Il Genoa manda il diavolo all’inferno

26 ottobre 2016 | 00:00
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Il Genoa manda il diavolo all’inferno
Il Genoa manda il diavolo all’inferno
Il Genoa manda il diavolo all’inferno

Dopo la grande prova contro la Juve tutti si aspettavano un Milan diverso.Ma è stato un super Genoa a mandare il diavolo all'inferno.Francamente penso che il Milan debba guardare la classifica verso il basso e sicuramente non lottare per lo scudetto.Juventus,Napoli e Roma sono di un altro livello. PAVOLETTI E IL NO AL NAPOLI. Ha segnato al Milan quando poteva essere un giocatore del Milan. Pavoletti ha realizzato il primo gol dopo l’infortunio e ora il Napoli potrebbe rifarsi sotto. Preziosi, però, lo ha già bloccato: «Ceduto a gennaio? No, quest’anno Pavoletti resta con noi, abbiamo fatto delle scelte e le porteremo avanti. Ho già rifiutato un’offerta del Napoli e va bene così. Lui piace a tutti. Il Milan, se lo avesse preso, non avrebbe acquistato Lapadula, sul quale c’eravamo noi».  

Miki De Lucia


Non è il Milan ad andare in testa al campionato, ma è il Genoa a fare un gran balzo e a entrare in zona-Europa League. Quello che avevamo visto sabato scorso si è capovolto a Marassi. Per il Milan: dalla vittoria sui campioni d’Italia (con annesso il sogno del primato solitario) alla batosta di Genova. Per il Genoa: dalla bruciante sconfitta nel derby, al trionfo sulla seconda in classifica. La squadra di Juric ha meritato in pieno questa vittoria, ha battuto il Milan nello spirito, nel carattere, nel temperamento. E poi anche per qualità tecniche e organizzative, per corsa e voglia di soffrire. Rispetto alla Juve, Montella aveva fatto due sostituzioni con Poli e Honda per Abate e Suso, aveva cambiato tutta la fascia destra e in quella fascia di campo il Genoa ha vinto la partita. 

RITMO SOSTENUTO. Ai rossoblù è stato sufficiente giocare al loro ritmo, notoriamente alto, per un quarto d’ora. E’ bastato per imporre il timbro del loro gioco e per andare in vantaggio con un colpo di testa del giovane Ninkovic su cross di Rincon: nell’occasione che ha piegato la sfida, il responsabile è stato Honda che, sul palo lontano, ha lasciato in gioco Ninkovic, ma prima ancora non era stata adeguata nemmeno la copertura di Locatelli sul cross di Rincon. La squadra di Juric era entrata in questa gara dalla parte giusta, aveva dentro la rabbia per il derby perso e stava giocando contro un’avversaria consapevole di essere già oltre i suoi limiti, di sicuro oltre le sue aspettative, dopo la vittoria sulla Juve. L’incrocio di sensazioni opposte ha favorito il Genoa, messo meglio sul campo umido di Marassi. Il ritmo era notevole, l’intensità massima, l’organizzazione efficacissima, col solito “doppio” Rigoni, controllore diretto di Locatelli quando la palla era del Milan, ala destra arrembante quando la palla era del Genoa.  

DUELLI GENOANI. Juric stava vincendo la partita con i duelli diretti: Edenilson stava cancellando Niang, Laxalt conteneva senza problemi Honda dall’altra parte, Rincon chiudeva la strada a Bonaventura riuscendo a prendergli quasi sempre il tempo e il modo per ripartire (come si è visto in occasione del gol), mentre Veloso dirigeva la manovra senza trovare in Kucka un ostacolo di livello. Il Genoa stava giocando una gara simile a quella col Napoli ma, non possedendo il Milan lo stesso spessore tecnico degli azzurri, una volta in vantaggio la squadra di casa ha potuto abbassare anche il livello atletico e agonistico.  

IL CAMBIO DI MONTELLA. Sotto nel risultato, nello sviluppo del gioco, nella corsa, Montella ha cercato di cambiare la partita con un’idea tattica e intorno al 30' ha schierato il Milan col 4-4-2. Abbandonando il 4-3-3 iniziale, voleva togliere i riferimenti su cui Juric stava giocando. Niang si è accentrato accanto a Bacca, Bonaventura è diventato esterno sinistro e Honda esterno destro. Ma il Genoa non si è scomposto e la risposta è stata il 5-4-1 per difendere sempre in superiorità numerica. 

