Una Favola per adulti.

11 maggio 2015 | 00:00
Share0
Una Favola per adulti.

~~C’era una volta un mago, grande, nobile e di buon cuore, con tutte le buone qualità che solitamente vengono date ai maghi nei libri per bambini. Ma proprio perché era così buono di cuore, aveva bisogno di condividere il suo amore, ma non sapeva con chi farlo. Non aveva nessuno su cui riversare le sue attenzioni, qualcuno con cui giocare, con cui passare il tempo e a cui pensare.
E aveva bisogno di sentirsi voluto, perché è davvero triste essere solo.
Cosa poteva fare? Penso di fare una pietra, ma bella, e forse questa sarebbe stata la risposta.
“ Accarezzerò la pietra e sentirò di avere sempre qualcosa accanto a me. Ed insieme staremo bene, perché è molto triste essere soli”. Diede un colpo di bacchetta magica, e, in un istante, ci fu una pietra, esattamente come la voleva lui.
Incominciò ad accarezzarla, ad abbracciarla e a parlarle, ma la pietra non rispondeva. Rimaneva fredda e non faceva niente. Qualsiasi cosa lui facesse alla pietra, essa rimaneva lo stesso oggetto insensibile.
Questo non faceva affatto al caso del mago. Come poteva la pietra non rispondere? Provo a creare altre pietre, poi rocce, colline, montagne, pianure, la terra, la luna, e la galassia. Ma non cambiava niente…niente.
Lui si sentiva sempre triste e molto solo. Perso nella sua tristezza, pensò che, invece delle pietre, avrebbe creato una pianta, una pianta che sarebbe fiorita meravigliosamente. Le avrebbe dato da bere, fatto prendere l’aria, il sole, avrebbe suonato un po’ di musica e la pianta sarebbe stata felice.
E insieme sarebbero stati contenti, perché è triste essere soli.
Diede un colpo di bacchetta magica e, in un istante, ci fu una pianta, esattamente come la voleva lui. Preso dalla felicità incominciò a girarle intorno, ma la pianta non si muoveva. Non ballava con lui e non seguiva i suoi movimenti. Rispondeva solamente a ciò che il mago le dava, nel modo più semplice possibile.
Se le dava l’acqua, la pianta cresceva. Se non lo faceva, moriva. Non era abbastanza per il mago così di buon cuore che voleva dare tutto il suo cuore.
Doveva fare qualcosa di più, perché è molto triste essere soli. Così creò tutte le specie di piante di ogni tipo e misura: campi, foreste, frutteti, piantagioni, e boschi. Ma tutto si comportava allo stesso modo della prima pianta e lui si ritrovava solo nella sua tristezza.
Il mago pensò e ripensò. Cosa doveva fare? Creare un animale! Ma che tipo di animale? Un cane? Si, un cagnolino carino che sarebbe stato sempre con lui. Lo avrebbe portato a fare delle passeggiate e il cagnolino avrebbe saltellato e corso insieme a lui.
Quando sarebbe tornato a casa sua o, meglio, essendo un mago, nel suo castello, il cagnolino sarebbe stato tanto felice di vederlo e avrebbe corso e gli avrebbe fatto le feste. Tutti e due sarebbero stati felici, perché è molto triste essere soli. Diede un colpo di bacchetta magica e ci fu un cane, proprio come lo voleva lui. Incominciò allora a prendersi cura del cane, gli dava da mangiare, da bere e gli faceva le coccole. Correvano insieme e lui gli faceva il bagno e lo portava a fare delle passeggiate.
Ma l’amore di un cane consiste nello stare accanto al suo padrone, essere ovunque lui sia. Il mago era triste vedendo che il cane non poteva comportarsi allo stesso modo, anche se insieme giocavano così bene e andavano in ogni posto. Un cane non può comportarsi come l’amico migliore del mondo, non può apprezzare ciò che il suo padrone fa per lui. Non comprende i suoi pensieri, i suoi desideri e con quanto impegno il suo padrone lo curi.
Ma questo era ciò che il mago voleva. Così fece altre creature: pesci, uccelli, mammiferi e tutti senza risultato. Nessuno di loro lo capiva. Era molto triste essere da soli.
Il mago si sedette e pensò. Allora comprese che un vero amico doveva essere qualcuno che lo cercasse e lo volesse, che fosse come lui, capace di amarlo, di capirlo, di assomigliargli, di essere il suo compagno. Compagno? Vero amico?
Avrebbe dovuto essere qualcuno che gli stesse vicino, che comprendesse ciò che lui gli dava, che potesse ricambiare, rendendogli ogni cosa. Il mago voleva anche amare ed essere amato. Allora insieme sarebbero stati contenti, perché è molto triste essere soli.
Il mago pensò quindi di creare un uomo. Lui poteva essere il suo migliore amico! Poteva essere come lui. Avrebbe avuto bisogno solamente di un piccolo aiuto per essere come lui. E poi insieme sarebbero stati bene, perché è molto triste essere soli.
