Positano festeggia il patrono San Vito con la benedizione dei cani, stasera processione e premi San Vito Comunity FOTO
Oggi 15 giugno, Positano festeggia il patrono San Vito, con il parroco don Giulio Caldiero in convalescenza, a cui vanno gli auguri di presta guarigione da parte della redazione, la parrocchia è 'retta' da don Ciriaco, don Pasquale e don Andrea. In mattinata la tradizionale benedizionen dei cani, ad opera di don Pasquale Imperati, stasera la processione della statua del Santo alla presenza del vescovo di Amalfi-Cava S.E. Mons. Orazio Soricelli, a la consegna della IV edizione del premio ' San Vito Comunity Positano, riconoscimento iniziale per un impegno duraturo nel futuro', il premio viene consegnato a personaggi ed associazioni che si sono particolarmente distinte durante l'anno. Quest'anno vengono premiati : La Croce Rossa, Comitato locale Costa Amalfitana, l'associazione ambientalista Posidonia, il coro parrocchiale Laudate Dominum, diretto dalla maestra Marianna Meroni.
Foto Giuseppe Di Martino
PROGRAMMA
– Domenica 12 Giugno ore 18.45 Chiesa Madre S.Maria Assunta : esposizione della Venerata Statua di San Vito, a seguire la S.Messa
– Lunedi 13 Giugno, festività di S.Antonio: Sante messe 07.30 Chiesa del Rosario – 18.30 Chiesa Nuova – 19.00 Parrocchia
– Martedi 14 giugno vigilia della festa : Santa Messa in parrocchia ore 19
– Mercoledì 15 Festa di San Vito
– ore 11.00 S. Messa in parrocchia, e benedizione dei cani in piazza Flavio Gioia.
– ore 19.00 Chiesa S.Maria Assunta – Solenne Celebrazione presieduta da S.E. Mons. Orazio Soricelli Arcivescovo di amalfi e Cava de' Tirreni. Al termine ci sarà la premiazione del San Vito Community che andrà all'associazione Posidonia, alla Croce Rossa e al Coro Laudate Dominum
– ore 20 Processione per le vie del paese con la statua di san Vito.
– In serata, alle 21.30 " Un mare di … Note canzoni in riva al mare". Intrattenimento musicale " Piccolo Coro" Giulio Cannavale. La direzione artistica è di M.Antonia Tortora.
– ore 23 : Spettacolo Pirotecnico diretto dalla ditta del cav. Lieto Ugo
La festa sarà allietata dal Concerto bandistico Città di Serino – L'illuminazione è curata dalla ditta Donnarumma
A cura del Comitato Festa della Parrocchia Santa Maria Assunta Positano
San Vito fa parte dei 14 Santi Ausiliatori, molto venerati nel Medioevo, la cui intercessione veniva considerata particolarmente efficace nelle malattie o specifiche necessità. Gli altri tredici Ausiliatori sono: Acacio, Barbara, Biagio, Caterina d’Alessandria, Ciriaco, Cristoforo, Dionigi, Egidio, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Margherita, Pantaleone. Il culto per s. Vito è attestato dalla fine del V secolo, ma le notizie sulla sua vita sono poche e scarsamente attendibili. Alcuni antichi testi lo dicono lucano, ma la ‘Passio’ leggendaria del VII secolo, lo dice siciliano; nato secondo la tradizione a Mazara del Vallo in una ricca famiglia, rimasto orfano della madre, fu affidato ad una nutrice Crescenzia e poi al pedagogo Modesto, che essendo cristiani lo convertirono alla loro fede. Aveva sui sette anni, quando cominció a fare prodigi e quando nel 303 scoppió in tutto l’impero romano, la persecuzione di Diocleziano contro i cristiani, Vito era già molto noto nella zona di Mazara. Il padre non riuscendo a farlo abiurare, si crede che fosse ormai un’adolescente, lo denunzió al preside Valeriano, che ordinó di arrestarlo; che un padre convinto pagano, facesse arrestare un suo figlio o figlia divenuto cristiano, pur sapendo delle torture e morte a cui sarebbe andato incontro, è figura molto comune nei Martirologi dell’età delle persecuzioni, che come si sa, sotto vari titoli furono scritti secoli dopo e con l’enfasi della leggenda eroica.Il preside Valeriano con minacce e lusinghe, tentó di farlo abiurare, anche con l’aiuto degli accorati appelli del padre, ma senza riuscirci; il ragazzo aveva come sostegno, con il loro esempio di coraggio e fedeltà a Cristo, la nutrice Crescenzia e il maestro Modesto, anche loro arrestati. Visto l’inutilità dell’arresto, il preside lo rimandó a casa, allora il padre tentó di farlo sedurre da alcune donne compiacenti, ma Vito fu incorruttibile e quando Valeriano stava per farlo arrestare di nuovo, un angelo apparve a Modesto, ordinandogli di partire su una barca con il ragazzo e la nutrice. Durante il viaggio per mare, un’aquila portó loro acqua e cibo, finché sbarcarono alla foce del Sele sulle coste del Cilento, inoltrandosi poi in Lucania (antico nome della Basilicata, ripristinato anche dal 1932 al 1945). Vito continuó ad operare miracoli tanto da essere considerato un vero e proprio taumaturgo, testimoniando insieme ai due suoi accompagnatori, la sua fede con la parola e con i prodigi, finché non venne rintracciato dai soldati di Diocleziano, che lo condussero a Roma dall’imperatore, il quale saputo della fama di guaritore del ragazzo, l’aveva fatto cercare per mostrargli il figlio coetaneo di Vito, ammalato di epilessia, malattia che all’epoca era molto impressionante, tale da considerare l’ammalato un indemoniato. Vito guarì il ragazzo e come ricompensa Diocleziano ordinó di torturarlo, perché si rifiutó di sacrificare agli dei; qui si inserisce la parte leggendaria della ‘Passio’ che poi non è dissimile nella sostanza, da quelle di altri martiri del tempo. Venne immerso in un calderone di pece bollente, da cui ne uscì illeso; poi lo gettarono fra i leoni che invece di assalirlo, diventarono improvvisamente mansueti e gli leccarono i piedi. Continua la leggenda, che i torturatori non si arresero e appesero Vito, Modesto e Crescenzia ad un cavalletto, ma mentre le loro ossa venivano straziate, la terra cominció a tremare e gli idoli caddero a terra; lo stesso Diocleziano fuggì spaventato. Comparvero degli angeli che li liberarono e trasportarono presso il fiume Sele allora in Lucania, oggi dopo le definizioni territoriali successive, scorre in Campania, dove essi ormai sfiniti dalle torture subite, morirono il 15 giugno 303; non si è riusciti a definire bene l’età di Vito quando morì, alcuni studiosi dicono 12 anni, altri 15 e altri 17. Purtroppo bisogna dire che il martirio in Lucania è l’unica notizia attendibile su s. Vito, mentre per tutto il resto si finisce nella leggenda. Il suo culto si diffuse in tutta la Cristianità, colpiva soprattutto la giovane età del martire e le sue doti taumaturgiche, è invocato contro l’epilessia e la corea, che è una malattia nervosa che dà movimenti incontrollabili, per questo è detta pure “ballo di san Vito”; poi è invocato contro il bisogno eccessivo di sonno e la catalessi, ma anche contro l’insonnia ed i morsi dei cani rabbiosi e l’ossessione demoniaca. Protegge i muti, i sordi e singolarmente anche i ballerini, per la somiglianza nella gestualità agli epilettici. Per il grande calderone in cui fu immerso, è anche patrono dei calderai, ramai e bottai.