Il borgo della memoria .Due domeniche(1 e 8 Maggio) tra storia ,teatro e folkore

30 aprile 2016 | 00:00
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Il borgo della memoria .Due domeniche(1 e 8 Maggio) tra storia ,teatro e folkore

Un nuovo evento nella città di Cava de Tirreni, che permetterà, ai Cavesi di riscoprire le proprie origini, e, ai non Cavesi, di vivere un'atmosfera di altri tempi.

Per chi avesse voglia di passare una domenica mattina un po' diversa, la ridente cittadina metelliana di Cava de Tirreni, offre, l'uno e l'otto maggio, un'occasione da non perdere: un percorso guidato teatralizzato che parte da Piazza San Francesco ( all'inizio del borgo) e sale verso lo Scacciaventi con la guida dell'architetto Lorenzo Santoro, autore del libro "Il borgo in nuce". 
La prima passeggiata sarà alle ore 9,30 e la seconda alle ore 11,30 di entrambe le domeniche.
L'eccezionale cicerone vi guiderà per i palazzi gentilizii della città, illustrandoli e raccontando annedoti e particolari ai più sconosciuti. Lungo il percorso all'interno delle corti originarie, ci saranno tre momenti rievocativi con la partecipazione di giovani attori cavesi:
Antonio Coppola
Rosanna de' Bonis
Mario Odato
Valeria Palladino
Pietropaolo Parisi
Rosario Volpe
su testi di Francesco Puccio, attore-regista-scrittore cavese, e la direzione artistica della vulcanica Geltrude Barba.
L'evento è gratuito e prevede le prenotazione per la formazione dei gruppi telefonando al numero 3933378060.

La prima visita si svolgerà nella corte del Palazzo Galise De Marinis dove si assisterà all'arrivo di Carlo V sul cui regno non tramontava mai il sole. L'imperatore dopo la spedizione di Tunisi, si recò nei suoi possedimenti di Sicilia e di Napoli e in questa occasione, alla fine di novembre del 1535 arrivò a Cava. La notizia del suo arrivo provocò grande ansie a tutti. Alla fine si decise di offrirgli le chiavi della città in un bacino d'oro, di farlo mangiare e dormire a casa di Giovanni di Mauro. Inoltre fu deciso di aggiustare alcune strade, di ornare ogni bottega di un arco trionfale insomma, come si direbbe oggi, un completo restauro con i mezzi e le conoscenze del tempo.Il solenne ingresso e quel che seguì piacquero all'imperatore che , ricordandosi che poco prima il principe di Salerno gli aveva chiesto Cava in feudo, disse che"li parse che non era poca la pretenzione de lo prencipe…" tradotto "non è cosa possibile".
Il secondo episodio si svolgerà nel palazzo Quaranta e riguarderà il Principe Tommaso di Savoia Carignano, il quale nel 1648, a capo della flotta francese, occupò Marina di Vietri. Il comando della “piazza” di Vietri era stato affidato al generale Pietro Carola, cittadino cavese di nobile famiglia, che aveva ai suoi ordini 500 uomini, metà spagnoli, metà volontari cavesi. Quando il principe Tommaso si volle spingere fino al ponte di S. Francesco, all'ingresso di Cava, i cittadini cavesi, chiamati a raccolta dal suono della campane di tutte le chiese, tutti armati, al comando di Pietro Carola, non solo gli opposero forte resistenza,ma lo ricacciarono fino alla Marina, obbligandolo a rifugiarsi sulle navi

Si passa poi al Palazzo Genoino,appartenente a Don Giulio Genoino, giurista Cavese che fu l'artefice con Masaniello della famosa rivolta del 1647.Il fatto è noto:il duca d'Arcos aveva reintrodotto l'onerosa gabella sulla frutta, l'alimento più consumato dai ceti umili del tempo, cosa che scatenò un putiferio.
In questo clima politico incandescente, Genoino formò un nutrito gruppo di esponenti del ceto medio scontenti del malgoverno spagnolo e  tramite Marco Vitale, Genoino fece la conoscenza di un giovane pescivendolo-contrabbandiere,Tommaso Aniello d'Amalfi detto Masaniello. Il giovane, appena ventisettenne, era diventato il portavoce del malcontento popolare verso la prepotenza dei gabellieri. Masaniello aveva subito in prima persona le angherie degli esattori, e per la sua irruenza e la considerazione di cui godeva presso i popolani, fu scelto da Genoino come suo braccio armato. Il vecchio giurista, ormai ultraottantenne, decise di servirsi del giovane pescivendolo per realizzare il suo progetto rivoluzionario e allo stesso tempo per tenere sotto controllo le tendenze anarchiche della plebe. Nella rivolta di Masaniello ebbero un ruolo rilevante numerosi Cavesi, che si recarono a Napoli per sorreggere, l'azione ribelle. 

Questo solo per soddisfare la curiosità dei più. La parte più interessante sarà partecipare a questo imperdibile evento.

Angela Vitaliano