Finisce in Procura e davanti ai giudici della Corte dei Conti la tanto contestata installazione delle cupole geodetiche – costate 628mila euro – nell’area archeologica di Paestum. Dopo una serie di interrogazioni parlamentari, l’ultima contestazione arriva dai consiglieri di opposizione Gennaro De Caro, Nino Pagano, Pasquale Cetta e Franco Tarallo che hanno chiesto All’autorità di vigilanza «di verificare se gli atti adottati dal Comune di Capaccio per l’acquisizione delle strutture siano in linea con la normativa vigente»; alla Corte dei Conti, invece, hanno chiesto di accertare «profili di illegittimità negli atti amministrativi e di valutare eventuali ipotesi di responsabilità erariale di amministratori, sindaco, segretario generale e responsabili di settore». Le cupole sono state acquistate dal Comune attraverso un mutuo contratto alla Cassa depositi e prestiti. «È bene precisare – affermano i consiglieri – che per l’intervento non risulta approvato alcun progetto che, comunque, era da includere nel programma triennale/ elenco annuale delle opere pubbliche. Inoltre, nei documenti amministrativi del Comune non si fa menzione delle autorizzazioni paesaggistica e archeologica, né si fa riferimento a pareri semmai resi della commissione locale del paesaggio. Si tratta di un’opera pubblica non collocata su un’area di proprietà del Comune in contrasto con lo strumento urbanistico vigente. La legge che tutela i templi, infatti, inibisce qualsiasi nuovo intervento edificatorio al suo interno. Alla luce delle anomalie riscontrate, chiediamo che siano effettuati gli opportuni accertamenti e chiarimenti». Intanto, il sindaco Italo Voza ha annunciato che se entro il 30 gennaio l’ente non otterrà una proroga delle autorizzazioni necessarie le tre cupole geodetiche saranno installate a Capaccio scalo. «Stiamo dialogando anche con il Ministero, abbiamo chiesto una proroga per consentirci di mantenere le Sfere Expo nell’area archeologica fino a novembre, ma se ciò non dovesse avvenire entro il 30 gennaio prossimo, le cupole saranno smontate e trasferite nel centro urbano di Capaccio Scalo, definitivamente, e ci organizzeremo per valorizzarle e sfruttarle al meglio anche in quella location». A Capaccio Scalo, due delle tre cupole geodetiche saranno forse montate ai lati di Via Caduti di Nassiriya, un’altra al capoluogo. La decisione di collocare le strutture nei templi è stata da molti osteggiata. L’ex senatore Gaetano Fasolino ha parlato di «abuso edilizio» in una nota inviata al ministro Franceschini: «Tre vergognose palle intristiscono l’immagine della cultura italiana agli occhi del mondo. Si tratta di un abuso considerata l’inedificabilità nel sito, dove non può essere realizzata nessuna opera nemmeno con l’assenso della Soprintendenza. Il nullaosta ministeriale è previsto dalla legge solo per indispensabili interventi di ampliamento ovvero modifica di costruzioni esistenti. Le tristemente famose palle sono abusive perché realizzate di recente nelle mura di Paestum». Diametralmente opposta è stata la posizione della deputata Pd Giovanna Palma: «Sa di vecchiume politico la polemica contro l’amministrazione che ha installato le sfere geodetiche nell’area archeologica. L’iniziativa del sindaco è di respiro moderno ed europeo e va incoraggiata e sostenuta». Netta invece la presa di posizione di Legambiente: «L’amministrazione comunale deve impegnarsi a delocalizzare le cupole», dicono Pasquale Longo e Sergio Vecchio (Archivio laboratorio di Paestum). «L’installazione delle cupole disturba non solo la lettura dei tre templi, ma causa un impatto visivo che altera lo stato dei luoghi aggravando la situazione di un contesto già profondamente turbato. La chiusura al traffico della strada, che divide in due la città antica, non è più rinviabile. L’area interna alle mura deve essere protetta da eventi, sia pure provvisori, come fiere, bancarelle, autobus e spettacoli che rappresentano una inutile e retorica cornice intorno alla centralità della città sacra del dorico». (Angela Sabetta – La Città di Salerno)