Piano di Sorrento la vicenda dei Capannoni su Positanonews diventa interrogazione del Movimento Cinque Stelle

1 giugno 2016 | 00:00
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Piano di Sorrento la vicenda dei Capannoni su Positanonews diventa interrogazione del Movimento Cinque Stelle

Piano di Sorrento. E' bastato un articolo su Positanonews Penisola Sorrentina , quello dell'avvocato Augusto Maresca, a far scattare tuttti i media al seguito. Infatto dopo l'intervento di Maresca su Positanonews è intervenuto anche l'avvocato Francesco Saverio Esposito e da qui il Movimento Cinque Stelle ha fatto partire  un’interrogazione parlamentare ai Ministri del Lavori Pubblici, dei Beni Culturali, dell’Interno e della Giustizia cui chiedono “…se siano a conoscenza che qualche giorno fa sono stati pubblicati su alcuni blog della Costiera Sorrentina due articoli firmati da due avvocati di Piano di Sorrento dove si manifesta preoccupazione ed allarme per un sicuro episodio di mala politica urbanistica. I due legali hanno segnalato che nel Comune di Piano di Sorrento, in prossimità del vallone di Lavinola, che divide i comuni di Meta e Piano di Sorrento, in un’area di altissimo valore paesaggistico, ambientale e storico , è stato previsto un intervento devastante quanto inutile. La costruzione di ben 42 capannoni da destinare ad attività industriali. E pensare che siamo all’interno di un’area con altissima vocazione turistica e non assimilabile a quelle industriali della provincia di Napoli. A rendere particolarmente grave e preoccupante la vicenda è non solo l’enormità di un simile intervento in un’area di straordinaria valenza paesaggistica e ambientale ma la singolarità delle procedure. Nel 2014, nel mese di luglio, una società di costruzioni, la GEMAR, che fu già di un ex sindaco di Piano di Sorrento, l’Arch. Antonino Gargiulo, ed alla quale sono da ascrivere gran parte delle costruzioni realizzate in questo Comune dal 1970 in poi, presentava un Project Financing per edificare i 42 capannoni.. Di lì a poco, il 26 settembre 2014, nonostante non fosse mai stato neppure adottato un piano di insediamenti produttivi, che la legge regionale 35/87 (art.17) demanda all’iniziativa pubblica, l Consiglio Comunale, con molti assenti ed un solo voto contrario, approvava la delibera n.30 con cui manifestava interesse pubblico al progetto presentato dalla Gemar. Una procedura abnorme atteso che il Consiglio ha manifestato assenso ad una soluzione progettuale senza avere alcuna possibilità di valutare se fosse conforme al piano attuativo semplicemente perché neppure elaborato. Solo successivamente (!??), nel 2016, infatti, l’Amministrazione ha conferito mandato ad un tecnico per redigere lo strumento attuativo. Di fatto, il che è di gravità inaudita, la pianificazione del Comune segue il progetto del privato. Pare che nel mese di maggio il tecnico incaricato abbia poi depositato gli elaborati. A questo punto sarebbe sconcertante se dall’esame di tali elaborati gli stessi, addirittura, risultassero funzionali alle prospettazioni del privato o ne convalidassero le aspirazioni . E tanto senza che, almeno ciò ipotizzano gli autori degli articoli riportati dalla stampa locale, il Comune fino ad oggi abbia provveduto a reiterare i vincoli ai fini espropriativi scaduti nel 2011. I fatti sono a dir poco inquietanti e lo sono tanto più se risulterà fondato quanto affermano i due legali ovvero che la proposta progettuale della GEMAR sia insufficiente in termini di analisi delle necessità, proporzionamento, valutazione d’impatto paesaggistico e quant’altro ed, in ultima analisi, quanto meno sovradimensionata perché non rispondente a reali ed accertate esigenze economico-sociali e produttive così come prevede il PUT e l’art.27 della legge 865/71. Significherebbe porre la pubblica amministrazione al servizio di interessi privati. Ciò posto i sottoscritti chiedono ai Ministri interpellati se non ritengano opportuno interpellare le Amministrazioni competenti ed, in particolare, al Comune di Piano di Sorrento per conoscere come sia stato possibile manifestare, ai sensi della legge 163/, interesse pubblico ad un’opera senza la preventiva approvazione degli strumenti urbanistici previsti per legge, e se Città Metropolitana di Napoli e Soprintendenza ai Beni Architettonici, paesaggistici e culturali di Napoli e Provincia siano a conoscenza dell’anomala procedura. Chiedono al Ministro della Giustizia se siano state avviate opportune indagini sulla vicenda al fine di accertare se nei fatti descritti dai due legali e sinteticamente riportati innanzi ve ne siano con rilevanza penale ed, in questo caso, quali iniziative siano state prese per dare corso all’azione penale a carico di quanti risulteranno responsabili ed accertare quali interessi siano alla base degli atti adottati dal Comune di Piano di Sorrento..”