Ercolano ritrova le magie del parco di Villa Favorita. Ingresso gratuito ai giardini, telecamere contro i vandali
Ercolano. Qui vissero e si divertirono i sovrani di mezzo mondo. Qui si è appena alzato un nuovo sipario su meraviglie e risorse. Il parco inferiore di Villa Favorita. Accesso alla Casina del Mosaico; discesa al Molo Borbonico; “sotto” il Vesuvio e sui golfi di Napoli e Sorrento. Una gran festa ieri mattina. Migliaia di lecci antichi e recentemente trapiantati in 30mila metri quadri: tutti destinati al pubblico, un migliaio di persone per l’inaugurazione. Si entrerà gratis in questo posto magico che il comune di Ercolano ha ottenuto in convenzione con l’Ente Ville Vesuviane. Un pezzo di storia “buona” di cui si riappropria la città degli Scavi e delle Ville Vesuviane, ma anche di potenti clan che lungo queste strade di storia ne hanno scritta un’altra. Un parco che da ieri apre spazi verdi ai bambini e alle passeggiate culturali, e che soprattutto restituisce decoro, ambizione e legalità a tutta l’area del Miglio d’Oro. I numeri di queste ultime 24 ore sono l’incoraggiante trampolino di lancio: nel fine settimana, nell’ambito dei Musei di Notte, oltre 2mila persone hanno affollato il sito archeologico e quello virtuale, riempiendo anche i bar e i locali del centro storico. Un euro per la visita alla città sepolta dall’eruzione del 79 a.C., due euro per il museo virtuale. E poi folla ai bar, gente seduta ai tavolini: Ercolano fa moneta senza dover ricorrere ad altri mezzi. Sindaco Pd da meno di un anno, Ciro Buonajuto ha messo subito mano al Bilancio, specialmente alla voce Turismo e Cultura: da 5.000 a 160.000 euro per la gestione di eventi istituzionali, senza ricorso alle varie associazioni. «Spendere dei soldi per la cultura è l’investimento su cui puntiamo», dice Buonajuto. E durante il giorno stessa folla al Vesuvio, con migliaia di visitatori stranieri e non solo, che pagano per salire al cratere. La risorsa turismo sembra trovare il sentiero per emergere. Dopo il taglio del nastro con l’accesso a viali, giostrine e fontanine, Buonajuto fa un bilancio sereno: «Oggi è solo cominciata una nuova fase. I beni storici e ambientali di questa città non servono soltanto ai residenti per ritrovare il coraggio di investire sul territorio. La cosa più importante in questo momento è che prendano coscienza di quali tesori hanno da tutelare, preservare e, perché no, anche sfruttare in questo periodo di disoccupazione e incertezza lavorativa». E se anche questo immenso parco Favorita finisse preda dei vandali? «Tutto può succedere – aggiunge Buonajuto – ma se continuiamo a farci prendere dalla paura e continuiamo a tenere tutto celato perfino agli stessi cittadini non potremo mai sapere se questa città sta realmente crescendo e se potrà continuare a crescere». Il controllo dell’area è affidato alle telecamere dell’Ente Ville Vesuviane che ha in gestione il patrimonio architettonico del Miglio d’Oro, alla Protezione civile e ai vigili urbani. Al di là della strada c’è il parco superiore di villa Favorita: altri 50mila metri quadri di verde, arte, storia. Qui ci sono le scuderie di re Carlo di Borbone, che da qualche anno accolgono convegni, congressi, incontri culturali. E qui c’è la villa, ma dobbiamo restare fuori perché cade a pezzi. Fatta edificare dalla casa reale delle Due Sicilie tra il 1762 e il 1768 su progetto dell’architetto Ferdinando Fuga, i lavori furono poi ultimati dal Vanvitelli. Tra le dimore attigue alla Reggia di Portici, la Favorita è la più legata alle vicende storiche di famiglia Borbone. Ferdinando IV costretto a rifugiarsi a Palermo in seguito ai Moti Rivoluzionari del 23 dicembre del 1798, al suo ritorno a Napoli, con oltre 20mila ducati la inaugurò in onore della moglie, la regina Maria Carolina. Tra gli invitati, Leopoldo e Maria Luisa di Borbone, il gran duca e la gran duchessa di Toscana, imperatore e imperatrice d’Austria, e molte altre teste coronate. Incontri blasonati e feste sfarzose, a cui era spesso presente anche Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, che acconsentiva che andassero a prenderla all’isola d’Elba. Qui si è celebrata la storia antica della città di Ercole. E qui da ieri la città moderna prova ascrivere una nuova storia, con pagine di riscatto. E poi c’è l’obiettivo Capitale della Cultura. Ci è mancato poco nella passata edizione, però alla fine il podio è andato a Verona. Ma a ottobre si riaprono le candidature ed Ercolano punta a vincere. (Rosa Palomba – Il Mattino)