RIPRESA A MILLE. Dopo 11' Paletta ha deciso che in questa partita, già bella tirata di suo, ci voleva un colpo di follia. Così, all’altezza della bandierina, è schizzato in aria a piedi uniti, ha fatto un bel salto e si è letteralmente catapultato su Rigoni. Fallo assurdo, rosso sicuro. Qualche minuto prima, Banti aveva a sua volta contribuito a infuocare la sfida evitando di fischiare un rigore netto per un’entrata di Veloso su Locatelli. Con un uomo in più, al Genoa è venuto il “piedino” mentre il Milan, ritoccato da Montella con i cambi di Gomez (per Bacca, dopo l’espulsione di Paletta), Luiz Adriano e soprattutto Suso (che in 20' ha fatto capire quanta e quale sia la differenza fra lui e Honda), ha spinto al massimo. Dopo un po’ di sofferenza, però, il Genoa è ripartito nelle praterie lasciate libere dal Milan e l’ha travolto. Ha segnato il 2-0 con un’autorete di Kucka su cross di Lazovic, poi il 3-0 con un destro in area di Pavoletti (non dopo aver ringraziato la dabbenaggine di Romagnoli per avergli concesso l’interno e non l’esterno dell’area) e anche il 4-0 con un colpo di testa di Rigoni, migliore in campo. Pure quel gol era buono, ma la coppia Longo-Banti gliel’ha tolto. 


DONNARUMMA 5,5 

Inizia male i festeggiamenti del suo primo anno da titolare nel Milan. Dopo appena 10' Ninkovic lo mette già kappaò.  

LOCATELLI 5,5 

Il baby-prodigio, grande protagonista contro la Juve, stavolta stecca. Sì, anche lui. Inevitabile alla quarta partita consecutiva.  

GOMEZ (13'ST) 5,5 

Il paraguaiano ringhia, ma Romagnoli, esausto, non lo supporta. 

DE SCIGLIO 5 

Edenilson spinge come un treno e spesso lo travolge. Anche Rigoni punta l’esterno milanista quando tenta di ripartire.  

POLI 5 

Anche Montella lo collauda come esterno destro basso. Da titolare è una novità per l’ex-Samp che dovrebbe, in fase di possesso palla Milan, andare a supporto del centrocampo. Con il Milan in 10 si sbilancia in avanti, fallisce alla mezz’ora il gol dell’1-1, spedendo di destro fuori da buona posizione.  

MONTELLA (all.) 5 

Il risveglio è stato brusco. Il primo posto è meglio lasciarlo lì dov’è, è davvero tanta roba per questo Milan… Comunque il tecnico milanista ha già ottenuto fin troppo con un organico dimezzato e con molti elementi non all’altezza della situazione. Per lunghi tratti il Milan ha controllato il gioco e anche in dieci ha messo paura al Genoa.  

KUCKA 5  

Non entra quasi mai in partita. Nel secondo tempo si rianima anche lui con il Milan in 10. Tenta il gol dalla distanza, come contro il Chievo, ma stavolta non va. Sfortunata l’autorete da…«ex», il gol che in pratica chiude la sfida.  

LUIZ ADRIANO (17'ST) 5 

Subentra a Honda, sbaglia clamorosamente il gol del possibile pareggio.  

BACCA 4,5 

Assolutamente assente, stranamente evanescente viene richiamato in panchina dopo quasi un’ora quando il Milan resta in inferiorità numerica.  

ROMAGNOLI 4,5  

Il pressing alto dei genoani impedisce di gestire con tranquillità la fase difensiva. Locatelli è marcato strettissimo, quasi impossibile ripartire con l’azione da lui. Pavoletti lo mette a sedere, con troppa facilità, in occasione del 3-0.  

NIANG 4,5 

Nervoso e isterico. No, così non va. Litiga subito con Edenilson che, ieri sera, andava il doppio di lui. Fischiato dal suo ex pubblico, non entra mai in partita.  

PALETTA 4 

Le maglie rossoblù piovono in area di rigore rossonera da tutte le parti. Non è facile controllarle tutte. Tanto meno quella di Ninkovic in occasione del gol. Nel primo tempo, però, regge bene anche nell’uno contro uno. La ripresa prende una brutta piega. L’italoargentino viene espulso (11'st) per un fallaccio, folle e immotivato, su Rigoni.  

HONDA 4  

Gioca dal primo minuto. Montella gli chiede di mettere pressione sulla fascia e tenere bloccato il Genoa da quella parta. Il giapponese, in realtà, sbaglia in occasione del gol del Genoa perchèé tiene in gioco l’autore del gol Ninkovic. Ma non è solo quello. Honda non entra mai in partita.  

fonte:corrieredellosport