A Vico Equense i temi del frusinate e della modifica del PUT in campagna elettorale: mettiamoci una lamiera sopra!

1 giugno 2016 | 00:00
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A Vico Equense i temi del frusinate e della modifica del PUT in campagna elettorale: mettiamoci una lamiera sopra!

Si avvicina il momento della verità elettorale, ed ormai appaiono chiari i programmi dei candidati a Sindaco della Città di Vico Equense. Si realizzano anche confronti tra gli aspiranti sindaci, in cui purtroppo non si è parlato delle problematiche vere ed urgenti della realtà vicana, ma prevalentemente di come costruire grandi aree parcheggio in centro a Vico e di altri temi simili. Solo uno dei giovani candidati ha avuto a mente i temi del verde e dell'ambiente. Si sarebbe potuto parlare di progetti che, in nome del turismo di qualità, unissero i commercianti ed i residenti vicani del centro e delle frazioni, nella stesura di iniziative volte alla promozione culturale, ambientale e paesaggistica del centro, così come della zona collinare. Tuttavia, per fortuna, qualche pillola di saggezza è saltata fuori anche al di fuori di questo recente confronto, e ci dà occasione di commentare e di suggerire un differente punto di vista su alcuni dei temi trattati. Dopo aver ascoltato le ultime esternazioni di uno dei tre candidati circa il Piano Urbanistico Territoriale (PUT) della Penisola sorrentina, ed i presunti eccessivi vincoli paesaggistici che ingesserebbero il territorio limitandone lo sviluppo senza tutelare l’ambiente, ci tocca rimpiangere il programma di un altro dei candidati vicani che almeno tutelava il fiume Cosa, il popolo ciociaro e le rovine romane del frusinate! A parte la facile ironia, viene da pensare che per fortuna il territorio è ingessato da vincoli, altrimenti chissà quanti altri eco-mostri e/o baracche di lamiera ci sarebbero ad ornare il nostro territorio ed il suo paesaggio. Sono queste che ingessano le colline e le vallate vicane, anzi le cementificano, creando sviluppo sì, ma del cemento illegale e di tutto quello che è connesso con questo fenomeno, a partire dal mercato nero dei materiali e delle prestazioni annesse e connesse. Ci sono delle località e degli scorci lungo le nostre suggestive colline vicane che gridano vendetta per gli sfregi inferti al territorio ed, invece, si lamentano dei troppi vincoli paesaggistici: pensiamo al mio borgo nativo di San Salvatore di Vico Equense, ed alla stradina che dal centro della borgata conduce alla località Trina del Monte (che per la sua peculiarità ricorda i sassi di Matera, e dalla quale si ammirano insieme Capri, Punta Campanella e la stessa spiaggia di Vico) dove è possibile apprezzare raccapriccianti, orribili e veramente grandi palazzi di cemento, ancora in fase di costruzione, che simboleggiano la follia degli uomini, degli architetti, dei costruttori e dei nostri ex-amministratori che hanno partorito e consentito si realizzassero mostruosità simili. L’abusivismo è abusivismo, e non può definirsi necessario (come affermano anche diverse sentenze della Cassazione). Bisognerebbe ricordare che questo fenomeno negli anni recenti ha fatto delle vittime (vedi Ischia), oltre ad aver sfregiato il nostro territorio e, a quanto pare, la politica stessa. La metastasi cementizia che sta divorando il nostro Comune, ed, in particolare, le borgate collinari, andrebbe fermata, ed i residenti educati al rispetto della legalità e non ai metodi per poterla aggirare. Invocare l’abusivismo necessario in nome dell’insostenibilità economica ed ambientale degli abbattimenti, o le modifiche del PUT per allentare i vincoli ambientali e paesaggistici esistenti, è decisamente UN BARATTO AL RIBASSO! Abusivi e non necessari sono quegli aspiranti amministratori che dovrebbero riscoprire il privilegio ed il valore naturalistico del nostro territorio; quelli che non sanno dell’esistenza del sentiero degli Dei, o dei sentieri che dal nostro Comune conducono a Positano (da S.M del Castello) e a Piano di Sorrento (via Grottelle); quelli che non pensano e non parlano della possibilità di creare un parco collinare botanico protetto, che nel comune di Vico potrebbe costituire un raccordo con iniziative turistiche e culturali coinvolgenti i residenti ed i commercianti anche degli altri comuni della penisola; quelli che non pensano che continuare ad edificare nuovi e moderni Bed and Breakfast (dai nomi esotici e dalle forme stravaganti) servirà solo se si conserva un tessuto urbano e paesaggistico invitante ed attraente per i turisti che, viceversa, non verrebbero in collina a Vico solo per ammirare i transeunti manufatti in lamiera, le antenne delle centrale elettrica di Arola, gli ecomostri di San Salvatore etc. etc. Arch. Pino Gargiulo