Antonio Ottaiano e la sua Sceneggiata “E figlie so’ piezze ‘e core” arrivano al Teatro Palapartenope di Napoli

5 giugno 2016 | 00:00
Share0
Antonio Ottaiano e la sua Sceneggiata “E figlie so’ piezze ‘e core” arrivano al Teatro Palapartenope di Napoli

NAPOLI – Incontenibile promotore della grande “Sceneggiata”, Antonio Ottaiano, torna alla ribalta con “E figlie so' piezze 'e core”, i tre atti e tre quadri di Enzo Vitale ispirati alla celebre lirica del 1930 di Libero Bovio e Ferdinando Albano. In scena straordinariamente al Teatro Palapartenope di Napoli il prossimo 11giugno con la Anfhoras Production di Carmine Gambardella, l’artista Ottaiano riconduce in palcoscenico, tra canzoni e passioni, la vera essenza di un popolo che, da sempre, nasconde le lacrime dietro le risate. Con l’intenzione di rispettare gli antichi canoni della scena popolare napoletana, seguendo il solco tracciato dal suo maestro Mario Merola, del quale rimane incontrastato erede spirituale ed artistico, Ottaiano, irriducibile paladino del genere inventato da Salvatore Cafiero ed Eugenio Fumo, continua imperterrito in quella che sembra una vera e propria missione. Nell'offrire, nuova freschezza e vigore alla “Sceneggiata”, evidenziandone tutta la forza espressiva, l'attore e cantante, con “E figlie so' piezze 'e core” presenta un'attenta versione dello struggente spettacolo, affrontando con modernità le tematiche del testo fino a sovvertire persino il tradizionale epilogo. Ancorato alle radici di una forma di spettacolo che intende rilanciare, Antonio Ottaiano, prosegue in un'operazione artistica capace di trasformarsi in uno strumento di comunicazione popolare. Riportando passionalmente in auge e senza contaminazioni, quella stessa “Sceneggiata” che trasferì per la prima volta sulle tavole del palcoscenico valori come l’onore, l’amicizia ed il senso di paternità, Ottaiano porta tra la gente un lessico appartenente alla trasmissione verbale ufficiale della tradizione. Ovvero, un repertorio ed un frasario, capace di mostrare quanto l’artista abbia compreso i contenuti del grande codice della comunicazione popolare. Illuminato e sostenuto da una storia che sopravvive ai tempi, Antonio Ottaiano, con una regista raffinata ed attenta come Velia Magno, l'accompagnamento dal vivo dell'Orchestra Fiscale e con gli arrangiamenti del maestro Ginetto Ferarra, anche con la presenza nella significativa struttura del Teatro Palapartenope a Fuorigrotta, conferma la volontà che lo vede in prima linea per la rivalutazione dell’inestimabile genere. Forte dei consensi ottenuti nel tempo da pubblico e critica, Ottaiano, con la sua compagnia tra cui gli attori e cantanti Maria Del Monte, Antonio Buonomo e Mario Aterrano, ed ancora il figlio d'arte Jack Otto, Ernesto Martucci, Patrizia Masiello, Massimo Salvetti, Thalia Orefice, Ciro Meglio, Luigi Orefice, Gianno Martino ed Ornella Varchetta, riporta tra il pubblico tutta la sua vigorosa comunicatività. La stessa che sulla scia di una rappresentazione struggente e passionale come “E figlie so' piezze 'e core”, dimostra ancora oggi, l'ineguagliabile forza di un tipo di teatro da promuovere e tutelare.