Napoli -C’è il Besiktas Sarri rinuncia a Jorginho E scatta l’allarme ultrà

18 ottobre 2016 | 00:00
Share0
Napoli -C’è il Besiktas Sarri rinuncia a Jorginho E scatta l’allarme ultrà
Napoli -C’è il Besiktas Sarri rinuncia a Jorginho E scatta l’allarme ultrà
Napoli -C’è il Besiktas Sarri rinuncia a Jorginho E scatta l’allarme ultrà

A punteggio pieno nel girone, la squadra di Sarri può qualificarsi subito: non è mai successo prima


Con una vittoria contro il Besiktas e un pareggio a Kiev tra Dinamo e Benfica, gli azzurri volerebbero agli ottavi

Mertens favorito su insigne Zielinski o Giaccherini ?

Sarri decide la formazione e pensa di dare un turno di riposo ad Allan o Hamsik

Mica è il cubo di Rubik, ma neanche un puzzle: è l’aritmetica nuda e cruda, in cui tre per tre fa nove e, contemporaneamente, anche la Storia. E’ la Champions che, e sarebbe la prima volta, lancerebbe agli ottavi una squadra già dalla fine del girone d’andata, lasciandole giocare il ritorno in pantofole, con la mente libera e, comunque, con la possibilità di non lasciarsi sopraffare dall’ansia, magari pensando anche al turn-over in funzione campionato. E’ un primato, e nel suo piccolo ha un valore pure per l’autostima, ed è comunque un’occasione da non perdere, perché ci sono «imprese», nel loro piccolo, che dà gusto veder scolpite nel marmo della memoria. 

ECCOLO. Mica semplice, ma è giusto e doveroso ed è naturale provarci, aspettando poi che arrivi il finale da Kiev che aiuti ad avviarsi per tempo verso il futuro: intanto, al Napoli serve vincere, of course, e basterebbe ciò – sommandolo al pareggio tra Dinamo Kiev e Benfica – per non dover poi più vivere con il pathos le gare che verranno. L’Uefa ha già «celebrato» il possibile evento sul proprio sito, portandosi un po’ avanti: ma domani sera, va detto, si è al crocevia di un capolavoro che non ha precedenti. Tre vittorie di seguito, per prepararsi al «check in» degli ottavi di finale, quello in cui accede l’Alta Società del calcio Europeo: dunque, tra le prime sedici del Vecchio Continente e potendosi consentire persino di attraversare gli ultimi 270 della fase iniziale con sguardo distaccato. L’«aiutino», per così dire, devono fornirlo anche le altre concorrenti, eliminandosi tra di loro, perché, come spiega l’Uefa, se mercoledì sera il Napoli dovesse ritrovarsi a nove punti e Besiktas, Dinamo Kiev e Benfica a due, sarebbe matematico il passaggio del turno della squadra di Sarri. 

REGOLAMENTO. Ricapitolando, se il Napoli poi perdesse le tre partite successive, ci sarebbe solo una concorrente in grado di superarlo, arrivando a undici; mentre risulterebbe impossibile alle altre andare oltre quota otto. In un caso, invece, due club avrebbero le chanche per agganciare il Napoli a quota nove (pareggiando tra loro e vincendo nei rimanenti 180 minuti). Nascerebbe, a quel punto, una per niente complicata classifica avulsa, per la quale il Napoli ha già ricevuto risposte rassicuranti, perché l’articolo 17.01 del regolamento di Champions stabilisce immediatamente che in casi del genere vale «il maggior numero di punti ottenuti tra le squadre in questione». E il Napoli sarebbe già a sei, mentre il resto della compagnia non potrebbe andare oltre i cinque. 

NEMESI. Proprio vero: la «vendetta» è un piatto che si consuma fredda e, a tre anni di distanza dalle lacrime del San Paolo, il Napoli si metterebbe in condizione di spassarsela, senza avere alcun tipo di preoccupazione, senza dover rincorrere l’impossibile, né temere agganci al foto-finish. Vincere per la gloria, perché no per i soldi, per la classifica, per l’iniezione di fiducia, per cancellare anche l’11 dicembre del 2013, quando il Napoli uscì dagli ottavi con dodici (12) punti in classifica, il frutto di quattro vittorie, semplicemente per differenza reti. Alla sfida con l’Arsenal arrivò con una certezza e una speranza, le condizioni necessarie per passare il turno: avrebbe dovuto vincere per 3-0, ed in quel caso avrebbe anche potuto ignorare il risultato dell’altra sfida; oppure augurarsi in una frenata del Borussia Dortmund, in casa dell’Olympique Marsiglia. Il destino si divertì: finì 2-0 per gli uomini di Benitez e il tedeschi, al «Velodrome», riuscirono a vincere ad otto minuti dalla fine. Pure quello fu un primato, dolorosissimo, da soffocare… 

– Cambiare, certo: ma dove, ma quanto? E’ la Champions che chiama, mica una serata qualsiasi, e bisognerà accomodarsi al San Paolo con certezze assolute, avendo percezione dell’avvenimento, della sua importanza: però è anche una partita che introduce a due gare di campionato in cui, volendo, si potrà procedere con un turn-over razionale, che aiuti a rifiatare chi ha speso tanto, e dunque, modificare, sì, ma in che misura? La domanda che sorge spontanea attende i responsi dell’ultima ora: quelli che i macchinari del calcio moderno consentono di leggere nelle gambe, nella fatica. La difesa sembra fatta, nonostante qualche crampo avvertito da Maksimovic: da destra a sinistra resteranno gli stessi che hanno cominciato la sfida con la Roma, anche se Maggio ha qualche possibilità.  

UNO ENTRA. E’ a centrocampo che qualcosa può essere fatto, con interventi ovviamente non radicali: Jorginho è il regista, e tale resterà, ma tra Zielinski e Giaccherini uno può introdursi in questa Champions League, consentendo o ad Allan o ad Hamsik di respirare un poco. La risposta è complicata, le sedute di allenamento – una in giornata, un’altra nella mattinata di domani – aiuteranno Sarri a svelare la propria idea di formazione: ma non se ne accorgerà nessuno, né ci saranno «casacchine» utili per decodificare il pensiero del tecnico, perché l’abitudine di tenere tutti sulla corda varrà sempre, soprattutto adesso. 

BALLOTTAGGIO. Ma è quasi scritto che qualcosa succederà in attacco, dove l’alternanza di sinistra è ormai codificata: Callejon a destra costituisce una certezza e lo spagnolo, peraltro, in Nazionale non è stato chiamato agli straordinari; e Gabbiadini si terrà ancora – chiaramente – il proprio posto da centravanti, cercando di uscire dal tunnel. La competizione, come sempre, è sulla fascia mancina, laddove entrano in amichevole conflitto Insigne e Mertens, con il belga stavolta in vantaggio sullo scugnizzo di Frattamaggiore. E non sono semplici impressioni, lo dicono le statistiche: dalla prima di campionato ad oggi, la staffetta è andata regolarmente in onda, tranne che nelle ultime due di campionato: a Bergamo ha cominciato Insigne, che poi è partito titolare pure con la Roma, avendo Mertens speso con la propria in Nazionale. Ma ora che nelle gambe il belga ha «solo» gli ultimi trentatré minuti di sabato, sembra tutto annunciato. Sembra. 

fonte:corrieredellosport   michele de lucia