Salvatore Calabrese detto “The Maestro” originario di Maiori è il barman più famoso al mondo
Nel mondo della mixologia è una rockstar. Alla prima edizione di SuperBar Milanoha raccolto l’entusiasmo dei giovani bartender che gli hanno dedicato lunghi applausi, fotografie, strette di mani e abbracci. Parliamo di Salvatore Calabrese, partito dalla Costiera Amalfitana e approdato a Londra per diventare uno dei più quotati bartender internazionali.
Salvatore Calabrese, detto “The Maestro”, inizia la sua carriera al Duke’s Hotel dove, oltre a preparare ottimi Martini che diventeranno presto la specialità della casa, inventa la Liquid History: cocktail d’epoca preparati con prodotti d’epoca. Proprio durante il suo seminario a SuperBar ha realizzato un Martini Cocktail utilizzando una bottiglia di gin del 1910, una bottiglia di vermouth Martini Extra Dry originaria dei primi del Novecento e gocce di orange bitter, anch’esso d’epoca. Impossibile elencare premi e carriera per mancanza di spazio, ma chi volesse assaporare una sua creazione (magari il Salvatore’s legacy che al costo di circa 5mila sterline è il cocktail più prezioso del mondo) può trovarlo ora da “Salvatore’s” al 14 di Old Park Lane, “Best Bar” secondo The Exclusive London Lifestyle Awards 2012. Tra i suoi cocktail:Spicy Fifty e il celebre Breakfast Martini.Il bar è teatro. Quando entri devi provare un’emozione. Un brivido. Devi sentire che quello è il tuo posto”. Chi parla sa quel che dice. E’ Salvatore Calabrese, detto “The Maestro”, il barman italiano più conosciuto al mondo.
Come tanti altri italiani di talento, ha trovato fortuna all’estero. A Londra, dove oggi guida il Salvatore’s dentro al Playboy club. Un tempio dove si possono assaggiare cose che, per quanto cerchiate, altrove non troverete mai: oltre alle miscele che escono dalle mani del Maestro, cognac e distillati vecchi anche duecento anni e oltre. Il mondo della miscelazione deve molto a Salvatore Calabrese. Sua, con decenni di anticipo, l’idea di riproporre vecchi cocktail dimenticati, classici usciti dal cono di luce. Però, lui non li riproduce con gli spiriti di oggi. Grazie alla sua collezione sterminata di bottiglie, lui è in grado di prepararli con i veri alcolici di allora. Spiriti d’epoca. Sua anche l’idea, che oggi è tra le grandi tendenze della mixology, di comporre cocktail anche con ingredienti freschi e comunque non tradizionali, dalle marmellate agli sciroppi alle erbe aromatiche. Tra l’altro, Salvatore firma un limoncello straordinario in cui le scorze del limone di Amalfi macerano in un cognac sceltissimo. E’ sempre lui ad aver riportato agli antichi fasti il Dukes di Londra, trasformandolo in uno dei sacrari mondiali del Martini cocktail. Ha servito teste coronate e capi di Stato, rockstar e attori, finanzieri e capitani d’industria.
Quali sono gli inizi del Maestro?
“Io sono nato a Maiori, sulla costiera amalfitana. Ho iniziato a lavorare a 11 anni, mio padre sperava così di tenermi lontano dalla strada. Il mio primo lavoro fu all’hotel Reggina, dove il signor Raffello mi insegnò l’ospitalità. Che è la prima regola, da non dimenticare mai. Poi, passai all’hotel Panorama, dove a 21 anni diventai il maître più giovane della Costiera.
Il primo cocktail miscelato?
“Un Negroni. Lei non ci crederà, ma io ancora oggi, prima di prepararlo, dico una preghiera e mi abbasso un po’. In memoria dello sberlone che il signor Raffaello mi mollò quando provai a fare il primo: “Non fare quello che non sei capace di fare”. Io non me lo sono ancora dimenticato”.