Segni particolari: bellissimo. E s’era visto, se ne era accorto anche “el Pipita”, che esultando diede il senso di quel capolavoro: «Mammia mia». L’aveva fatta grossa, certo; e ci aveva messo tutto il proprio talento, la sua esuberanza tecnica, danzando lungo sul limite dell’area di rigore, da sinistra verso destra, aspettando il momento buono. Legia Varsavia-Napoli, è il primo ottobre dello scorso anno, e sono scene che restano per gli esteti del calcio e per la commissione di esperti della Uefa (una super giuria, tra i presenti anche Alex Ferguson, ex manager del Manchester United), quella che ha dovuto decidere quale fosse stato il gol più bello. Al secondo posto Dembele (Tottenham) con la sua rete all’Anderlecht, poi il capocannoniere del torneo Aduriz (Atletico Bilbao) a segno contro il Marsiglia. l’esecuzione. E’ quel frammento di calcio sublime, quella immagine che rimane incollata alla memoria: in realtà, una serata «eccezionale», perché “el Pipita” si accomoda in panchina ed ossequia le leggi del turn-over, ma quando entra, ed il Napoli è già in vantaggio per 1-0, decide di farlo sul serio, prendendosi la scena, come spesso gli è accaduto, ed esaltando il capitale umano ch’è in lui. Un gol da favola, anche per l’Uefa.
fonte:corrieredellosport