NA 16/10/16 presso teatro S. Maria della Libera presentato lo spettacolo “Incontriamoci cantando”
Domenica 16 Ottobre u.s. presso il teatro S. Maria della Libera in via Belvedere 113, Napoli, è stato portato in scena lo spettacolo “Incontriamoci cantando” allestito a cura di Giuseppina Busiello.
La sala era gremita di pubblico e alle 18:45 si è aperto il sipario con il saluto di Antonio Onorato che ha invitato in scena lo storico prof. Aldo De Gioia. Aldo ha chiosato brevemente sulla canzone napoletana concludendo che la canzone napoletana va cantata con il cuore e con il cuore hanno interpretato i vari brani tutti i protagonisti che hanno dato il massimo delle loro prestazioni canore. A seguire, Giò Siciliano accompagnata con la fisarmonica dal maestro Angelo Mosca e presentata da Maria Adele Gubitosi, ha cantato tre brani in successione che il pubblico ha lungamente applaudito.
Hanno partecipato: Antonio Onorato, Marcella Cavaliere, la posteggia del maestro Masiello mandolini, Laura Misticone, Angela Prota, Elena Puiu, Giò Siciliano.
Alla tastiera il maestro Massimo Piscopo.
Ha presentato Maria Adele Gubitosi.
Lo spettacolo in due ore e passa, è scivolato brillantemente sulle note delle più belle melodie napoletane.
La posteggia ha avuto una buona parte nello spettacolo che il pubblico ha dimostrato di apprezzare.
“La posteggia in origine non aveva il senso che ha ora nel dialetto napoletano, ma era un modo particolare di fare musica, stando appunto “appustiati”? (fermi ad un posto) per esempio sotto il balcone di una donna per dedicarle una serenata o girando per i tavoli di una taverna o di un caffè per allietare i clienti.
I vecchi gruppi di posteggia erano formati da almeno quattro o cinque elementi che suonavano di solito chitarre,mandolini e violino ai quali si aggiungeva un cantante; ma purtroppo con il passare degli anni la tradizione è caduta sempre più nel dimenticatoio ed ora è più facile incontrare nelle taverne tipiche e nei ristoranti dei singoli posteggiatori che, accompagnati dalla chitarra intonano canzoni tipiche del genere.
Di posteggiatori ne sono rimasti in pochi purtroppo, ma pare che ultimamente la buona tradizione napoletana sia tornata di moda e faccia molto radical chic; infatti li si vede sempre più spesso suonare ai matrimoni della Napoli da bene.
La posteggia era nata per il popolino e non sicuramente per le classi più aristocratiche, e questo lo sapeva bene Caruso, che proprio con la posteggia aveva mosso i primi passi nel mondo del canto diventando poi il grande tenore di cui ha parlato tutto il mondo.
Speriamo che almeno in futuro la posteggia rappresenti non solo un ramo secondario della musica classica napoletana, ma che conquisti il posto che si merita, grazie alla sua spontanea genuinità” .
L’evento si è concluso con la nota canzone “Simme ‘e napule paisà” cantata da tutti i protagonisti e dal pubblico.
Quando si è chiuso una prima volta il sipario la platea ha applaudito all’unisono. Al secondo sipario, Antonio Onorato ha ringraziato tutti i protagonisti e il pubblico.
In conclusione, è stato uno spettacolo brillante che ha offerto al pubblico poco più di due ore di svago lontano da quel “tran tran” giornaliero che più o meno affligge tutti noi.
Alberto Del Grosso
Giornalista Garante dei Lettori
del giornale Positanonews