La Fiorentina ha giocato una delle peggiori partite dei suoi ultimi 10 anni. Ci sono stati, da parte dei viola, momenti di calcio raccapricciante che solo l’Atalanta, per vitalità, organizzazione e movimento collettivo, è riuscita a trasformare in un calcio a tratti gradevole, anziché passivamente adeguarsi. La squadra di Sousa ha tenuto palla (73.3 per cento nel secondo tempo, 64.9 la media al 90'), ma con un possesso fatto di passaggi indietro o, quando proprio osava, orizzontali. Il suo moto di avvicinamento alla porta di Berisha è stato lentissimo, privo di forza, di convinzione, di sprint e soprattutto di qualità, individuale e collettiva. Fino all’ingresso di Zarate, non c’era un viola capace di saltare l’avversario in dribbling, anzi, nessuno che avesse il coraggio di pensarlo. Nonostante il doppio centravanti, i pericoli per Berisha si sono ridotti all’osso. Babacar e Kalinic hanno deluso perché tutta la Fiorentina ha sbagliato partita.
LA CONTESTAZIONE. Il Franchi, a fine gara, ha accompagnato la squadra negli spogliatoi con i fischi e la classica richiesta cantata del tirare fuori qualcosa dai pantaloncini. Ma è più su, nella testa, che la Fiorentina deve ricominciare. Anche ieri ha dato la sensazione di una squadra soddisfatta del suo cammino senza averne alcuna ragione (non risulta abbia mai vinto niente), una squadra che sente di aver esaurito il suo percorso ed ora è in piena involuzione tecnica e tattica. Sousa ha cercato di dare una scossa con il doppio cambio Vecino-Tello per Sanchez-Milic dopo un’ora di gioco, ma in questo periodo la Fiorentina risucchia chiunque nella sua sofferenza tecnica e tattica e non è in grado di rispondere ai richiami del suo allenatore. Il problema è serio.
UN PUNTO D’ORO. Rispetto all’ottava del campionato scorso ha fatto la metà dei punti, ora 9 (con una partita in meno), allora 18, e l’ultima volta che aveva messo insieme questa miseria di punti dopo questo stesso periodo, nel 2011-12, finì al 13° posto. E’ una squadra spenta, che segna troppo poco (6 gol, meno ne hanno fatti solo Empoli e Palermo) e che non vince da 4 partite di campionato. Per questo ieri a fine gara aveva perfino qualcosa con cui consolarsi: il punto, innanzitutto, e la conferma dell’imbattibilità al Franchi, dove non subisce gol da 457'. Stavolta l’hanno salvata prima Tatarusanu e poi Astori.
ORGANIZZAZIONE GASP. L’Atalanta arrivava da due vittorie, ha giocato veloce e leggera ed è piaciuta. Ha vinto quasi tutti i duelli diretti (solo Astori ha fatto meglio di Petagna) grazie all’organizzazione del suo allenatore e a una condizione decisamente superiore a quella dei viola. In mezzo al campo, Kurtic ha cancellato Badelj, Freuler ha spento Sanchez e Kessie si è mangiato Borja Valero. E quando, a metà ripresa, è entrato Gagliardini al posto di Kurtic e le marcature sono cambiate, non è cambiata la sostanza. Meglio, molto meglio, l’Atalanta che ha sfondato sulle fasce, soprattutto a destra dove Conti ha incenerito il malcapitato Milic: c’era una differenza esagerata nella corsa e nel controllo del settore. L’Atalanta aveva perso le ultime 9 partite con la Fiorentina, ma ieri solo casualmente ha rischiato di prendere gol con un colpo di testa di Sanchez, dopo angolo di Bernardeschi, respinto sulla linea da Conti, e con un altro colpo di testa di Kalinic, ancora su assist di testa di Bernardeschi, uscito di poco.
SALVEZZA ASTORI. La manovra dell’Atalanta è stata molto più ricca di idee e di spunti, seguiva un ragionamento logico e lucido sfruttando le distanze sbagliate dei reparti viola. Tatarusanu ha salvato la porta su un diagonale da due passi di Dramé, Astori ha imitato il portiere romeno in un paio di occasioni e ogni volta che Papu Gomez puntava l’area viola, la difesa di Gonzalo andava in affanno. Forse l’unico errore dei bergamaschi è stato non crederci fino in fondo, non aver approfittato in pieno del disagio evidente dei viola. tanto per chiarire il concetto, quando Kessie, dopo aver annientato Borja Valero, ha deciso nella ripresa di attaccare, per la difesa viola i problemi sono aumentati. Un leggero rimpianto in una partita giocata bene.
– Paulo Sousa sa benissimo che la Fiorentina ha la metà esatta dei punti rispetto ad una stagione fa: «La fiducia crescerà con i risultati: nelle difficoltà serve il coraggio per uscirne. Dobbiamo metterci gli attributi per arrivare ai punti: adesso serve trovare la forza per prenderci una iniezione di fiducia e ritrovare il successo. I fischi? I tifosi hanno tutto il diritto di farli, specie dopo che, con in testa la Curva Fiesole, ci hanno sostenuto per tutta la partita. Non mi hanno fatto male, il pubblico, del resto, paga il biglietto. Non sono preoccupato, semmai sono consapevole. Tocca a noi rendere i tifosi orgogliosi della squadra». Ma qual è la posizione di Paulo Sousa? Corvino, dg dell’area tecnica: «Prendiamo il punto, certe partite nascono male e puoi addirittura perderle. Sull’allenatore non scherziamo…». Ma è poi proprio così? Nel recente passato di problemi più o meno sommersi ce ne sono stati. Tanto che questa estate molti avevano sussurrato di una possibile partenza del portoghese.
fonte:corrieredellosport