Castellammare – operai Fincantieri sul piede di guerra DA IL Mattino il testo
Francesco FuscoCastellammare. Interrompere la cassa integrazione per 170 lavoratori e garantire nuove commesse al cantiere stabiese. Sono gli obiettivi degli operai Fincantieri che ieri mattina hanno manifestato lungo la statale 145 sorrentina, per chiedere all'azienda e alle istituzioni regionali e nazionali di rispettare gli impegni assunti lo scorso gennaio. Circa 200 sono le tute blu che, a partire dalle 9 si sono ritrovate davanti ai cancelli dello stabilimento di via Caio Duilio per raggiungere, in corteo, la statale sorrentina in località Pozzano. Qui hanno effettuato un sitin, bloccando di fatto il traffico sia in direzione Sorrento che in direzione Napoli e provocando, dunque, gravi disagi a pendolari e turisti che quotidianamente percorrono l'arteria. L'Anas ha provveduto così a chiudere al traffico la statale fino alle 12, quando la manifestazione si è conclusa. «È necessario che si rispettino gli impegni assunti ormai tre mesi fa al ministero dello Sviluppo Economico – ha detto Giovanni Sgambati, segretario generale Uilm Campania – Occorre dare una prospettiva più consistente al cantiere di Castellammare. Ci erano state promesse nuove commesse, ma al momento la situazione è totalmente ferma». Durante il corteo di protesta i lavoratori hanno mostrato cartelli e striscioni contro la classe politica. Nel mirino sono finiti in particolare, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il premier Matteo Renzi e diversi esponenti della giunta regionale, ritenuti responsabili di non aver mantenuto gli impegni presi con le maestranze. «Riteniamo insopportabile la situazione – ha commentato invece Antonio Santorelli della Fiom – Fincantieri ha cantieri saturi di lavoro mentre non si riesce a capire perché Castellammare e Palermo, i cantieri del Mezzogiorno, sono penalizzati e non hanno lavoro. Pretendiamo una missione produttiva per il cantiere di Castellammare ha continuato – vogliamo che la Regione dica cosa bolle in pentola e cosa è disposta a fare. È inaccettabile quello che succede, a meno che il Governo e la Regione non abbiano deciso di chiudere questo stabilimento». In serata poi una delegazione di lavoratori è stata ricevuta a Napoli da funzionari della Regione, dopo la convocazione arrivata dallo staff di De Luca. Durante l'incontro, le tute blu hanno chiesto la concretizzazione degli impegni presi nei mesi scorsi. A partire dalla fine della cassa integrazione, originariamente prevista per 129 operai e che, invece, è stata estesa ad altri 41 lavoratori con una proroga di 13 settimane. Dalla Regione sarebbero arrivate delle rassicurazioni circa la volontà di confermare l'iter tracciato lo scorso gennaio a Roma con il governo. In primo piano c'è la realizzazione di una nave oceanografica, con investimenti per 250 milioni di euro. Ma si punta anche sul rinnovo della flotta della Marina Militare Italiana e sulla campagna regionale di rottamazione delle navi obsolete, che navigano le acque campane. Intanto, il confronto tra sindacati e azienda proseguirà nelle date già fissate del 27 e 28 aprile prossimi, subito dopo lo sciopero nazionale dei metalmeccanici previsto per il 20 aprile. Oltre alle problematiche legate al cantiere stabiese, si affronterà anche il problema legato al rinnovo del contratto nazionale integrativo.
(Utente dal Web)