Sorrento Marialuisa Fiorentino parto trigemellare a rischio salvata al Ruggi di Salerno
Una storia di buona sanità in Campania . Da anni Marialuisa Fiorentino coltivava il desiderio di essere mamma, ma quando finalmente è riuscita a realzzare il suo sogno ha rischiato di non poter abbracciare le sue bimbe a causa di una complicazione post partum che l'ha costretta per tre giorni nel reparto di rianimazione del Ruggi. Ora la 34enne di Sorrento è salva, ed è potuta tornare a casa con il marito Alessio Canonico e presto arriveranno anche le tre gemelline, nate dopo una fecondazione assistita effettuata dal medico Domenico Danza. Era il 15 aprile quando la donna è giunta all'ospedale di Salerno per unagravidanza trigemellare con minaccia di parto prematuro. Ricoverata nel reparto di gravidanza a rischio diretto dal primario Raffaele Petta, è stata operata una settimana dopo per la rottura delle membrane. Alle 10.10 del 22 aprile nasce Giulia, con un peso di 1750 grammi, un minuto dopo nasce Alessia, che pesa 1.630 grammi, e alle 10.12 Marilia, con un peso di 1.800 grammi. Sembra che sia andato tutto liscio e la mamma viene condotta in reparto, ma dopo qualche ora ha una gravissima crisi convulsiva con un rialzo della pressione che porta a 100 il valore minimo e a 200 la massima. Quindi il trasferimento in rianimazione, dove la donna è rimasta per tre giorni. leggi anche: medici Salerno, nasce dopo quattro mesi accanto al gemellino morto Parto e commozione al "Ruggi", i medici sono riusciti a salvare uno dei due bimbi “Il parto trigemino – spiega il primario Petta – ha una frequenza di 1 su 6.400; si è avuto un incremento negli ultimi anni per l’avvento delle tecniche di fecondazione assistita. La eccezionalità di questo evento è dovuta al fatto che questo parto è stato complicato dalla presenza di crisi convulsiva nel post-partum tardivo; le crisi convulsive oggi sono molto rare perché si possono prevenire ma nel caso in ispecie si era avuto qualche giorno prima solo un piccolo rialzo pressorio prontamente regredito con la terapia,e niente faceva prevedere quanto sarebbe avvenuto".