Mercoledì 27 luglio 2016 sarà premiata a Vico Equense la grande ballerina russa VIOLETTA ELVIN. Le sarà consegnata una targa a nome della città di Vico Equense.
Era giunta a Vico Equense nel 1956, cioè sessant’anni orsono, per una breve sosta di riposo la danzatrice russa Violetta Elvin, nata Prokhorova : qui, affascinata dagli stupendi panorami della Penisola sorrentino-amalfitana e dalla incessante corte di Fernando Savarese, il futuro marito, Violetta Elvin ha trascorso la sua lunga vita senza clamori, senza ostentazioni, quasi in atteggiamento claustrale, rafforzando un legame custodito nel silenzio discreto della propria dimensione familiare. Un legame misterioso, vissuto con la sensibilità propria di una grande ballerina, protagonista della danza mondiale (a Mosca e a Londra), la quale ha avuto il coraggio e la determinazione di abbandonare il successo internazionale, le luci della ribalta e gli applausi dei teatri più importanti del mondo (Bol’soj e Covent Garden) per vivere il suo sogno d’amore a Vico Equense, in una terra nuova e straniera, un’esistenza appartata.
Dopo aver trascorso i primi 20 anni a Mosca (dal 1923 al 1956), gli altri 60 anni sono stati trascorsi a Vico Equense, raggiungendo oggi l’invidiabile età di 93 anni, portati con classe, con fascino, con eleganza e, soprattutto, con una lucidità mentale sorprendente nel rievocare tanti fatti occorsi nel peregrinare da Mosca a Vico Equense.
Lo ha sperimentato molto bene il senatore sorrentino Raffaele Lauro, che, dopo aver dedicato un romanzo a Sorrento nel 1500 e a Lucio Dalla, ha voluto impegnarsi, nel corso di due anni, alla ricostruzione della biografia (mai tentata finora) di Violetta Elvin, dedicandole un romanzo Dance The Love. Una stella a Vico Equense (Golden Gate Edizioni, Roma , 2016, pag. 309),che sarà presentato mercoledì 27 luglio, alle ore 20,00, sul sagrato dell’ex- cattedrale della Santissima Annunziata a Vico Equense.
Ho accompagnato Raffaele Lauro e l’amico Riccardo Piroddi ben quattro volte a casa di Violetta Elvin per intervistare la danzatrice russa, notoriamente riservata e schiva. Per complessive 16 ore di colloquio sono emerse le complesse vicende storiche ed umane che le hanno permesso di girovagare per tutta l’Europa e di approdare infine nella terra sorrentina, luogo di intenso fascino, di esuberante cordialità e di forte attrazione. E’ nato quindi, nel corso di un biennio, questo stupefacente romanzo , in cui sono ripercorse le vicende storiche europee del 1900 e le vicende personali della danzatrice, che ha fornito con acume e lucidità notizie preziose sull’arte della danza, sui grandi danzatori europei, sui teatri nazionali ed internazionali. Ma soprattutto ha descritto il nostro territorio, le bellezze paesaggistiche, gli usi e costumi, l’arte culinaria e così via.
In una pagina del romanzo, assai intensa e puntuale, Violetta Elvin ha dichiarato che la Russia è stata la patria della sua nascita, della sua infanzia, della sua giovinezza e della sua formazione professionale, al Bol’soj; l’Inghilterra è stata la patria della sua maturità artistica, della sua carriera e dei suoi successi di danzatrice, con il Royal Ballet; l’Italia è stata la patria del suo vero amore, della sua lunga vita e della sua vicenda di donna, di moglie e di madre, vissuta nell’intimità familiare, nella serenità, nella discrezione e nella sobrietà. Quando veniva in tournée in Italia, a Milano, a Firenze, a Roma e a Napoli, nel poco tempo sottratto alle prove e alle repliche, si richiudeva da sola, nei musei, nelle gallerie, nelle chiese e nelle pinacoteche. Il vincolo con l’Italia, successivamente, è stato alimentato dai mille viaggi con suo marito Fernando Savarese per scoprire le regioni, le città, i paesi, i borghi. Ed è stato poi consolidato dalle bellezze naturali della costiera sorrentino- amalfitana e di Vico Equense.
Violetta Elvin ci ha dichiarato che, se qualcuno chiedesse a Lei, che ha avuto tre passaporti (uno russo, uno inglese ed uno italiano), di quale nazione si sentirebbe maggiormente cittadina, risponde che si sente cittadina del mondo. L’arte universale, per Lei la danza, trasforma tutti gli artisti in cittadini del mondo.
Questo libro, che ancora una volta Raffaele Lauro si ostina a definire romanzo, è in realtà, come è già avvenuto per i precedenti romanzi dedicati a Sorrento e a Lucio Dalla, il risultato di una lunga meditazione, di una puntuale ricerca, di approfondite indagini storiche, a cui ho avuto il piacere di collaborare con l’amico Piroddi. Non bisogna dimenticare che il senatore Lauro, prima di ricoprire importanti cariche pubbliche, è stato apprezzato docente di Storia e Filosofia al Liceo “G. Salvemini” di Sorrento e quindi nelle sue numerose opere si notano l’interesse per le vicende storiche, l’analisi dei documenti, l’alto rigore etico, l’amore della libertà, la prosa limpida ed accattivante.
Protagonista del romanzo è certamente Violetta Elvin, un personaggio carismatico e coinvolgente, dotato di uno charme e di un portamento inconfondibile (parlare con lei è certamente un incontro fortemente suggestivo!), ma balza evidente da tutta l’opera l’attenzione dedicata alla costiera sorrentina, in particolare a Vico Equense, la terra di origine dei nonni materni di Raffaele Lauro. Le marine ed il Faito, le colline verdeggianti e digradanti, le chiese ed i palazzi signorili, la costa alta, la cattedrale gotica protesa sul mare; ed infine le tradizioni, gli usi, l’arte culinaria, ormai apprezzata in tutto il mondo. Tutto concorre a fare di questo romanzo un secondo e degno protagonista.
Mercoledì prossimo, 27 luglio 2016, sul sagrato della ex-cattedrale, Angela Barba e Salvatore Ferraro presenteranno alla cittadinanza questo affascinante romanzo e renderanno il dovuto (anche se tardivo) omaggio alla danzatrice russa Violetta Elvin, che da 60 ha scelto di dimorare nella nostra terra.
In tale occasione l’Amministrazione Comunale di Vico Equense Le consegnerà una targa con questa motivazione: “ A Violetta Elvin, stella luminosa della danza mondiale e donna straordinaria, il cui pluridecennale legame affettivo con Vico Equense viene, oggi, celebrato dall’intera comunità, con profonda ammirazione e con imperitura gratitudine”.
Vico E. 22 luglio 2016
Prof. Salvatore Ferraro
334/3252927