Domani Liechtenstein -Italia Coppia inedita nel 4-2-4 Verratti -De Rossi

11 novembre 2016 | 00:00
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Domani Liechtenstein -Italia  Coppia inedita nel 4-2-4  Verratti -De Rossi
Domani Liechtenstein -Italia  Coppia inedita nel 4-2-4  Verratti -De Rossi
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Domani Liechtenstein -Italia  Coppia inedita nel 4-2-4  Verratti -De Rossi
Domani Liechtenstein -Italia  Coppia inedita nel 4-2-4  Verratti -De Rossi
Domani Liechtenstein -Italia  Coppia inedita nel 4-2-4  Verratti -De Rossi


Coppia inedita col nuovo ct: «Nel 4-2-4 sono compatibili, eccome»

In Nazionale ci sono 90 presenze di differenze (108 a 18), ci sono 17 gol di differenza (19 a 1), e ci sono anche 9 anni di differenza. Domani a Vaduz tutto questo verrà accantonato perché il “vecchio” e il “bambino” saranno il motore dell’Italia a caccia di gol e di altri 3 punti qualificazione verso Russia 2018: Daniele De Rossi, tra gli ultimi ex campioni del mondo 2006 ancora convocabili, che dunque rappresenta il passato e il presente di questa squadra che sta cambiando, e Marco Verratti, che invece oltre al presente è il futuro del centrocampo azzurro, debutteranno come titolari congiunti da quando Gian Piero Ventura è il ct (3 presenze e 205' per Verratti, 2, 135' e 1 gol per DDR).  

SVOLTA. Tra le prime cose tattiche che l’allenatore mise in chiaro a inizio mandato ci fu una precisa indicazione: «Nel 3-5-2 o gioca uno o gioca l’altro perché si tratta per me di due metodisti». Lunedì scorso, sempre lui, precisò: «Altro discorso è se parliamo di 4-2-4. In questo caso loro sono compatibili eccome». E così sarà, appunto. Senza Marchisio, fuori da un anno per ripetuti infortuni (l’ultimo la scorsa settimana proprio alla vigilia del suo atteso rientro in azzurro) e con Parolo squalificato (i due nomi che completano il pacchetto delle prime scelte per questo ruolo preciso così come lo intende il ct), ecco che si sono create le condizioni perché il totem giallorosso e il talento del Psg, trovino una collocazione comune a lungo inseguita. Fin qui infatti la loro storia in tandem era legata soprattutto all’Era Prandelli: ci sono 8 precedenti in Nazionale della coppia DDR-Verratti, con moduli diversi e situazioni agonistiche differenti, di questi 6 sotto la guida dell’attuale tecnico del Valencia. Tutto inizia il 15 agosto 2012, a Berna, amichevole estiva tra Italia e Inghilterra, giorno del debutto, avvenuto nell’ultima mezzora, del pescarese in azzurro. In campo dal primo minuto De Rossi, anche a segno. Quella era un’Italia che giocava a rombo in mezzo. I due si sono poi anche avvicendati, nel febbraio successivo ad Amsterdam (schema: 4-3-3) e in questo caso ad andare a segno è stato proprio Marco. L’unica volta che De Rossi e Verratti hanno giocato insieme per 90' è stato in occasione di Italia-Argentina, all’Olimpico (14 agosto 2013), amichevole “papale”, con DDR però utilizzato da difensore centrale nel 4-3-3.  



PERIODO MONDIALE. Con il passaggio al 4-1-4-1 mondiale, il romanista e il “francesino” hanno avuto altrettante chance in tandem, la più significativa contro l’Inghilterra a Manos, debutto felice a Brasile 2014: in questo caso De Rossi ha giocato centrale davanti alla difesa col Verratti interno insieme a Pirlo, più Candreva e Marchisio e Balotelli unica punta. Da allora, se togliamo i 4' congiunti nel secondo tempo di Italia-Olanda, debutto di Conte (DDR in campo da titolare per 67 minuti, Verratti entrato negli ultimi 27), per la coppia in questione c’è stata fin qui una sola occasione per farsi valere insieme: Italia-Bulgaria 1-0 (Palermo, 6 settembre dello scorso anno), entrambi titolari nel 4-3-3 ancora praticato da Conte, con gol ed espulsione del romanista. 

