate con l’unico obiettivo di raggiungere la felicità alla ricerca delle persone amate, rappresenta il premio finale per chi saprà resistere. Un invito all’uomo a guardare sempre al domani ad essere fiducioso in Dio che gli offrirà una soluzione ai suoi affanni. È una storia antica ma sempre attuale, che dura e sempre durerà come l’opera di Capuano”.

Letture hanno intervallato le conversazioni seguite da un intervenuto Ettore Capuano che, oltre a parlare della sua opera, ha risposto ad alcune domande rivoltogli da persone presenti.

Prima della chiusura, ancora un intervento dal pubblico seguito dai ringraziamenti di Grazia, Assunta e Rosaria Cerino.

Ci complimentiamo con la famiglia Cerino che organizza sempre Salotti altamente culturali.

Alberto Del Grosso

Giornalista Garante dei Lettori

del giornale Positanonews