La consapevolezza

3 ottobre 2016 | 00:00
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La consapevolezza

Un commento di un lettore alla mia ultima riflessione dal titolo La decadenza mi ha dato lo spunto per formulare una risposta che, spero, possa essere abbastanza esauriente.
Il commento includeva una domanda: “Come mai noi siamo inermi davanti a tutto questo?” Ovvero, a quella situazione che avevo raffigurato nel esplicitare la mia riflessione.
Orbene, a mio modo di vedere,  rimaniamo inermi perché, per quanto ci appaia distorta ed avvilente la fase storica che stiamo attraversando, ancora non ne siamo pienamente consapevoli; viviamo la nostra vita proiettati in un mondo che si potrebbe definire immaginario, governato unicamente dai nostri sensi.
Solo attraverso la consapevolezza della propria esistenza, che non è una operazione né  semplice, né facile, potremo arrivare alla comprensione del vero significato della nostra vita.
In più, la consapevolezza ci procura all’inizio della nostra indagine uno stato di disagio e, si sa, che l’uomo rincorre e desidera unicamente i piaceri, cercando di evitare per quanto gli è possibile la sofferenza.
Questo malessere nasce nel momento in cui iniziamo ad addentrarci nella nostra interiorità, per scoprire che la nostra vita non può essere unicamente il nascere, godere di qualche momento di felicità, vivere più o meno bene, accumulare qualche bene materiale, per poi immancabilmente morire.
Sono questi i motivi, secondo me, che inducono l’uomo a evitare di soffermarsi, indugiare su queste considerazioni che tanto male fanno. Basterà? No, non penso che basti.
Ritengo, che solo dopo aver affrontato e superato questa fase cruciale, in virtù della consapevolezza che si determinerà in noi, inizieremo a vivere la nostra vita con altre e diverse aspettative, ponendo al centro dei nostri interessi non più gli aspetti che fino ad oggi l’hanno caratterizzata.
Scopriremo, che dopo un lavoro su noi stessi realmente duro, saremo capaci di vivere una vita più consapevole, raggiungendo in tal modo ciò che neanche immaginavamo, inizieremo a ridare importanza a quei valori che con tanta semplicità avevamo relegato nel fondo della nostre coscienze.
Scompariranno quei sensi di vuoto a cui non sapevamo dare un significato, una risposta, sentiremo, al contrario, un senso di appagamento, tutto ci apparirà sotto un’altra Luce, e solo allora non rimarremmo più inermi di fronte alle tante storture della vita quotidiana.
In mancanza di una adeguata consapevolezza, sarà la sofferenza a spingerci dal di dietro, facendoci raggiungere lo stesso risultato, ma in tempi molto più lunghi, e a nulla varrà il cercare di sottrarsi a questo percorso contrassegnato da smarrimento e afflizione.
Felice A. Casalino