Case dell’acqua polemiche a Cava , dubbi in Costiera amalfitana e Agerola. Rischio arsenico denunciato da Report

19 gennaio 2016 | 00:00
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Case dell’acqua polemiche a Cava , dubbi in Costiera amalfitana e Agerola. Rischio arsenico denunciato da Report

Case dell'acqua polemiche a Cava , dubbi in Costiera amalfitana e Agerola . Sono arrivate più volte segnalazioni a Positanonews, anche in seguito al servizio di Report sui rischi della mancata manutenzione delle case dell'acqua, sulle problematiche che potrebbero venire da esse installate un pò dappertutto fra la Costa d' Amalfi, che consideriamo da Positano ad Agerola e Cetara, La Gabanelli a novembre scorso era tornata alla carica su Felice Maniero alias“Luca Mori”, nuovo nome dell’ex boss della mala che oggi, per vivere, installa le casette dell’acqua filtrata negli uffici. Secondo le analisi condotte sull’acqua del comune romano di Fonte Nuova, l’acqua «purificata fino a diventare oligominerale» prima di essere filtrata aveva un valore dell’arsenico inferiore ad uno, mentre una volta filtrata, come riscontrato dall’Usl, risultava maggiore di 17. La carica batterica riscontrata risultava eccessiva ma non volevamo lanciare allarmismi anche perchè non sappiamo di chi siano le casette dell'acqua nostre ne come funzionano, ma bisogna comunque sapere che i problemi ci possono essere visto che il ruolo di un giornale è fare da sentinella anche nei confronti degli amministratori che dovrebbero sapere piu di noi se si fa la manutenzione. . Oggi su La Città di Salerno però ne parla , per Cava de Tirreni, Giuseppe Ferrara :Case dell’acqua sotto la lente di politici e cittadini. Manutenzione e funzionamento a singhiozzo, qualità dell’acqua e legittimità di un servizio che dovrebbe, in teoria, essere pubblico: questi gli argomenti avanzati non solo dagli utenti dell’ “acqua alla spina” ma anche da chi, in consiglio comunale e non solo, ha interrogato l’amministrazione sulla gestione e il mantenimento delle ben note casette. Aumentano così – alla luce dei solleciti pervenuti dal consigliere Massimiliano Di Matteo in merito ai controlli qualità e alle segnalazioni di malfunzionamenti da parte dei cittadini – le perplessità e la diffidenza a quasi un anno dal completamento dell’installazione dei distributori in tre zone della città. Dal Comune però garantiscono l’effettuazione a breve di controlli straordinari. Le perplessità maggiori riguardano costi e benefici, non solo per i consumatori ma anche per la ditta che gestisce il servizio. La manutenzione, infatti, è a totale carico di quest’ultima che allo stesso tempo riscuote l’intero incasso dei distributori che erogano la stessa acqua dei rubinetti domestici. «A conti fatti – spiega Francesco Lambiase, residente di Santa Lucia che fino a qualche tempo fa si recava presso il distributore locale – costa meno bere l’acqua che arriva in casa. È la stessa proveniente dall’acquedotto, poi chi la preferisce frizzante va alla casa dell’acqua. Definirlo un servizio pubblico però è un po’ eccessivo, più che altro parliamo di un’attività di impresa». Una questione sulla quale si sono soffermati anche gli attivisti del gruppo “Cava 5 Stelle – Libro Bianco”, presieduto da Maurizio Di Domenico. «È un argomento che avevamo già posto ai tempi dell’installazione dell’ultima casa dell’acqua – raccontano i membri del gruppo –. Al netto degli indubbi benefici dal punto di vista ambientale ed ecologico, si sarebbe potuto definire un bene pubblico se almeno l’acqua naturale fosse stata gratuita, o quantomeno fornita gratis entro un limite di 2-3 litri a famiglia». Una tematica, questa, che viaggia di pari passo con una serie di disservizi segnalati da alcuni cittadini che per oltre una settimana non hanno potuto usufruire dell’acqua erogata dall’impianto in via Ragone. Inaugurazioni in pompa magna, oltre 40mila euro spesi tra installazione e collaudi, eppure, in meno di 12 mesi già i primi malfunzionamenti. «Capita a volte che il led che indica l’importo inserito si spegna all’improvviso – spiega Antonio Della Corte, che si rifornisce proprio in via Ragone –. In alcuni casi le monete vengono ricacciate, in altri restano dentro il distributore». Un problema che s’è risolto, almeno per ora, solo grazie ad un colorito cartello apposto proprio dai consumatori e che, a conti fatti, si è rivelato più che utile visto che solo pochi giorni fa l’ufficio ambiente di Palazzo di Città ha fatto sapere dell’avvenuta riparazione da parte della ditta e del corretto funzionamento non solo della casetta di via Ragone, ma anche di quelle in via Aldo Moro e nell’area parcheggio retrostante piazza Baldi nella frazione di Santa Lucia che sono attualmente sottoposte a revisione generale. Da Palazzo di Città, inoltre, sono arrivate rassicurazioni anche in merito alla qualità dell’acqua. Più di qualche dubbio l’aveva sollevato, in sede di assise cittadina, il consigliere comunale Massimiliano Di Matteo. «Ci sono tantissimi cittadini che beneficiano del servizio – ha detto Di Matteo – è giusto che vengano messi anche a conoscenza della qualità dell’acqua che comprano e bevono». Per fugare ogni dubbio è intervenuto l’architetto comunale Luigi Collazzo, il quale ha fatto sapere che oltre a una serie di autocontrolli predisposti settimanalmente dalla ditta che gestisce il servizio ci sono anche i rilievi effettuati periodicamente dall’Asl. «L’acqua delle case dell’acqua, così come quella di tutte le fontane sul territorio – ha detto Collazzo – è sottoposta a ordinari controlli da parte dell’Asl. Le case sono soggette a controlli periodici previsti obbligatoriamente dalla legge».