Salerno. Assenteismo, al Ruggi si allarga l’inchiesta interna, s’indaga su altri due dipendenti

8 ottobre 2015 | 00:00
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Salerno. Assenteismo, al Ruggi si allarga l’inchiesta interna, s’indaga su altri due dipendenti

Salerno. Nuovi procedimenti disciplinari, con coefficiente di rischio licenziamento altissimo, sarebbero pronti a partire per altri due dipendenti del “Ruggi” coinvolti nello scandalo dei “badge ballerini”. La direzione generale del presidio di via san Leonardo, infatti, ha intenzione di procedere, per quanto nelle sue competenze, anche nei confronti di quelli, non tanti sembra, che nell’ordinanza del gip Sergio De Luca, eseguita dai militari della guardia di finanza con l’operazione “Just in time”, vengono definiti “timbratori”. Ossia coloro che si prestavano a “strisciare” il tesserino magnetico che segna le presenze sul luogo di lavoro al posto dei dieci assenteisti scoperti e poi puniti. Sicuramente il danno che essi hanno provocato all’azienda è inferiore di quello causato da coloro che, invece di eseguire il lavoro per cui venivano regolarmente pagati, andavano a fare la spesa, a giocare a carte o a passeggiare sulla spiaggia in dolce compagnia. Ma la loro complicità ad atteggiamenti così smaccatamente irriguardosi e fraudolenti sembra che non si intenda perdonare negli uffici amministrativi del “Ruggi”. Anche loro, quindi, rischiano grosso perché secondo il Decreto Brunetta, quello anti-fannulloni tanto per intendersi, la loro condotta è deprecabile tanto quanto quella degli assenteisti. Ma i ripari a cui l’azienda sta correndo per tamponare il discredito naturalmente maturato per via dei gravi episodi registrati tanto nei reparti che e negli uffici, non sembrano essere terminati e voci “di corsia” parlano di grandi preparativi “difensivi” in vista delle possibili nuove ordinanze che potrebbero arrivare per stanare gli altri furbetti finiti sotto la lente d’ingrandimento dei baschi verdi. Il direttore generale Vincenzo Viggiani, che già questa mattina potrebbe recarsi in Procura per essere ascoltato dagli inquirenti al lavoro su un’inchiesta che potrebbe allargarsi a macchia d’olio, ha già contattato il professor Sergio Perongini – già magistrato e ordinario di Diritto amministrativo, nonché titolare, tra le altre, delle cattedre di Diritto amministrativo e di Diritto processuale amministrativo presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’università degli Studi di Salerno – per ottenere un aiuto consistente su come districare la matassa che sta strangolando il “Ruggi”. Ricordiamo che l’inchiesta della guardia di finanza, partita per verificare le reali ore di lavoro effettuate da alcuni dipendenti la cui griglia di presenze risultava quantomeno ambigua, ha permesso di inchiodare ben dodici persone, dieci delle quali sospese: Enrico Severino, Francesco Fasano, Antonio Criscuolo e Lucia Grillo (indagata a piede libero) – che avevano il compito di timbrare con più frequenza i cartellini per conto dei colleghi “assenteisti” – più i veri beneficiari delle condotte fraudolenti dei “badgisti”: Vincenzo Califano di Nocera Inferiore, Carmela Di Paolo, Maria Luisa Palo di Montecorvino Pugliano, Santo Pepe, il noto sindacalista Carmine De Chiaro di Mercato San Severino, Elena D’Ambrosio, Ciro Cuciniello e Luisa Gargano (per la quale il gip ha respinto la misura cautelare). Si tratta di una caposala, quattro infermieri, due tecnici specializzati disinfettori e tre operatori sanitari. Tutti rispondono, a vario titolo, di truffa ai danni dello Stato e false attestazioni nell’utilizzo del badge. Tutti – tranne De Chiaro che ha rilasciato una dichiarazione fiume in Procura, poi secretata – sono rimasti in assoluto silenzio durante gli interrogatori di garanzia dinanzi al gip Sergio De Luca svoltisi la scorsa settimana. (Fiorella Loffredo – La Città di Salerno)