Profittando della lunga pausa ferragostana, preso dalla curiosità, ho iniziato a leggere con attenzione i post pubblicati su un noto social network da parte dei tanti “amici” virtuali; ebbene, quello che ho potuto riscontrare, è l’assoluto vuoto interiore di una gran parte di questi internauti.
Mi è stato particolarmente difficile trovare e leggere un pensiero di un qualche spessore, di contro, populismo esasperato, giudizi tranchant, citazioni fatte passare per pensieri propri, e, cosa ancora più sgradevole, scritti sicuramente non autografi. Naturalmente parlo della quasi maggioranza dei profili visionati, altri, sono sicuramente degni di attenzione.
Che piacere si possa trovare in questo modo di agire, è da psicologi o sociologi, che meglio potrebbero illuminarci circa questi comportamenti. Ciò nonostante, reputo, che sia il vuoto interiore, la mancanza di interessi particolari, a indurre in queste condotte.
L’invito che mi sento di fare è questo: non perdete tempo su questi social, usateli con parsimonia, appassionatevi alla lettura, sia essa narrativa, saggistica, storica, naturalistica, spirituale, sappiate che nel tempo ne guadagnerete.
Altrimenti non si potrà non dare ragione ad Umberto Eco ( per chi non lo conoscesse l’autore di “Il nome della rosa”), che così ha definito i social: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli».
A ben considerare le cose, ha ragione l’eminente Professore.
Felice Casalino