27/4/15 Il Prof. Marcello Cesa Bianchi e il dott. Alberto Del Grosso ancora insieme al Suor Orsola Benincasa
Il Prof. Marcello Cesa-Bianchi e il Dr. Alberto Del Grosso, ancora una volta insieme al Suor Orsola Benincasa sulla scia del successo dello scorso anno
Il prof. Marcello Cesa-Bianchi, definito in un articolo del Corriere della sera, un milanese DOC, scienziato e filantropo, con tre lauree honoris causa e una quantità di testi ed articoli da far invidia al più prolifico degli scrittori, tiene per il quinto anno consecutivo, il corso di “Psisologia dell’invecchiamento” presso il Suor Orsola Benincasa di Napoli, una disciplina che ha visto la luce proprio nella città partenopea nel 2010.
La cattedra prende in esame i diversi aspetti dell’anziano e della vecchiaia alla luce delle odierne scoperte che rivoluzionano e mettono in contraddizione quanto si affermava fino a qualche anno fa, su questo terzo ed ultimo periodo della vita dell’uomo.
Secondo Cesa-Bianchi "la vecchiaia non è una malattia, ma una ulteriore opportunità" per coloro che si mantengono propositivamente attivi continuando ad esprimersi creativamente proprio nel periodo della vita che rappresenta il massimo accumulo in termini di esperienza, aggiungendo che non possiamo rimanere immobili ad osservare passivamente che la vita scorra senza il nostro attivo contributo.
Da tempo ormai è stato rilevato come l’attività fisica migliora la perfusione cerebrale e l’efficienza cognitiva, per cui da anziani è indispensabile continuare a coltivare interessi, attività, relazioni, progetti e quant’altro possa contribuire a mantenere attiva anche l’attività cerebrale.
Da qualche anno il prof. Cesa-Bianchi, con l’aiuto dei suoi assistenti, organizza interventi con ospiti esterni di un certo rilievo che, con le loro testimonianze ed esperienze, offrono un contributo inestimabile alle lezioni teoriche trasferendo negli studenti forti emozioni.
Anche quest’anno il prof. Marcello Cesa-Bianchi, ha voluto come ospite in una sua lezione, il Dr. Alberto Del Grosso giornalista/fotoreporter di fama internazionale.
Citando una famosa frase di Gabriel Garcia Marquez “La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”, a grande richiesta, per usare un eufemismo teatrale, è stato introdotto Alberto Del Grosso, che da navigato “anchor-man” ha preferito sedersi davanti alla cattedra per rompere ogni schema accademico, eliminando quella barriera che viene ad interporsi tra docenti e studenti. Questo ha permesso un contatto più cordiale e confidenziale.
Già dalle prime battute Alberto Del Grosso ha catalizzato l’attenzione degli studenti che hanno seguito le sue descrizioni e racconti, senza mostrare alcun segno di noia. Anzi sono risultati molto interessati particolarmente alle numerose foto e lettere come il “certificate of appreciation” firmato Richard Nixon a ringraziamento per l’assistenza prestatagli nel suo viaggio in Europa del 1970, mostrate loro a testimonianza del suo racconto. In circa un’ora e mezza, Alberto ha ripercorso le tappe più significative della sua vita, dalla adolescenza vissuta tra privazioni e paure della seconda guerra mondiale ai teneri ricordi di lontani e mai sopiti amori; dagli studi e sacrifici, ai forti reportage foto-giornalistici in zone di guerra, con una sintesi dei suoi incarichi con il governo americano tra spostamenti al seguito di presidenti degli Stati Uniti e relative esperienze. Non ultima una onorificenza, con medaglia, ricevuta dal Commissario Straordinario Zamberletti, relativa agli impegni svolti da Alberto nel terremoto del 1980 a favore dei terremotati in Irpinia. Infine ha ricordato le sue esperienze nel mondo dello spettacolo e della televisione con particolare riferimento a quella con Eduardo De Filippo. Insomma, una cavalcata attraverso esperienze vissute sulla pelle di un uomo di coraggio, abnegazione e grandi capacità.
Il personaggio Del Grosso, che ancora oggi ricopre cariche importanti come quella di Garante del Lettore di Positano News, di Capo Ufficio Stampa dell’Accademia Alta Cultura Europa 2000, nel suo modo di condurre l'intervento e di “raccontare”, ha portato sicuramente gli studenti, a considerare la figura di Alberto più vicina a quella di un nonno che vorrebbero avere o aver avuto, piuttosto che a quella di un docente.
Alberto, da buon padre di famiglia prima e nonno poi, ha concluso il suo intervento, raccomandando agli studenti, di essere sempre “onesta espressione” di loro stessi, cercando di non scendere mai a compromessi con la propria coscienza e dignità, di non montarsi mai la testa negli augurati successi della loro vita, perché è il miglior modo di perderla, e di considerare la famiglia una istituzione in cui si vive “uno per tutti e tutti per uno”. Del Grosso si è congedato con una espressione emblematica: “Io sono il passato, voi siete il presente e una fascia del futuro del nostro “Stivale” che, con volontà, capacita ed onestà, potrete contribuire a “risuolare”.
Il Prof. Cesa-Bianchi ha definito Alberto un esempio irripetibile di benessere psicofisico e di capacità mentale e nel ringraziarlo per aver accettato il suo invito, gli ha aggiunto una nuova dedica sul suo volume “Vecchio sarà lei!“ donatogli nel loro primo incontro. Alberto, a sua volta, ha ringraziato il Prof. Marcello per averlo voluto ancora una volta accanto a lui e gli studenti che lo hanno seguito con interesse, continuando a porgli domande anche ad intervento concluso.
Ancora un successo per l’iniziativa di cui mi sono fatto promotore, per la cattedra ed i suoi protagonisti, ma soprattutto per Cesa-Bianchi e Del Grosso da cui non solo ho tratto molti insegnamenti, ma dai quali trovo la forza per affrontare le difficoltà della vita auspicandomi di giungere alla mia vecchiaia nelle stesse loro splendide condizioni.
Umberto Santacroce