Ma per sentirsi bene, l’uomo doveva prima sentirsi solo e triste senza il mago. Il mago diede un altro colpo di bacchetta magica e creò l’uomo, che però tenne lontano da sé. L’uomo non sentiva che c’era un mago che aveva fatto tutte le pietre, le piante, le colline, i campi, la luna, la pioggia, il vento, che aveva fatto il mondo intero pieno di cose bellissime, con i computer e il football e che tutte queste cose lo facevano stare bene e non gli mancava niente.
Il mago, invece, continuava a sentirsi triste perché era solo. L’uomo non sapeva che c’era un mago che lo aveva creato, amato, che lo stava aspettando e che diceva che insieme sarebbero stati bene, perché è molto triste essere soli.
Ma come potrebbe un uomo, che si sente soddisfatto, che ha tutto, anche il computer e il football, che non conosce il mago, che non vuole trovarlo o che non vuole conoscerlo, familiarizzare con lui, essergli più vicino, amarlo, essere suo amico e dirgli: “ Vieni insieme staremo bene, perché è molto triste essere da soli, senza di te”?
Una persona conosce solo le cose che gli stanno intorno e fa tutto ciò che fanno le persone che lo circondano. Dice quello che loro dicono, vuole ciò che loro vogliono, cerca di non essere sgradevole, chiede gentilmente dei regali, come un computer o il football. Che possibilità avrebbe l’uomo di sapere che c’è un mago che è triste perché è solo?
Ma il mago ha un gran cuore e continua a cercare l’uomo. Quando il momento arriva, agita la sua bacchetta e tocca il cuore dell’uomo molto dolcemente. L’uomo comincia a credere di stare cercando qualcosa e non si rende conto che il mago lo sta chiamando e gli dice: “ Vieni, insieme staremo bene, perché è molto triste essere solo senza di te”.
Allora il mago agita ancora la sua bacchetta magica e l’uomo sente la sua presenza. L’uomo comincia a pensarlo, a pensare che sarebbe bello essere insieme, perché è molto triste essere soli, senza il mago. Un altro colpo della bacchetta e l’uomo sente che c’è una torre magica piena di bene e di forza nella quale il mago lo aspetta e che solo lì si sentiranno bene, perché è triste essere soli.
“ Ma dov’è la torre? Come posso raggiungerla? Qual è la strada?” l’uomo si domanda, disorientato e confuso. Come può incontrare il mago? Continua a sentire i colpi della bacchetta magica nel suo cuore e non riesce a dormire. Vede sempre maghi e torri meravigliose e non  riesce più a mangiare.
Questo succede quando un uomo vuole fortemente, non riesce a trovarla e si rende conto che è triste essere soli. Ma per essere come il mago, saggio, grande, nobile, di buon cuore, amorevole e fraterno, un colpo di bacchetta magica non è abbastanza. Un uomo deve imparare a fare meraviglie lui stesso.
Allora il mago, senza farsi sentire e senza che l’uomo se ne accorga, lo guida in segreto e con dolcezza al libro magico più grande  e più vecchio che ci sia, il Libro dello Zohar, e gli mostra la via per raggiungere la torre meravigliosa. L’uomo l’afferra per incontrare velocemente il mago, per incontrare l’amico, e per dirgli: “ Vieni, staremo bene insieme, perché è molto triste essere soli”.
Ma intorno alla torre meravigliosa del mago ci sono delle mura altissime e molte guardie respingono l’uomo, impedendogli di riunirsi al mago per stare bene insieme. L’uomo si dispera, il mago si nasconde dietro le porte chiuse a chiave della torre, le mura sono alte le guardie sono molto severe e niente riesce a passare.
Cosa succederà….? Possono stare insieme, sentirsi felici perché è triste essere soli?
Ogni volta che l’uomo si sente debole e disperato, all’improvviso sente un colpo della bacchetta magica e corre ancora verso le mura per provare a saltare le guardie, non importa come. L’uomo vuole attraversare i cancelli, raggiungere la torre, salire i gradini della scala e arrivare dal mago.
E ogni volta che l’uomo si lancia in avanti e si avvicina alla torre e al mago, le guardie si fanno più attente, più sospettose e più dure, respingendolo senza pietà. Ma ad ogni tentativo l’uomo si fa più coraggioso, più forte e più saggio. Impara a mettere a segno ogni sorta di trucco e ad inventare cose che solo un mago sa fare.
Ogni volta che viene respinto, egli sente di volere il mago ancora di più, sente ancora di più il suo amore per lui, e più di ogni altra cosa al mondo vuole stare con il mago e vedere il suo viso – perché sarà bello stare insieme. E anche se gli venisse data ogni cosa di questo mondo, senza il mago, si sentirebbe terribilmente solo.
Allora, quando l’uomo non può più sopportare di stare senza di lui, le porte della torre si aprono, e il mago, il suo mago, corre verso di lui e gli dice: “ Vieni, staremo bene insieme, perché è molto triste essere soli”. Da quel momento, diventano amici sinceri, che non si separano mai e non c’è un piacere più bello di quello che esiste tra loro, per tutta l’eternità. L’uomo e il mago stanno così bene insieme che non si ricordano mai, se non occasionalmente, quanto sia triste essere soli.
Felice Casalino
Nota: Tratta dal testo “ Raggiungere I Mondi Superiori” del Rav. Michael Laitman