Il dramma dei profughi nella poesia Iqbal scritta da Vincenzo Guida per i ‘Moti dell’Anima 2016’

23 maggio 2016 | 00:00
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Il dramma dei profughi nella poesia Iqbal scritta da Vincenzo Guida per i ‘Moti dell’Anima 2016’

Massimo rispetto e ammirazione per tutti i partecipanti all’ottava edizione del “Premio di poesia ‘I Moti dell'Anima’ città di Positano, e massimo ringraziamento per Maria Rosaria Manzini che lo ha creato e fatto crescere.

Per un intero pomeriggio i quarantanove ragazzi selezionati da sei scuole secondarie di primo grado delle penisole amalfitana e sorrentina si sono incontrati a Positano.

Gioioso gruppo di nativi digitali, accompagnati dalle loro professoresse e dirigenti scolastiche, si sono radunati nella Pinacoteca Comunale di Positano.

I ragazzi provenienti dalle pendici del Faito, da sant’Agnello, Piano, Sorrento e Vico,  sono arrivati via terra.  Gli amalfitani sono arrivati in barca dal mare, come si addice alla loro tradizione di repubblica marinara, i locali positanesi caracollando e scendendo a balzi le mille e mille scalinate della città verticale per arrivare giù giù fino alla Spiaggia grande dove pochi gradini sopra il livello del mare si trova la Pinacoteca Comunale.

E nella Pinacoteca sono risuonate le parole di decine di poesie lette con semplicità e naturalezza dagli uni, sussurrate, per una naturale ritrosia a esibire le proprie capacità, dagli altri. A volte lette maluccio, forse per l’emozione.  A volte lette con voce stentorea da ragazzi bravissimi, capaci di parlare in pubblico, e incantare la platea. E tutte, tutte insieme hanno costruito un quadro completo dei grandi temi attuali.

Con il rispetto che merita è stato affrontato il dramma dei profughi da Vincenzo Guida (Caulino Vico)

IQBAL

A quattro anni per ventisei dollari sono stato venduto,

ero povero già da quando al mondo ero venuto,

in fabbrica il mio corpo soffriva e la mente s’atrofizzava

per una vita che mai mi ripagava.

La libertà che aspettavo

non  era stata concessa

alla mia anima che era stata soppressa.

Son scappato via da quella prigione

per fare in me una ribellione

anche se verrò massacrato

nessuno mi toglierà la libertà che desideravo.

Testo tanto penetrante agghiacciante da lasciarci in silenzio, consapevoli della nostra fortuna di essere nati in posto libero e ricco e ammirati per la capacità di descrivere realtà terribili mostrata da un nostro vicino di undici anni. Che dire?

La sensibilità, la profondità, l’intelligenza non hanno età! Complimenti a Vincenzo Guida per avere portato un messaggio con tanta efficacia.

Complimenti anche a chi ha trattato l’orrore e lo sgomento che tutti proviamo per la guerra e per le morti imprevedibili e casuali degli attentati. 

E un grazie anche a Claudia Desiderio (Caulino, Vico) per averci ricordato la potenza poetica della nostra mente che porta anche dove il corpo non può arrivare.

Sono su questo monte, / mi alzo, / cammino / e  man mano mi allontano / come quell’uccello che sparisce/ lentamente tra le nuvole.

E allora oggi nel mondo 2.0 portiamo ai nativi digitali il rispetto auspicato da  Giovenale, 2.000 fa ops… volevo dire: due punto mille anni fa!

Maxima debetur puero reverentia

Al bambino è dovuto il massimo rispetto

Laura Franco: Laureata in matematica ha fatto ricerca sulle funzioni cognitive superiori occupandosi di geometria, logica e linguaggio. Recentemente ha insegnato Lessico Scientifico e Traduzione alla ‘Sapienza’ Università di Roma. Autrice di varie raccolte di short stories quando può attraversa gli oceani e viaggia nei deserti, se fosse un avverbio, e anche se non lo fosse sarebbe altrove.

E a volte scrive su

https://lauralaurafranco.wordpress.com/