Vico Equense. Depuratore di Punta Gradelle. La telenovela non finisce mai. Solo spot ed annunci. I fatti stanno a zero
Il depuratore di Punta Gradelle, atteso in penisola sorrentina da oltre quarant’anni e destinata allo smaltimento delle acque reflue dei Comuni della costiera sorrentina – da Sorrento a Vico Equense – si trova al termine di un tunnel di un chilometro, sotto la montagna che separa Seiano da Meta, dove sono in costruzione quattro vasche con membrana di ultima generazione, alle quali affluiranno i collettori consortili di Sorrento e di Vico Equense. La capacità di trattamento dei liquami è fissata per un equivalente di 140 mila abitanti. Al termine del ciclo, i reflui convertiti in acqua depurata, verranno immessi nella condotta sottomarina già esistente, per sfociare in mare aperto. Ogni giorno questo ciclo produrrà un cassone di fanghi da smaltire. Una lunga telenovela, quella della sua elaborazione: Sono passati quarantatre anni dalla prima emergenza (l’epidemia di colera del 1973), che fece nascere l’esigenza di dotare la penisola di un depuratore, dodici anni dalla progettazione e nove dall'apertura del cantiere. Nel corso degli anni, tra il 1973 e il 2000, sostenuti nelle loro iniziative dai vertici dell'Azienda per le risorse idriche della penisola sorrentina (all'epoca Arips), i Comuni interessati diedero inizio ad una serie di iniziative per pianificare la realizzazione dell'opera. La svolta storica sulla realizzazione della messa in opera di un impianto di depurazione a Punta Gradelle arrivò nel 2004, con l'approvazione del progetto destinato ad assicurare trattamenti preventivi per gli scarichi fognari dei cinque Comuni, da Vico a Sorrento. I lavori di costruzione del depuratore, appaltati dal Commissariato Regionale di Governo guidato da Antonio Bassolino, ebbero inizio nel 2007. Obiettivo: realizzare un depuratore moderno e a basso impatto ambientale per ripulire i liquami provenienti dai vari Comuni della penisola sorrentina. Un'opera di circa 43 milioni di euro, pensata anche per risolvere i vecchi problemi denunciati dal Comune di Sorrento, il cui depuratore di Marina Grande stenta a recepire gli scarichi fognari di una parte del territorio cittadino. L'impianto, la cui entrata in funzione era stata inizialmente prevista per il 2008 (…), è stato finanziato con i fondi dell'Unione Europea, del Ministero dell'Ambiente e della Regione Campania. Nel corso degli anni, a rallentare i lavori sono stati numerosi problemi, come i lunghi anni di trattative con l'amministrazione comunale di Vico Equense per ottenere la disponibilità al passaggio dei camion destinati al trasporto dei materiali di risulta. Questo del viadotto di cantiere è un capitolo a parte: progettato come viadotto di viabilità al servizio del depuratore, perché avrebbe dovuto essere utilizzata dai camion per portare via i materiali di scavo della roccia in cui si sta realizzando l’impianto, è stata costruita nel 2011 e mai utilizzata dai camion, perché largo solo tre metri. Questa cicatrice parzialmente abusiva in quanto edificata in area vincolata e che deturpa il vallone di Seiano, è costata ben due milioni di euro. E neppure potrà essere utilizzata come strada per evacuare i fanghi che saranno prodotti dall’impianto, perché il depuratore produrrà sette cassoni a settimana, pari ad uno al giorno. Immancabili poi i problemi di carattere economico e finanziario. Per lungo tempo, infatti, le imprese impegnate nella realizzazione dell'opera hanno vantato crediti nei confronti della Regione. I finanziamenti sono rimasti bloccati a Palazzo Santa Lucia per diversi mesi, a causa i rigidi vincoli imposti dal patto di stabilità e la ritrosia delle banche nell'anticipare liquidità. Anche questo ha contribuito a tenere il cantiere fermo per lunghissimo tempo. Il 30 aprile 2009 la società incaricata dello scavo nella roccia, fu raggiunta da una interdittiva antimafia dovuta a presunti tentativi di condizionamento da parte della criminalità organizzata. Risultato: all'inizio dell'estate del 2009 i lavori relativi al tunnel del depuratore di Punta Gradelle si interruppero nuovamente per poi riprendere nell'autunno successivo. Nel frattempo, il trascorrere del tempo fece lievitare i costi di realizzazione del depuratore. Un problema non da poco, visto il basso tetto di spesa assegnato al ciclo integrato delle acque in sede di programmazione finanziaria. Colpiti dall'ennesimo stop nel 2011, i lavori sono finalmente ripresi nel 2014. Proprio per sollecitare l'entrata in funzione del depuratore di punta Gradelle è sceso in campo il movimento civico de "La Grande Onda", nato e cresciuto attraverso i social network.
Se e quando finalmente il depuratore sarà ultimato – poi – si aprirà una partita non meno delicata: quella della complessa gestione dell'impianto e dello smaltimento dei fanghi. Allo stato, dovrebbe occuparsene Gori, la società che ha in mano il ciclo delle acque in penisola sorrentina.
La telenovela non finisce qui. Ieri, 30 settembre 2016, intanto, chi aspettava la messa in funzione del sistema di grigliatura di filtraggio, resta per l'ennesima volta a bocca asciutta.
Positano News vigilerà su questa lunga e tormentata vicenda sperando che si arrivi a una fine vicina.