Come definire, se non con questo sostantivo, il periodo cui viviamo? Ho cercato, prima di iniziare a scrivere questa mia breve riflessione, un’altra espressione, un altro modo, che potesse meglio identificare l’attuale situazione, ebbene, credetemi, non l’ho trovata.
Tutto ciò che ci circonda è decadenza, a partire dalla politica (fatte alcune rare eccezioni), vissuta come strumento per il raggiungimento di uno status sociale; il giornalismo, anch’esso in buona parte decadente, quasi sempre al servizio del o dei potenti di turno; decadente è il mondo della finanza, con gli appartenenti a questa lobby che sempre più spesso mi appaiono come squali che si aggirano attorno alla preda aspettando il momento opportuno per sferrare l’attacco mortale.
Decadenti sono le istituzioni in generale, nel particolare poi meglio non addentrarsi, altrimenti il fetore contaminerebbe ancor più la nostra aria già tanto inquinata .Gli interessi, e solo questi, muovono ogni leva della vita quotidiana, ma quasi tutti fanno finta di non accorgersene, o perché interessati, o perché oramai hanno capito che è molto difficile, se non impossibile, sradicare il sistema.
Decadente è la scuola assieme ai tanti problemi atavici mai risolti, decadente è il mondo dei sindacati, ben lungi dallo spirito che animò il fondatore del maggiore sindacato italiano, mi riferisco a Di Vittorio, è a lui che dobbiamo l’affermazione del valore sociale e culturale del lavoro.
La chiesa, questa secolare istituzione, anch’essa traballa, abbiamo vissuto le dimissioni di un Papa e di tanti scandali abbiamo letto. Meglio non parlare poi di alcuni preti che hanno il coraggio di andare fino a Roma a spellarsi le mani a fronte delle esortazioni di Papa Bergoglio (altre volte in verità preferiscono mete esotiche), per ritornare poi nelle proprie parrocchie e continuare incessanti e sprezzanti a comportarsi in modo diametralmente opposto alle parole del Santo Padre.
Che dire poi dei rapporti sociali? Anch’essi basati sulla convenienza o sulla presunta opportunità che ti possono offrire. Sarà l’età, sarà il disincanto, comunque sia, sono profondamente deluso, e pensare che sono sempre stato un convinto ottimista, ho sempre sperato che il tutto volgesse al meglio e, invece, eccoci a registrare una situazione così avvilente.
Trovo infine la situazione internazionale oramai al collasso, ogni giorno leggiamo di conflitti, guerre fratricide, fanatici pronti al sacrificio personale per affermare il loro credo, profughi, che giustamente cercano, con i pochi mezzi a disposizione che hanno, di raggiungere mete più tranquille, il più delle volte, mettendo a rischio la propria vita e quella dei propri congiunti.
L’Europa che fa? Costruisce muri convinta di salvaguardare la propria identità, pura follia! La fase storica che stiamo vivendo mi ricorda le letture bibliche ed in particolare la distruzione della Torre di Babele, la disgregazione di quanto, con enormi sacrifici e difficoltà, si era riusciti a realizzare.
Finisco questa mia riflessione con l’auspicio, che alla fine, se ci impegneremo a mettere da parte gli egoismi che contraddistinguono noi tutti in particolare ed i Paesi in generale, si possa riuscire a rifondare una società basata non più sull’egoismo, il male assoluto, bensì sull’altruismo.
Felice A. Casalino