Cava de Tirreni, sciopero della fame per Anna Esposito la poliziotta morta a Potenza, i familiari chiedono di indagare

30 luglio 2015 | 00:00
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Cava de Tirreni, sciopero della fame per Anna Esposito la poliziotta morta a Potenza, i familiari chiedono di indagare

 Cava de’ Tirreni. «Inizieremo lo sciopero della fame. Siamo pronti ad incatenarci davanti alla Procura di Potenza. Faremo di tutto per far arrivare la nostra voce al giudice che deve decidere per l’archiviazione». È dura la reazione dei familiari di Anna Esposito, il commissario di polizia trovata senza vita nel 2001 nel suo alloggio nella caserma Zaccagnini a Potenza, alla notizia, ormai ufficiale, della richiesta dei pubblici ministeri Francesco Basentini e Valentina Santoro di archiviazione per Luigi Di Lauro, giornalista del Tg 3 Basilicata, unico indagato nell’inchiesta bis sulla morte della poliziotta cavese. Già nei giorni scorsi le notizie trapelate circa la perizia depositata dal professore Introna avevano scatenato la rabbia e lo sconforto da parte della famiglia di Anna che aveva preannunciato una nuova battaglia. Ed è stata proprio la consulenza di Introna, che nello scorso mese di dicembre aveva eseguito una nuova autopsia dopo la riesumazione del cadavere, ad escludere l’ipotesi dell’omicidio e dello strangolamento. Per il perito, nominato dalla Procura, si sarebbe trattato di un gesto autolesionistico e dunque di suicidio così come accertato dalla prima autopsia, eseguita dal dottor Maglietta nel 2001 che però parlò di suicidio atipico, visto la posizione del cadavere e della cintura, usata per lo strangolamento. Secondo la nuova consulenza ed i nuovi esami sarebbe esclusa o quanto meno difficile da provare la presenza di qualcuno sulla scena del crimine. «Non siamo dei pazzi – dice la zia Enza Magliano – se Anna si fosse suicidata non staremmo qui a fare di tutto per avere giustizia affinchè un omicidio non passasse impunito. Anna aveva dei progetti. Una persona che vuole farla finita non fa progetti: aveva tanta voglia di vivere e sognava di vedere crescere le sue due figlie e di vederle realizzate come lei. Sono arrabbiata ed angosciata, mi vergogno di vivere in una Nazione dove la giustizia per le persone che non contano è inesistente». E continua: «Scriverò ad un giornale tedesco. Devono sapere anche all’estero cosa succede di nuovo a Potenza. Siamo di fronte ad un altro caso Claps: prima è dovuta morire un’altra donna e poi è stata fatta giustizia. Non ci fermeremo, siamo pronti ad iniziare lo sciopero della fame» Simona Chiariello, Il Mattino