UN’ALTRA STORIA. Insomma per DDR&Marco dal 2012 ad oggi ci sono state non troppe occasioni di giocare insieme, con qualche luce e alcune ombre. Bisogna ricordare che il primo nella Roma gioca prevalentemente a due (adesso con Strootman) e il secondo nel Psg a 3 (Matuidi, Thiago o Rabiot e Verratti). Chiaro che mai prima di adesso l’Italia aveva provato lo schema che si prepara a varare Ventura. Ecco un motivo in più per valutare se l’idea tattica del ct potrà andare con fiducia oltre il Liechtenstein. Molto dipenderà dai due centrocampisti, così diversi e in parte tatticamente, così uguali. 

 Un’Italia al galoppo, quella che tutti si aspettano a Vaduz. Sarà per questo che il dietologo azzurro (e della Juve) Matteo Pincella ieri a pranzo ha introdotto per la prima volta nel menù della Nazionale la carne di cavallo, cucinata a straccetti. Servirà molta energia e calore, per altro a Vaduz, dove oggi e domani è prevista neve e temperature sotto lo zero! 
La delegazione azzurra stamattina svolgerà la rifinitura a Coverciano poi partirà da Firenze con un volo charter alla volta di San Gallo e da lì raggiungerà Vaduz. L’arrivo al bello stadio di Rheinpark è previsto alle 18.15. Gli azzurri effettueranno solo una passeggiata sul terreno, prima di trasferirsi in albergo, situato ad alcune decine di chilometri dalla capitale del Liechtestein. Come già detto in questi giorni, si tratta della prima partita tra le due Nazionali. Salgono così a 82 le squadre affrontate dagli azzurri nei 106 della propria storia. 
La partita è in programma domani alle 20.45. Da Vaduz l’Italia domenica mattina si trasferirà a Milano, dove martedì affronterà la Germania nell’amichevole che chiuderà il 2016 agonistico della Nazionale. 

 C’è Bonucci la continuità si fa azzurra

Con tutta questa storia degli under approdati a Coverciano, del ringiovanimento accelerato, perfino del sorpasso del blocco Milan su quello bianconero, sembra quasi che certe bandiere bianconerazzurre adesso si possano quasi mettere di quinta. Errore! Se c’è un giocatore che per età (29), qualità, duttilità, esperienza, può rappresentare l’anello di congiunzione ideale tra la Nazionale di Conte e quella di Ventura, tra il 3-5-2 europeo e il possibile 4-2-4 mondiale, questo senza dubbio è Leonardo Bonucci. Il bello è che tra i tanti juventini nel giro della Nazionale alle prese con problemi fisici quello che sembrava sicuramente fuori da questo doppio impegno novembrino dell’Italia sembrava essere proprio lui. Giusto una settimana fa a Torino la Juve aveva parlato di una elongazione al flessore della coscia destra, pegno pagato al match contro il Lione in Champions. Stop previsto: almeno un paio di settimane. E’ successo invece che in 72 ore, Bonucci, dopo colloqui sia con Ventura che con Allegri, ha ritrovato serenità, doppia convocazione (Nazionale e Juve), e anche il campo, entrando a Verona per sostituire lo sfortunato Barzagli, che gli ha dato il cambio in infermeria per un serio problema alla spalla. 

SORPASSO. Bonucci ha perduto così il suo pard, per dirla alla Tex, sia nella Juventus che in azzurro. E domani, per via di questa circostanza, lo supererà anche come presenze: attualmente i due sono appaiati a quota 65. La differenza la facevano i gol: 4 per Leo, 0 per il compagno. Bonucci a Vaduz farà coppia con Romagnoli (Astori l’alternativa) e guiderà la giovane difesa italiana (due ‘92, un ‘94), dove è atteso il debutto di Zappacosta in vece di Darmian a destra (secondo quanto provato anche ieri da Ventura, che, come esterno alto a sinistra, oltre a Bonaventura, ha testato Insigne), con De Sciglio a sinistra. La presenza di Bonucci dunque diventa risolutiva per guidare un gruppo di giovanotti che si giocano la loro importante chance (pur contro un avversario non di primo livello). Il centrale della Juve, capace di interpretare nel migliore dei modi entrambi i sistemi di gioco (difesa a 3 o a 4), sa bene cosa vuol dire. Lui, a 22 anni fu lanciato in serie A proprio da Ventura, allora tecnico del Bari, e non a Vaduz, ma a San Siro contro l’Inter (1-1). 

