La Saggezza della Kabbalah. Considerazioni di un principiante.

1 ottobre 2015 | 00:00
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La Saggezza della Kabbalah. Considerazioni  di un principiante.

La Saggezza della Kabbalah è una delle più antiche saggezze al mondo, nasce in Mesopotamia circa 5.000 anni fa. Uno tra i primi  a scriverne e ad insegnarla fu  Abramo. Per secoli è stata occultata e soli pochi uomini (kabbalisti) ne conoscevano e ne tramandavano ai pochi studenti meritevoli gli insegnamenti più profondi.

Uno dei testi più significativi ed importanti  della Kabbalah giunti fino a noi è sicuramente “Lo Zohar”, scritto circa duemila anni fa. Questo testo ci preannuncia che la Saggezza della Kabbalah avrebbe avuta la sua massima espansione a partire tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI secolo.

La Saggezza della Kabbalah non è una religione, non è esoterismo, non è misticismo, non è magia, essa è una scienza che fa da guida a chiunque intenda raggiungere ciò che i kabbalisti denominano i Mondi Superiori o Mondi Spirituali.

La Kabbalah è la madre di tutte le filosofie e di tutte le scienze moderne, ecco cosa scrisse Johannes Reuchlin un umanista del 15OO nel suo “De Arte Cabbalistica”: “il mio maestro Pitagora, padre della filosofia, acquisì senza ombra di dubbio la propria saggezza dai Cabbalisti”. Celebri scienziati e filosofi di molti paesi, come ad esempio Newton, hanno indagato e cercato di capire la scienza della Kabbalah.

Dopo questo breve excursus cerchiamo di delineare, per quanto ci è possibile in relazione a ciò che abbiamo appreso, alcuni concetti base di questa illuminante saggezza.

Che cos’è la Saggezza della Kabbalah?

Rabbi Yehuda Ashlag meglio conosciuto come Baal HaSulam così definì l’Essenza della Saggezza della Kabbalah: “Per dare una risposta soddisfacente a codesto quesito darò una definizione fedele che è stata conservata intatta. Questa Saggezza non è né di più, né di meno, di una sequenza di radici che discendono per motivi di causa ed effetto entro leggi determinate ed assolute che si congiungono e tendono ad un solo obiettivo che è denominato: “la rivelazione della Sua Divinità alle Sue creature in questo mondo”.

Lo studio della Saggezza della Kabbalah, comporta enormi sforzi, inoltre i testi, non sempre comprensibili per un principiante, amplificano l’impegno per cercare di penetrare i pensieri e i concetti espressi dagli autori. Grazie a tutto ciò, la lettura di questi testi richiama una particolare Luce che  aiuta a correggerci.

Qual è lo “strumento” idoneo per iniziare  lo studio di questa antica Saggezza? Il desiderio.

Il desiderio di voler comprendere: qual è il significato della nostra vita? È mai possibile che il tutto si riduca nel nascere, procreare, accumulare qualche bene materiale, condurre una vita di solito caratterizzata da sofferenze e da pochi momenti di gioia e infine morire?

In più, se considerassimo che tutti noi siamo mossi dalla ricerca di piaceri egoistici (in quanto questa è la nostra natura), il più delle volte effimeri, che si esauriscono nel momento in cui li abbiamo soddisfatti, e pertanto passiamo immediatamente a rincorrerne di nuovi senza mai sentirci pienamente appagati, se solo riuscissimo ad avere consapevolezza che i nostri comportamenti, il nostro modo di affrontare  la vita è così contrario e così lontano dalle Leggi della Natura, ovvero dal Creatore e dal Piano Generale della Creazione, probabilmente riusciremmo a risvegliare dentro di noi quello che i Kabbalisti definiscono “il punto nel cuore”, inserito dentro di noi direttamente dal Creatore.

Solo attraverso questo minuscolo punto,  se saremo capaci di svilupparlo anziché ammutolirlo e ridurlo al silenzio, come purtroppo abbiamo fatto fino ad oggi, potremmo iniziare il nostro cammino nella comprensione dei Mondi Spirituali.

Ciò di cui necessitiamo è il desiderio di comprendere, di voler entrare in contatto con l’Architetto del Piano Generale della Creazione, in questo modo pian piano cominceremo a mutare i nostri desideri da egoistici in altruistici, perché il Creatore è pura dazione, è amore, ed in Lui non vi è traccia di egoismo.

Solo in questo modo, raggiungendo una equivalenza di forma con il Creatore, il nostro desiderio, che nel contempo ha costruito l’opportuno vaso – recipiente, potrà essere colmato della Sua Luce con tutta l’Abbondanza di piaceri che Egli aveva previsto sin dall’inizio.

Realizzando ciò, daremo un senso alle nostre vite differenziandole dagli animali, che vivono in modo istintivo, e potremo congiungerci definitivamente con il Creatore.

Per concludere, ribadisco che la Saggezza della Kabbalah è una guida per chiunque senta il desiderio di comprendere i Mondi Superiori o Mondi Spirituali.

Felice A. Casalino