
Bartolo Longo alternava momenti di grande slancio ad afflizioni e scoramenti perché, oramai da anni, portava avanti una fatica immensa. Infatti era impegnato su due fronti: da una parte la costruzione di quello che sarebbe diventato il grande Santuario della Madonna del Rosario di Pompei e dall’altra le opere filantropiche che poco alla volta, si imponevano nella mente e nel cuore e cercavano un’adeguata soluzione. La chiesa era un grande, enorme cantiere e tutto intorno nasceva una nuova città, con le case per gli operai, l’ospedale e due osservatori: il meteorologico e lo geodinamico. L’Avvocato era inarrestabile, nel 1884 fondò il giornale “Il Rosario e la Nuova Pompei” e, nell’87, l’Orfanatrofio Femminile.
Nonostante l’amore che lo motivava profondamente, in quegli anni tutta la Valle di Pompei pesava come un enorme macigno sulla mente, sul cuore e sull’anima di Bartolo Longo. C’erano le offerte dei fedeli, che arrivavano da ogni parte del mondo; era danaro da gestire ed investire, in un settore piuttosto che in un altro. Si trattava di somme cospicue e di decisioni da capogiro.
Nel 1888 trascorreva notti insonni per un problema che riguardava il rivestimento in marmo del Santuario, la scelta dei materiali, i costi da sostenere e lo attanagliava il dubbio se l’opera andasse completata o rinviata a tempi più propizi. Tormentato da questi pensieri per la responsabilità di una scelta gravosa, si trovò a Piano, in compagnia di un caro amico, l’avvocato Giacomo Denza. Era diretto al Deserto di Sant’Agata, che allora ospitava Padre Lodovico da Casoria dal quale avrebbe cercato conforto, e si fermò per visitare la chiesa di San Michele. Girando per le navate, fu colpito dall'immagine della Madonna del Buon Consiglio, si inginocchiò dinanzi a quel quadro e vi rimase lungamente, assorto, a meditare e a pregare, quasi in un muto dialogo con la Vergine. Quando si rialzò, decise di tornare subito a Pompei.
La decisione era stata presa; aveva avuto da quella Immagine il consiglio buono che aspettava. Avrebbe ricoperto la chiesa con i marmi preziosi, che ancora oggi ornano quello che è uno dei santuari mariani più conosciuti ed amati del mondo. Il 6 maggio 1891 il cardinale Raffaele Monaco La Valletta consacrò il nuovo tempio, divenuto sin dal ‘94, Basilica Pontificia ed il 4 maggio 1901 elevato a Basilica Pontificia Maggiore da Papa Leone XIII.
Il parroco di San Michele, Mons. Michele Maresca, nel 1906 ricevette da Bartolo Longo, una lettera in cui l’Apostolo del Santo Rosario narrava questo singolare episodio.Un filo sottile ancora oggi lega la nostra Basilica al Santuario di Pompei.
Il racconto del lunedì di Ciro Ferrigno