Sorrento/Trasporto scolastico La Cassazione boccia l’inchiesta Dopo Giammarino, scagionati anche Ronca e Cacace

19 aprile 2016 | 00:00
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Sorrento/Trasporto scolastico La Cassazione boccia l’inchiesta Dopo Giammarino, scagionati anche Ronca e Cacace

ANTEPRIMA Sorrento . Continuano a sgonfiarsi le accuse per l’inchiesta sull’affidamento del servizio di trasporto scolastico a Sorrento. Alfonso Ronca e Giovanna Cacace non dovevano e non potevano essere messi agli arresti domiciliari. Motivo? Mancano i gravi indizi di colpevolezza nei loro confronti. Lo ha detto la quinta sezione della Cassazione nella giornata di oggi, confermando la decisione del Tribunale del Riesame. La Suprema Corte, infatti, ha dichiaro inammissibile il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Con il ricorso è stata chiesta la revoca dell’annullamento delle misure cautelari disposta dal Tribunale. Ma la Cassazione si è espressa, ancora una volta, contro la richiesta della Procura. In sostanza, anche la Cassazione conferma la lettura dei fatti fornita dal tribunale, secondo il quale, non si intravede al momento alcuna prova concreta sulla presunta “combine” per favorire nell’affidamento del trasporto scolastico la cooperativa “Tasso”. Anzi. Risulta confortata dalla Cassazione la ricostruzione  del Riesame che ha motivato l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare sulla base della mancanza dei gravi indizi di colpevolezza e l’insussistenza del quadro accusatorio prodotto dalla Procura. Inoltre, sempre il Tribunale, ha messo in evidenza l’assenza dei requisiti che giustificano la restrizione della libertà nel corso delle indagini: inquinamento delle prove, reiterazione del reato e pericolo di fuga. Una impostazione che, di fatto, ha smontato tutte le argomentazioni portanti dell’inchiesta. A questo punto, se non dovessero emergere fatti nuovi, congruenti e rilevanti, sarà difficile poter chiedere ed ottenere il rinvio a giudizio degli attuali indagati. La notizia dell’inchiesta ha suscitato particolare scalpore considerata la rilevanta imprenditoriale dei vertici della coop ed il ruolo del dirigente comunale Antonino Giammarino. Un clamore che poi è andato progressivamente a rientrare, anche alla luce dei fatti nuovi che hanno portato a rivedere sotto altra luce la vicenda finita nel mirino della magistratura.