La Juventus è la squadra di Serie A che non pareggia da più tempo L’ultimo risultato di parità conquistato dalla formazione bianconera risale al febbraio scorso contro il Bologna finì 0-0
«Una partita da libro Cuore». Massimiliano Allegri battezza così Juventus-Napoli. L’immagine è suggerita dalle emozioni per la prima volta di Gonzalo Higuain contro gli azzurri, ma anche dalle priorità del tecnico bianconero: «La partita più importante sarà quella di mercoledì con il Lione: c’è in palio la qualificazione in Champions, che è il primo obiettivo di stagione. La sfida con il Napoli non è decisiva per lo scudetto: siamo appena all’undicesima giornata, anche se la classifica comincia a delinearsi». Proprio la sua Juve, d’altronde, nell’ultimo campionato ha svelato la fragilità delle gerarchie d’autunno: «Esattamente un anno fa, il 28 ottobre, perdevamo a Sassuolo ed eravamo decimi: ci vogliono calma ed equilibrio, la storia insegna che campionati si decidono a marzo».
MOVIMENTO. Su Higuain scherza: «Come vive l’attesa? Non ci ho parlato… L’allenatore ha due scelte: o non farlo giocare e ci sta, o non dirgli niente, va in campo e gioca». Pipita non segna da quattro partite, un’infinità per un centravanti come lui: «Può capitare che un attaccante per qualche partita non faccia gol, soprattutto se sei alla Juventus dove magari segnano altri giocatori: i suoi numeri sono comunque importanti, è già a 7 reti, e io sono molto contento di quanto sta facendo sia in fase offensiva che in fase difensiva. I compagni devono conoscerlo ancora meglio perché è bravissimo nel primo movimento e in base a quale zona la palla: su questo bisogna migliorare e aiutarlo. L’importante non è che segni sempre Higuain, ma che la Juventus a fine stagione vinca lo scudetto, affronti la Champions per arrivare in fondo e cercare di vincerla, punti alla Supercoppa di Doha e alla Coppa Italia. La scelta di di trasferirsi a Torino vissuta come un tradimento dai tifosi azzurri? Siamo tutti professionisti e tutte le cose iniziano e finiscono: tifosi napoletani devono essere riconoscenti a Higuain per ciò che ha fatto e per quanto ha dimostrato, come lui deve essere riconoscente alla tifoseria napoletana per l’affetto ha ricevuto. E’ sereno, molto legato alla città di Napoli».
TRACCE. Il nodo più intricato riguarda l’impiego di Claudio Marchisio dall’inizio: «Non è un problema di ginocchio, ormai guarito: è che a distanza di 72 ore si possono correre rischi a livello muscolare. Deciderò dopo aver parlato con il ragazzo: se è in condizione partirà, altrimenti giocherà contro il Lione». Tracce di formazione: «Cuadrado titolare? Valuterò: in questo momento davanti ho solo Mandzukic e Higuain e lui può diventare una punta aggiunta. Lichtsteiner? Ci sono probabilità che giochi, si sta allenando molto bene, è un professionista serio. Credo che il vantaggio in questa Juve è che abbiamo cambiato spesso formazione, ottenendo però sempre gli stessi risultati: deve essere la nostra forza perché ci permette di giocare tante partite con una buona intensità».
CIRCO. Allegri non ravvisa segnali inquietanti nei risultati dei tre big-match disputati finora, pari con il Siviglia e due sconfitte a San Siro: «Contro gli spagnoli, che qualcuno aveva giudicato squadretta e invece sono secondo nella Liga, abbiamo avuto 7 palle gol e preso una traversa, c’era anche un mezzo rigore mentre loro non hanno mai tirato. Con l’Inter e con il Milan sono state due partite anomale: brutta con i nerazzurri, di controllo con il Milan sennonché il pallone è rotondo e ogni tanto va da una parte anziché un’altra. Conta dove si è a fine stagione». La riflessione offre uno spunto per riaprire il dibattito tra bel gioco e risultati: «Contano i risultati: per lo spettacolo si va al circo, per il calcio-spettacolo da un’altra parte. Detto questo, il nostro obiettivo è migliorare sempre la qualità del gioco».
Fonte:corrieredellosport