 Proprio Marco Verratti ieri ha parlato a lungo a Coverciano, di sé, del ruolo, di Nazionale, di Psg. In modo anche spiazzante: «Ho letto che potrei costare cento milioni! Io dico che nessun calciatore dovrebbe arrivare a una cifra simile. E io non mi sento di valere 100 milioni! Lo dico essendo partito dal niente. So che questo è il calcio di adesso. Senza contare che un fatto simile è brutto per il giocatore stesso che per questa valutazione dovrebbe vincere da solo le partite…». 


GIOVANE ITALIA. Lasciando l’iperuranio raggiunto dal mercato, il talento del Psg, è rimasto con i piedi per terra. E la realtà parla di una Nazionale piena di giovani: «L’età di qualcuno di loro mi fa sentire più vecchio e mi responsabilizza…Qui c’è serenità, spensieratezza, voglia di divertirsi, cose tipiche della gioventù. Certo, gli infortuni hanno pesato, ma ci sono qui altri giocatori molto bravi; cambieremo qualcosa tatticamente. E il nuovo assetto penso che porterà i suoi frutti contro il Liechtestein. Occhio però: tutti si aspettano la goleada, ma ormai non ci sono squadre da sottovalutare. Per la qualificazione bisogna pensare al presente: per arrivare primi, si deve battere il Liechtestein, poi ce la giochiamo con la Spagna; il nostro destino è arrivare primi». 



IL RUOLO. Verratti si è soffermato sulla questione tattica che lo riguarda: «Ho sempre pensato che per la Nazionale vale un discorso a parte, perché c’è poco tempo per preparare una partita o valutare il ruolo migliore per un singolo. Io in un centrocampo a due, ho giocato spesso, con De Rossi non credo possa esistere un problema. A Parigi mi sono ritagliato alla fine sempre il mio spazio: nel 4-4-2 di Ancelotti, nel 4-3-3 di Blanc e ora con Emery. I ruoli posso farli tutti. Mi sento al cento per cento, sto giocando ogni tre giorni nel Psg, e non ho avuto problemi». 

MERCATO E PSG. Non solo azzurro: «Se possiamo vincere la Champions? Realisticamente dico di no; in questo momento ci sono club più forti: Barcellona, Real, Bayern sono davanti a noi, mi spiace dirlo ma è così. Ma la mia società ha la voglia di arrivare a quei livelli, questo progetto è iniziato 5 anni fa, con il mio arrivo, farne parte è bello. Perché non vai al Real, mi dice qualcuno? Ma io mi sento ancora più responsabile, dato che sono tra i pochi rimasti in questo quinquennio. Il Psg ha la disponibilità giusta: possiamo comprare altri giocatori, rinforzarci. Le voci di mercato? Il Chelsea, la Juve? Ci penso pochissimo, non ne ho voglia, conta il presente. Il Psg è tra i primi 5 club d’Europa, e la prospettiva di diventarne capitano non è certo una brutta prospettiva…». 

ALLENATORI. «Sento spesso a telefono Blanc. E Ancelotti anche di più, con grande piacere, ci chiamiamo di frequente: un po’ io, un po’ lui. E’ bello avere un rapporto con un allenatore tanto importante. Ventura? Tatticamente è tra i migliori che ho avuto, una sorpresa perché non lo conoscevo, le cosa stanno migliorando molto». 

FORZA PESCARA. Poi il saluto da tifoso: «In qualità di primo sostenitore di Lapadula lo scorso anno, sono stato felice di averlo conosciuto qui in Nazionale. Ora aspetto Caprari e Verre. Del resto Pescara è un bel trampolino, il posto ideale per crescere, come capitato a me e Immobile e Insigne». 

Fonte:corrieredellosport