Sorrento. Referendum Costituzionale: le ragioni di Francesco Mauro (Pd)
Mentre tutti gli altri attendono una data per il voto sul referendum costituzionale, a parlare in penisola sorrentina è Francesco Mauro (Pd), consigliere di opposizione nel Comune di Sorrento: «Il referendum costituzionale è una grande occasione per dimostrare che anche in Italia le cose possono cambiare, che si può passare da un sistema ingessato, lento e pachidermico a procedimenti legislativi e amministrativi più moderni e agili. La riforma è, a mio parere, ben lungi dall’essere perfetta, ma è un punto di inizio da cui partire. Non è un argomento semplice e, soprattutto, l’attuale dibattito è più incentrato sulla figura del presidente Renzi che sul merito della riforma. Ed è qui che bisogna intervenire. Lo faremo con il Partito Democratico e i Giovani Democratici, costruendo momenti di confronto e informazione, spingendo verso un voto consapevole sul reale significato del referendum e non a una semplice divisione tra tifoserie. C’è poi da approfondire un argomento, esterno alla riforma, ma ad esso collegato: la legge elettorale. Il combinato disposto del nuovo assetto costituzionale e dell’Italicum non mi convince, garantendo un premio di maggioranza sproporzionato rispetto alla percentuale di voti che potrebbero essere ottenuti dalla coalizione vincente. Ma questo tema sembra sarà affrontato nuovamente dal Parlamento a breve.
Guardando invece alla riforma, e tenendo ben presente la realtà sorrentina, c’è da evidenziare il cambio di competenza in materia turistica dalla Regione allo Stato. Questa ricentralizzazione potrebbe finalmente portare alla creazione di un sistema-turismo in Italia, mettendo in rete e promuovendo in modo sinergico le innumerevoli bellezze del nostro territorio, con ricadute positive immediate in termini di incoming turistico.
In conclusione – chiosa il dem – non vedo nel testo della riforma nessuna minaccia alla democrazia italiana, come invece professano i contrari alla modifica costituzionale. Non v’è alcun attentato alle istituzioni, non ci sono negazioni delle libertà né illimitati poteri conferiti al Governo a scapito del Parlamento. E’ un tentativo, secondo me giusto, di cambiare il Paese: dal superamento del bicameralismo paritario alla riduzione dei costi della politica, a una più ampia partecipazione attiva dei cittadini garantita dai referendum propositivi e dall’obbligo di discussione delle leggi di iniziativa popolare. Ed è un tentativo che bisogna fare».