Scandalo assenteismo all’ospedale Ruggi a Salerno coinvolti in 85
Chiuse le indagini a carico di altri 85 dipendenti dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona per un «non corretto» utilizzo del cartellino marcatempo. Spuntano anche i nomi di alcuni medici tra i destinatari dei provvedimenti. I finanzieri del Gruppo Salerno, agli ordini del tenente colonnello Diego De Luca, stanno notificando gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a firma del sostituto procuratore Francesco Rotondo, proprio in questi giorni. L'indagine, legata a doppio filo all'inchiesta Just in time, che ha portato anche al licenziamento di sette dipendenti dell'ospedale, nasce (questa volta) dalle segnalazioni della responsabile delle Risorse umane Antonietta Niro. La dirigente aveva consegnato, all'indomani dello scandalo assenteisti, nelle mani degli uomini della guardia di finanza una serie di carte e documenti in cui erano indicati diversi casi di timbrature anomale. Ad esempio, vi erano anche entrate e uscite a distanza di pochi minuti l'una dall'altra. Dati che indicavano numeri da capogiro: quasi 80 mila giornate di assenteismo al Ruggi. Per la precisione 79.300. Questi, i numeri complessivi delle anomalie presenti sui cartellini del personale dipendente e riscontrate dall'amministrazione dell'azienda universitaria ospedaliera nell'arco temporale che va dal 1 febbraio 2012 al 28 febbraio 2015 e registrate a vario titolo dalla commissione di verifica Rilevazione presenze. Nel corso del controllo, nello specifico, sono emersi circa 8mila casi di mancata correzione delle errate/omesse timbrature; 1300 casi di presenza nella stessa giornata di timbrature e giustificativo (ferie, permessi, malattie); 70 mila giornate di assenza non giustificata. Numeri che nello stesso verbale redatto dai componenti della commissione vengono definiti record e che tradotti in soldoni potrebbero voler dire un danno erariale di milioni di euro. Ora in 85 dovranno rendere conto alla Finanza dell'errato utilizzo del badge e dimostrare, nel dettaglio, di aver ottemperato alle regole e agli orari del proprio lavoro. Intanto, grazie alle decisioni assunte questa estate sotto l'egida del commissario Nicola Cantone, i «furbetti» saranno sempre più messi alle strette. E non solo loro. Sotto la lente di ingrandimento dell'amministrazione ospedaliera finiscono anche le attività dei reparti. Controlli più serrati, dunque, mentre si allargano le competenze del nuovo servizio ispettivo aziendale, che passa da 3 a 6 membri. Nello specifico, il servizio si occuperà di accertare eventuali incompatibilità dei dipendenti e incompatibilità del rapporto di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale e di svolgimento di libera attività professionale intra ed extra – moenia per il personale medico, di consulenze, nonché del cumulo di impieghi e incarichi da parte degli specialisti ambulatoriali interni titolari di rapporto convenzionale con il Ruggi; di verificare, a campione, la regolarità delle procedure di registrazione delle presenze da parte del personale in servizio presso tutti i plessi ospedalieri dell'azienda e del controllo sulla corretta gestione delle liste di attesa e sul rispetto dei criteri di prenotazione, oltre alla verifica della qualità delle prestazioni e dei servizi erogati, dell'appropriatezza dei ricoveri e delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche, della documentazione sottostante e delle corrispondenti schede di dimissioni ospedaliere. I controlli saranno a campione, con cadenza annuale e nei confronti dei soggetti sottoposti a controllo gli ispettori potranno procedere, d'ufficio, ad ulteriori accertamenti, sia documentali che ispettivi, presso le strutture sanitarie private, accreditate e non accreditate. Inoltre, potranno disporre ulteriori verifiche, in via straordinaria, previo parere favorevole della direzione generale, nei confronti di singoli servizi ed unità operative aziendali a seguito di segnalazioni o denunce giunte direttamente al servizio ispettivo aziendale o su richiesta del direttore generale. La procedura dovrà terminare entro due mesi dall'inizio delle indagini e può concludersi con l'archiviazione, se non saranno riscontrate irregolarità. Petronilla Carillo, Il Mattino