Meta. Vendita beni immobiliari: rischio parentopoli? L’opposizione attacca
META. «Massiccia svendita» del patrimonio immobiliare comunale. È questa “l’accusa” lanciata dal gruppo Meta Comune con un’interrogazione indirizzata, tra gli altri, al Presidente del Consiglio di Meta Michele Castellano.
La vicenda, già nota ai più, ha infatti un ineludibile risvolto personale che riguarda direttamente il Presidente. Ma andiamo con ordine.
L’amministrazione comunale di Meta ha approvato, lo scorso novembre, una delibera con la quale veniva predisposto l’lenco degli immobili alienabili di proprietà comunale. Trattasi di venti lotti tra unità abitative, terreni e box per un controvalore dichiarato di 2 milioni e seicentomila euro. Tra questi lotti ve ne sono alcuni locati, tra cui due unità a vico I Scarpati e precisamente i lotti riferibili alle schede 002a e 002b della determina n.661 del 30/12/2015, per i quali è stato stimato un controvalore rispettivamente di 312.316,78 e 316,523,74 euro.
Per il conduttore di questi immobili viene riconosciuto, ex lege, il diritto di opzione per l’acquisto degli stessi, godendo di una riduzione sul prezzo del 30%.
Il che ha portato il gruppo Meta Comune ad opporsi a tali alienazioni già in sede di consiglio comunale ed oggi, con apposita interrogazione, chiedendo conto della necessità di vendere i beni suddetti, dato il minor ricavo per l’Ente che incide su quasi un terzo del valore dell’immobile.
«In particolare – scrive Meta Comune – riservare il diritto di opzione ai locatari di beni comunali che non sono di edilizia popolare, sottrae la vendita di beni di pregio ai maggiori introiti derivanti dall’indizione di un’asta pubblica, con evidente danno erariale».
Premesso dunque che il Comune, sebbene contento di battere cassa, non conclude di certo un affare nella vendita di quei beni, c’è un altro elemento che viene in rilievo nell’analisi della vicenda.
Conduttore dell’immobile è, infatti, Antonino Castellano, che, coincidenza vuole, sia il fratello dell’attuale Presidente del Consiglio comunale metese.
Il diritto di opzione che vede Antonino Castellano leggittimato ad acquistare il bene immobile con un risparmio del 30%, ha trovato un responso immediato.
Il 65enne ha, infatti, subito versato come acconto nelle casse comunali i 132.056,52 euro per l’acquisto dei due lotti di vico I Scarpati. Dovrebbe poi seguire l’acquisto rispettivamente per un totale di 218.621,75 euro per il primo lotto e 221.566,62 euro per il secondo lotto.
Facendo un rapido calcolo tra il controvalore dei 2 immobili dichiarato dallo stesso Comune (628.840.52 euro) e la cifra che verrà sborsata dal Castellano, si può constatare come gli immobili di proprietà comunale vengano venduti al fratello dell’attuale Presidente del Consiglio comunale ad una cifra inferiore (440.188,37 euro) con un risparmio per il conduttore di 188.652,15 euro sul valore degli immobili.
«La politica di gestione del patrimonio pubblico messa in atto dal sindaco e dall’amministrazione – sottoscrivono le 3 donne di Meta Comune Antonella Viggiano, Marialaura Gargiulo e Laura Attardi – contrasta con i principi di tutela e salvaguardia degli interessi della collettività». Fonte: Costanza Martina Vitale da: Le Cronache